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È arrivato il momento della rimpatriata degli ex compagni di classe, ma io non voglio andarci

Incontrare i vecchi compagni di classe, dopo anni di lontananza e silenzio, non è solo un modo per trascorrere la serata. Ma vuol dire anche fare i conti con ciò che è stato e che poteva essere. E fa paura

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Pubblicato: 19 Dicembre 2022 12:53

È arrivato il momento, quello della temutissima rimpatriata degli ex compagni di classe. Temuta per me che a 35 anni di vita sto ancora capendo chi sono e chi voglio essere. Non ho un lavoro che mi soddisfa e mi appaga, e a dirla tutto sto ancora cercando di capire qual è il ruolo professionale che mi si addice di più. Per non parlare delle relazioni che, da qualche anno a questa parte, si sono trasformate in una triste e banale collezione di fallimenti che farebbero invidia al più scadente dei romanzi rosa. Figli neanche a parlarne (e meno male, dato che non so prendermi cura neanche di me stessa). Insomma come faccio? Con che faccia mi presento alla cena davanti a quelle persone con le quali condividevo sogni grandiosi e ambiziosi? Come faccio a spigare a chi non vedo da quasi 20 anni che sono diventata la versione più brutta di me mentre loro si sono realizzati sia sul piano professionale che su quello personale? Per non parlare di M., il mio M. Il mio primo grande (e forse unico) amore, che sarà alla cena e che sembra sia felicemente sposato. No, davvero non voglio andarci, ma a quanto pare sarei l’unica a non presentarmi, e passerei comunque per l’asociale di turno. Non so che fare, aiuto!

Amica mia, fermati un istante, silenzia tutto ciò che adesso sta ingombrando la tua mente e respira. È solo in questo modo che potrai prendere la decisione migliore per te, quella che ti farà stare bene, indipendentemente da ciò che pensano e si aspettano gli altri. Tu cos’è che vuoi?

Lo so, quella che ti ho appena posto è una delle domande più difficili di sempre, e lo è ancora di più per te che probabilmente stai ancora cercando la tua strada. E so come ti senti, persa e smarrita, ritornata in quello stesso punto di partenza, da sola, perché tutti gli altri sono andati via. Ma non colpevolizzarti per questo, non farlo neanche se i sogni che avevi da adolescente non si sono realizzati come volevi, come speravi. Perché questi a volte sono imperfetti, e sta a noi imparare a cogliere la bellezza di tutte quelle che vediamo come disturbanti anomalie.

Vai benissimo come sei, e non te lo dico solo per tranquillizzarti in vista della temutissima rimpatriata degli compagni di classe, come la chiami tu. Ma perché penso che ciò che mi hai raccontato, in queste poche e chiare righe, sia solo il ritratto del tuo bicchiere mezzo vuoto. Sono certa che, dall’altra parte, c’è una splendida e piena metà che oggi forse non riesci a vedere. E credo proprio che sia per questo che l’idea di confrontarti con altre persone ti terrorizza, perché lo sai che in questa occasione, più che non mentire agli altri, non potrai mentire a te stessa.

È una cosa che tutti facciamo sai? Sfuggiamo ai confronti, soprattutto quando questi parlando dei nostri fallimenti e delle sconfitte, di tutte le nostre fragilità. Eppure sono loro a renderci le persone che siamo, a renderci migliori di come eravamo. Quindi non ti credo quando mi dici che sei diventata la versione più brutta di te, così come sono sicura che anche gli altri tuoi ex compagni hanno dovuto scontrarsi con i sogni infranti e con gli insuccessi, ma forse sono stati più bravi di te a nasconderli.

Vedi, arriva per tutti quel momento della vita che ci costringe a fare i conti con ciò che è stato e che poteva essere, anche se tendiamo a evitarlo o rimandarlo. E credo proprio che questa cena rappresenti il tuo momento. Più che una cosa da cui scappare, io la prenderei come qualcosa da affrontare, per imparare, migliorare e crescere. Magari hai proprio bisogno di confrontarti con il passato, e con le persone che ne hanno fatto parte, per ricostruire quel presente in cui ti sei smarrita. Magari le storie degli altri possono diventare una fonte di ispirazione, oppure ricordarti che non sei l’unica anima persa in questo mondo.

Con questo non sto dicendo che dovresti andare a tutti i costi a questo incontro, anche perché il mio compito non è quello di convincerti a fare qualcosa che non vuoi fare. Io ti invito solo a riflettere sulle motivazioni che ti spingono a guardare a questa rimpatriata come al peggiore dei tuoi incubi, così come ti invito a domandarti se forse questo può diventare il momento giusto per affrontare i tuoi demoni, e magari sconfiggerli. La scelta, indipendentemente dall’epilogo, è solo tua.

Riguardo a M., al tuo M., che dirti? Probabilmente incontrarlo non ti lascerà indifferente, soprattutto se la sua presenza nella tua vita è stata così preziosa. Ma sai, il solo fatto di rivederlo potrebbe ricordarti di quanto è stato bello essere innamorati, di come tu eri bella quando eri innamorata. E chissà se magari questo incontro con M. e con tutti gli altri, ti restituirà il coraggio di guardarti dentro e di aprire il tuo cuore a te stessa e a chi ti sta intorno. In bocca al lupo!