#PostaDelCuore

Ma è un dovere portarsi suoceri e genitori in vacanza?

Il tempo da trascorrere con la famiglia è un dono che va celebrato, ma non deve trasformarsi in un sacrificio che ci priva del nostro benessere

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Le vacanze si avvicinano e anche quest’anno so che non saranno un momento né di riposo né di svago. Mio figlio adolescente andrà al mare coi suoi cugini che hanno la stessa età, il più grande farà il suo primo Interrail. Noi, come ogni anno negli ultimi 7, passeremo parte delle nostre vacanze coi miei genitori e poi con mia suocera che è sola. I miei mi hanno sempre fatto pesare il fatto che mia madre ha dei problemi di salute, e in sostanza ogni anno potrebbe essere “l’ultima estate che passiamo insieme”. Ho una sorella ma vive all’estero e questo senso di colpa non la tocca. Mia suocera da quando è rimasta vedova non ha più nessuno che la porta “al paese” e questa incombenza tocca a noi, che poi siamo obbligati a restare con lei perché la casa è isolata e ha paura di stare sola, oltre a fatto che non c’è la signora che durante l’anno le fa i mestieri e le cucina (va in ferie pure lei) e quindi questa incombenza tocca a me. Gli anni passano, i momenti di svago non sono mai molti per via del lavoro e dei soldi che non bastano mai. E io quando arriva l’ora di partire sono sempre più depressa.

I sensi di colpa, amica mia, sono delle grandi zavorre il cui peso, a lungo andare, rischia di seppellirci. Sarebbe facile per me dirti di liberartene, e di farlo subito, ma so che non è così semplice, soprattutto quando questi scaturiscono dai sentimenti che nutriamo nei confronti delle persone che amiamo.

Penso che la vicinanza della famiglia sia un dono da proteggere e da celebrare ogni giorno della nostra vita, e per questo deve essere trattato come tale. Non deve trasformarsi in un peso o in un fardello, perché le conseguenze non sono piacevoli, e tu le stai già sperimentando sulla tua pelle.

Non posso suggerirti, in questo caso, di pensare solo a te stessa, perché probabilmente non lo faresti. Perché nonostante parli di incombenze e doveri che gli altri ti impongono, sono certa che dentro di te c’è una vocina che ti invita comunque a trascorrere del tempo con la tua famiglia. E non solo perché pensi che “sia giusto così”, ma anche e soprattutto per l’affetto che ti lega a loro.

Con questo non voglio dirti di rinunciare al tempo che hai, perché quello è tuo e nessuno può togliertelo. Il mio suggerimento è, piuttosto, di trovare un equilibrio con quello che hai a disposizione e frammentarlo tenendo conto anche e soprattutto delle tue esigenze, e non solo di quelle degli altri.

Questa organizzazione, che perpetui ormai da 7 anni, si è trasformata in un problema per te e per il tuo benessere. E sono fermamente convinta che ogni ostacolo può essere abbattuto con una soluzione. Non farti carico di questa da sola, però. Hai un marito su cui contare. Hai provato a parlarne con lui? Gli hai detto come ti senti e come vivi questa situazione? Ricordati che siete una squadra e affrontare questo problema in due vi renderà più forti.

Provate a parlarne anche con le vostre rispettive famiglie, fate capire loro che non trascorrere l’intera estate insieme non vuol dire che li state trascurando, ma che semplicemente vi state ritagliando degli spazi di cui avete bisogno. Che non sarà un dramma vedersi per pochi giorni, piuttosto che per settimane intere, perché non è la quantità del tempo che trascorrete insieme a fare la differenza, ma come scegliete di farlo.