Perdere tempo ogni tanto fa bene. Lo conferma la scienza

La perdita di tempo è uno strumento potentissimo che aumenta la creatività e la produttività: lo conferma anche la scienza

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Siamo abituati a guardare il tempo libero come un miraggio. Una consapevolezza, questa, che è così radicata dentro di noi da essersi trasformata in una costante nella vita, la stessa che ci fa rinunciare a quel tempo anche quando è a nostra disposizione.

Del resto siamo figli di una società che è cresciuta sotto l’ombra ingombrante e prepotente del mito della produttività, quella del gran lavoratore. Così ci siamo convinti del fatto che è solo riempendo le nostre agende di impegni e di programmi che possiamo ritagliarci uno spazio di valore nel mondo.

Ma non è così che deve andare per forza. Non sono solo il lavoro e gli impegni, infatti, a caratterizzarci, ma lo sono soprattutto le passioni, gli hobby e la curiosità che ci spingono a guardare ciò che ci circonda. Lo sono anche i momenti “morti”, quelli che consideriamo inutili e noiosi, gli stessi che possono trasformarsi in un vero e proprio toccasana per la mente che aumenta la produttività e la creatività. A confermarlo è anche la scienza.

“Il potere del cazzeggio”

Sensi di colpa, ansia e frustrazione, sono queste alcune delle emozioni che ci invadono e pervadono quando ci concediamo quel minuto di relax di troppo. Quando, piuttosto che portare a termine quel progetto, o anticipare quella scadenza, stacchiamo gli occhi dallo schermo del computer per fissare il vuoto, per pasticciare su un foglio bianco o per girare dentro la stanza senza una meta.

È inutile negarlo, è successo a tutti qualche volta. Capita quando siamo particolarmente stanchi e affaticati, quando siamo demotivati e annoiati e anche quando siamo insoddisfatti. E sì, è proprio vero che in quei momenti si apre in noi la consapevolezza di aver perso tempo prezioso. Ma prezioso per chi? Sicuramente non per noi, dato che proprio quei minuti possono diventare un potente strumento per il nostro benessere, per la creatività e la produttività.

A confermarlo è un saggio inedito e ben dettagliato dal nome Il potere del cazzeggio. Un manuale che, come dal titolo stesso si evince, ci insegna l’arte del perdere tempo. A scriverlo non è stata una persona qualsiasi ma Srini Pillay, un neuropsichiatra che lavora all’Università di Harvard e che conferma che concedersi i famosi “tempi morti” può essere un vero e proprio toccasana.

Altro che pigrizia: perdere tempo aumenta creatività e produttività

Altro che pigrizia e svogliatezza, la scienza conferma che concedersi qualche perdita di tempo è una risorsa in grado di potenziare le nostre capacità cognitive. Secondo Srini Pillay, infatti, le attività neurologiche più complesse del cervello si attivano proprio quando la mente è a riposo.

L’esperto conferma che quella perdita di attenzione che avviene proprio durante i momenti di concentrazione, altro non è che un supporto per trovare il ritmo cognitivo di cui abbiamo bisogno. Ma che succede, esattamente, quando perdiamo tempo?

A quanto pare, dopo esserci concessi una di quelle pause che tanto ci fanno arrabbiare, almeno se viste da fuori, il nostro cervello si riattiva, come e più di prima. È quello il momento in cui la creatività e la produttività vengono stimolate. Il motivo? Quella pausa di disattenzione inaspettata ha generato in noi un senso di calma che ci permette di riprendere l’attività con più entusiasmo e stimoli.

Insomma, altro che tempo perso! Secondo Srini Pillay quella del cazzeggio è un’arte che il tempo ce lo restituisce e lo rende ancora migliore di prima, permettendoci di incrementare creatività e produttività.