L’illusione del vetro e la paura di frantumarsi in mille pezzi

Esiste la paura, quella vera, di cadere e rompersi in tanti piccoli pezzi. Gli esperti la chiamano l'illusione del vetro

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 16 Febbraio 2020 10:10Aggiornato: 24 Luglio 2024 13:26

La paura, si sa, è nemica della ragione. Arriva, e senza chiedere permesso, ci paralizza letteralmente e offusca la razionalità che molto spesso ci consente di superare gli ostacoli, di affrontare le sfide. Di restare in piedi. Esistono alcune persone, poi, che hanno paura di cadere e spezzarsi, di rompersi in tanti piccoli pezzi, come uno specchio.

Ma una persona può davvero frantumarsi in mille pezzi? Le persone che subiscono quella che in è stata definita l’illusione del vetro credono di sì. Gli esperti hanno coniato questo nome per riferirsi a tutti coloro che credono fermamente di potersi “rompere” e spezzare a seguito di un evento doloroso che li colpisce. A quanto pare la loro percezione è proprio quella di essere esattamente come il vetro: credono che basti una caduta o un urto leggero per frantumarsi in mille pezzi. È bene precisare, però, che questa illusione non ha nulla a che fare con l’osteogenesi imperfetta, anche conosciuta come malattia delle ossa di vetro.

Ma torniamo alla nostra “illusione” che è stata utilizzata anche nel cinema come metafora. Ricordate il pittore che non usciva mai di casa nel film Il favoloso mondo di Amélie, ovvero Raymond Dufayel meglio noto come “L’uomo di vetro”? Sarà lui a spingere la protagonista ad amare senza paura di farsi male:

«Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro. Lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione con il tempo sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile come il mio scheletro. Perciò si lanci, accidenti a lei!»

L’uomo di vetro

La fragilità delle persone colpite dall’illusione del vetro le porta alla convinzione di essere vulnerabili al punto tale da potersi rompere. La storia ci insegna che anche i più grandi personaggi ne hanno sofferto. Questo pensiero infatti è diventato popolare nel Medioevo quando a soffrirne fu Carlo VI. Durante il suo regno l’uomo arrivò a non farsi neanche più toccare per paura di disintegrarsi come un pezzo di vetro.

Secondo Victoria Shepherd, autrice di A History of Delusions: The Glass King, a Substitute Husband and a Walking Corpse, quello che in passato era considerato un delirio popolare piuttosto comune – studiato e analizzato dai pensatori del tempo – oggi non esiste più, seppur non mancano dei casi isolati.

Ai tempi, al di là del delirio in sé come sottolinea la BBC, il vetro era un materiale relativamente nuovo e ancora non compreso fino in fondo, motivo per cui era anche spesso associato a qualcosa di incomprensibile, di magico e alchemico. E oggi?

La paura di rompersi ieri e oggi

Seppur si tratta di una patologia non diagnosticata, lo psicoanalista Adam Phillips sostiene che l’illusione dell’uomo di vetro potrebbe in qualche modo riflettersi con le ansie e le fragilità che appartengono alla società contemporanea. Secondo Ali Shaw, autrice di The Girl with Glass Feet, l’illusione del vetro potrebbe essere associata all’ansia sociale, alla paura di inciampare e di rompersi e quindi di fallire e di umiliarsi davanti alla società (BBC).

Questa condizione, dunque, potrebbe essere associata a persone che riflettono la paura anche nei sentimenti: non solo corpo ma anche cuore, anima e mente potrebbero spezzarsi. E quindi tutto questo si trasforma in una vera psicosi che li allontana dalla realtà, dalle persone e dalla vita. Persone ossessionate dal doversi proteggere da un’eventuale rottura.

Le cause di questa condizione potrebbero essere innestate da un meccanismo di difesa. Quando abbiamo paura di qualcosa la nostra mente ci convince che quel timore possa essere tangibile, più concreto che mai. Chiaro è che quando questi atteggiamenti diventano limitanti, o peggio paralizzanti, non dovremmo tirarci indietro dall’indagare, anche con l’aiuto degli esperti, cosa ci blocca davvero. È chiaro altresì che non dovremmo vivere mai con la pressione costante di poterci rompere, da soli o a causa degli altri.

Sembra scontato, ma è anche doveroso ricordarlo: la vita ci ha fatto un dono stupendo, quello di poterci alzare ogni giorno, respirare e camminare. Ammirare il sole e le stelle. Certo che si cade ogni tanto, ma sono nostri il diritto e il dovere di rialzarci più forti di prima. Non dovremmo aver paura di vivere, mai.