#SegretiDelCuore

Ho vent’anni e voglio un figlio

Non sono poche le donne giovanissime che sognano di diventare mamme. È legittimo, ma vanno presi in considerazione diversi fattori, da valutare con attenzione e responsabilità. Verso il nascituro, ma anche verso se stesse

Marina Mannino

Giornalista

Cara DiLei, ho 20 anni e sono iscritta al primo anno di Psicologia, una materia che mi affascina e che ho già avvicinato dal liceo. Mi piace studiare, ma da circa un anno ho anche una grande voglia di avere un figlio. Il mio ragazzo lavora e potremmo cavarcela bene. Lui dice che vorrebbe essere un papà giovane, io potrei studiare e occuparmi del piccolo e magari i miei potrebbero darci un  aiuto. Mia madre non è d’accordo, dice che così mi gioco il mio futuro. Io però sono sempre più convinta. Ma è normale avere questo forte desiderio di maternità alla mia età?

Baby+Me

Ogni donna dovrebbe poter vivere la maternità con i suoi tempi, i suoi desideri, i suoi sentimenti. Ma inevitabilmente entrano in gioco altri fattori, come la progettualità personale e di coppia, l’impegno assoluto che un bambino richiede, le spese che vanno sostenute. Inoltre il clima di difficoltà e incertezza di questi ultimi anni spinge a rimandare i progetti di genitorialità a tempi migliori. Non è un caso se in Italia il tasso di natalità sia al minimo storico: meno di 7 neonati per 1.000 abitanti. Quindi una giovane donna che abbia così tanto desiderio di diventare mamma potrebbe costituire un’eccezione: mentre tutto sembra remare contro (le guerre, il riscaldamento globale, le epidemie, i rincari, la precarietà lavorativa) lei vuole intraprendere l’avventura della maternità. Fa bene? Fa male? Non c’è una risposta giusta o sbagliata, e la decisione migliore per una donna potrebbe non essere la migliore per un’altra. Cerchiamo quindi di chiarirci le idee.

La mia vita cambierà?

A 20 anni si è ancora molto giovani, per lo meno nella nostra società. Di solito le ventenni studiano o hanno lavoretti precari, in attesa dell’occasione giusta. È l’età in cui si pensa al futuro, sì, ma ci si diverte ancora tra aperitivi, locali, viaggi, emozioni, incontri, esperienze di crescita personale. Avere un figlio significa ribaltare tutte le priorità perché sarà lui (o lei) il centro della nostra vita. Quel cucciolo deciderà i ritmi della nostra giornata, le nostre scelte, le necessità, il sonno, i pensieri, i timori. Il cambiamento sarà radicale.  È bene quindi parlarne accuratamente con il partner e con i genitori, perché il cambiamento coinvolgerà tutti.

Quanto mi costerà?

Secondo un recente studio dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il costo complessivo per mantenere un bambino nei suoi primi 12 mesi di vita varia da un minimo di 7.065,07 euro fino a un massimo di 17.030,33 euro. A questa cifra si aggiungono 2.678,90 euro relativi alle spese pre-nascita (abiti pre-maman, visite, ecografie ecc). Sono conti che vanno presi in considerazione, per capire l’impatto economico che, nei primi tempi, avrà un figlio nella nostra vita, anche potendo contare sulle finanze dei “nonni”.

Dove andremo ad abitare?

Se nasce un bimbo, nasce anche una coppia di genitori. E tutti e tre hanno bisogno di una casa solo loro, anche piccola, per proteggere e far crescere la loro famiglia. Non diamo però per scontato che i nostri genitori, o quelli del nostro compagno, siano disposti a ospitarci fino a che non troveremo un appartamento. Forse non hanno posto, o hanno altri figli ancora da crescere. Nessun genitore si rifiuta di aiutare un figlio, ma non è obbligato a farlo. Se ha disponibilità economica, ogni famiglia aiuterà la neo-mamma nell’impegno di un affitto o un mutuo, ma non tutti hanno i fondi necessari ad una tale impresa. Nostra madre impazzirà di gioia all’idea di un nipote, nostro padre perderà la testa, ma cerchiamo di renderci indipendenti e di non pesare troppo su di loro. Per quanto la casa dei nonni sia una “tana” meravigliosa dove ogni bimbo adora stare, il piccolo ha bisogno dei suoi spazi e del comfort della “tana” di mamma e papà.

Chi mi aiuterà?

Mai come nel caso di una mamma giovanissima c’è bisogno di quella rete di solidarietà, aiuto, condivisione e amicizia che solo le donne sanno costruire. Oltre alla mamma, avremo piacere ad avere vicino la zia che sorveglia il pupo mentre noi ci riposiamo, la best friend che ci viene a trovare e ci fa compagnia, le amiche che ci mandano tanti consigli utili (e gli ultimi gossip dei nostri amici), le altre mamme del quartiere che hanno sempre un sorriso d’intesa e una parola gentile per noi. La maternità è uno dei momenti in cui si sente più forte la “sorellanza” che diventa appoggio e conforto: indispensabile soprattutto se si è giovani e alle prime esperienze.

Ma se i genitori la prendono male?

Avere una figlia che diventa mamma è un po’ uno choc per i genitori che si rendono conto del tempo che passa, delle responsabilità che aumentano per tutti, dei possibili problemi che possono presentarsi. Ma è quasi impossibile che i genitori, per quanto borbottino e si lamentino, non si facciano in quattro per aiutare la figlia neo-mamma, a maggior ragione se giovanissima. Se rifiutano l’aiuto, ci sono problemi più profondi che andrebbero analizzati prima di coinvolgerli a forza in una decisione che non approvano.

Riuscirò ancora a studiare?

Tante donne hanno avuto bambini e hanno proseguito negli studi. Ci vuole molta forza di volontà, passione per la materia che si studia, ambizione, ma anche una sicura disponibilità economica che ci consente di non mandare in sofferenza il bilancio mensile. I primi tempi, poi, non sarà facile affiancare lo studio all’accudimento di un bimbo, ma ce la si può fare (con un compagno disponibile e una baby sitter ce la si fa meglio, però). Poi arriva il nido che ci solleva da qualche incombenza, ma ha un costo che va preventivato.

E se volessi cercare lavoro?

Intanto bisogna essere iscritte al Centro per l’Impiego del nostro Comune. Consultiamo le offerte di lavoro part time nei siti accreditati ma chiediamo anche nel quartiere o nei grandi centri commerciali. E non rinunciamo a priori a partecipare ai concorsi pubblici per diplomati: ci si può ritrovare con un inaspettato posto fisso che fa molto comodo! Il bimbo però va collocato in un nido serio e ben referenziato (che va pagato) m anche affidato ai volenterosi e saggi nonni.

Che ne sarà della mia salute?

Andrà tutto bene se – al momento di decidere di avere un figlio – ci affideremo a una ginecologa fidata ed esperta che ci sottoporrà ai controlli necessari per verificare il nostro stato di salute e l’idoneità ad affrontare una gravidanza. Questa professionista dovrà avere una buona fama, ispirarci fiducia, essere collegata a un ottimo ospedale e… non dovrà metterci ansia! Abbiamo bisogno di una figura medica che ci faccia sentire sicure, sia chiara ed esauriente nelle spiegazioni, ci assicuri un’ampia reperibilità. Se è vero che partorire è un atto che le donne praticano fin dalla notte del tempi, è anche vero che farlo in totale sicurezza, con il massimo del comfort e il minimo dello stress dev’essere garantito a tutte, che abbiano 16 o 45 anni.

Che ne sarà dei miei vent’anni?

Ci saranno momenti in cui ci pentiremo amaramente di aver avuto un figlio così giovani. Ce ne saranno altri in cui saremo felicissime e orgogliose della nostra decisione. Ma questo vale per ogni scelta importante della vita. Saremo delle giovani madri attente e responsabili, ma con la consapevolezza di avere la bellezza e la grazia tipiche della nostra età, insieme a una gran voglia di  divertirci ancora. E dopo una giornata da mamma, a vent’anni avremo l’energia per andare a ballare con gli amici.