#SegretiDelCuore

Sarò mamma a 18 anni

Quando una giovane donna sceglie di diventare madre, anche se non era nei suoi programmi, i problemi sembrano enormi: la vita che cambia, la paura del parto, le critiche sui social, la sensazione di non essere pronta. Eppure ne uscirà vincitrice. Eco come

Marina Mannino

Giornalista

Non volevo un figlio, ma abbiamo avuto un “incidente”. Il padre non se la sentiva di prendersi questa responsabilità ed è sparito. Io ho pensato di abortire, ma poi ho deciso di tenere il bambino. Ora sono al settimo mese. Sono felice della mia scelta ma ho solo 18 anni, devo prendere il diploma, dipendo dai miei genitori che mi sono molto vicini e li ringrazio, ho tremila paure: i dolori del parto, le notti insonni, la fatica... Ce la farò ad accudire mio figlio? Lo crescerò da sola? Dovrò andare a vivere per conto mio? Riuscirò a studiare? Tornerò ad avere del tempo per me? Inoltre la gente mi giudica per quello che ho fatto e questo mi ferisce. Mi sento un po' confusa.

Mum-to-be

I motivi che possono portare a una gravidanza indesiderata, a 17 come a 40 anni, sono molteplici. Un preservativo indossato male, un contrattempo nell’assumere la pillola anticoncezionale, la fiducia (mal riposta) nel coito interrotto. Possiamo ricorrere alla pillola del giorno dopo, che agisce “spostando” l’ovulazione di qualche giorno, purché non sia già avvenuta. Ma non deve essere considerata come un metodo contraccettivo abituale. Se la gravidanza è in corso, possiamo scegliere di interromperla entro 90 giorni di gestazione. È un intervento del tutto sicuro dal punto di vista medico, ma è una decisione pesante, spesso sofferta, con possibili ripercussioni psicologiche importanti. E che nessuna donna prende mai a cuor leggero. È comunque un nostro diritto anche se siamo minorenni: in questo caso è richiesto il consenso dei genitori (o di chi esercita la potestà o la tutela). Nei Consultori di zona di competenza delle Asl sapranno indirizzarci e indicarci tempi e modi della procedura, oppure informiamoci presso una ginecologa di fiducia o nei Consultori di associazioni che si occupano di salute femminile.

La nostra amica ha scelto invece di tenere il figlio, sebbene il fidanzato si sia “coraggiosamente” defilato non appena ha saputo la notizia. E ora? Lei e il suo bambino si apprestano a vivere un’avventura difficile e bellissima, che li porterà a crescere insieme, contando uno sull’altra.

L’importanza dei genitori

Così come ci hanno accompagnate dalla nascita alla maggiore età, molto probabilmente i nostri genitori saranno felici di aiutarci in questo nuovo percorso: loro sono i futuri nonni! Anche se siamo neo-maggiorenni, abbiamo bisogno di aiuto. Agli inizi, per loro, sarà uno shock, ma poi saranno pronti ad affiancarci con amore. Comunichiamo la nostra situazione prima al genitore con cui abbiamo più confidenza (di solito è la mamma) e poi all’altro (ma tanto la mamma lo avrà già informato). In questo momento così particolare della vita, abbiamo un grande bisogno di nostra madre: è un insostituibile punto di riferimento sia a livello affettivo che pratico. Confidiamoci con lei, che saprà fugare i nostri timori e regalarci un sorriso, anche se sembra severa e preoccupata.

La rete femminile intorno a noi

Non chiudiamoci in noi stesse ma cerchiamo il supporto della nostra rete femminile: oltre la mamma, affidiamoci al parere e al conforto della nonna, di una zia simpatica, della giovane vicina di casa con un figlio piccolo. Ogni donna della nostra rete potrà aiutarci, anche solo con un abbraccio o il racconto della sua esperienza. Teniamoci stretta la cerchia delle nostre migliori amiche. Una chat con loro o due chiacchiere al cellulare ci porteranno novità e leggerezza.

Mille domande per fugare le paure

Convinciamoci che per ogni nostra paura c’è una risposta, dalle nausee al pianto improvviso, dalla trasformazione del fisico agli esami da fare, dai dubbi su cosa mangiare al dolore del parto (l’analgesia epidurale riesce ad eliminarli). Quest’ultimo è un momento diverso per ogni donna, ma avere accanto la mamma, la nonna, la best friend ci rassicurerà. Parliamone con la nostra ginecologa che saprà risolvere nostro dubbio. E non temiamo di infastidirla con le nostre domande: come medico è tenuta a rispondere. Piuttosto, scriviamo tutti i quesiti negli appunti, così non ce ne dimenticheremo neanche uno!

Diventare grande all’improvviso

Con un bimbo da accudire non saremo certo uguali alle altre diciottenni. Avremo pensieri, ansie, stanchezza e soprattutto un carico di responsabilità davvero importante. Però ecco la buona notizia: è proprio la giovane età a darci la forza e la grinta per far fronte a tutto, le notti insonni, l’allattamento, i cambi, le coliche, l’igiene, le visite dal pediatra. Ma lo stupore, i primi sorrisi, i giochi, le emozioni mai provate, l’intesa magica e unica che si crea tra una madre e il suo piccolo ci ripagheranno del grande impegno che lui (o lei) ci richiede. Cresceremo insieme a lui, o lei, ma questo non significa che perderemo le caratteristiche della nostra giovinezza. Saremo più responsabili, ma avremo ancora tanta voglia di fare cose da ventenni, come andare a un concerto, vedere gli amici la sera, farci belle, curare il nostro profilo Tiktok. E studiare.

Il futuro va pensato per due

Il nostro domani è ancora tutto da costruire. Siamo giovani leonesse che affrontano il mondo con il proprio cucciolo e dobbiamo prepararci: non dobbiamo rinunciare a investire su noi stesse, perché sarebbe un grave errore. Facciamoci dare una mano dai nostri genitori (se non abbiamo un partner) a organizzarci per proseguire il nostro percorso scolastico conseguendo il diploma ma anche la laurea. Sfruttando i nonni e i nidi, possiamo studiare ma anche concentrarci sulla nostra formazione professionale. Ad esempio, i corsi di formazione delle regioni sono molto vari e qualificanti: informiamoci sul web. Nostro figlio sarà orgoglioso di avere una mamma che s’impegna nello studio e nella realizzazione dei propri sogni! Sì, perché se costruiamo il nostro futuro, pensiamo anche a quello del nostro bambino, dal momento che da una buona preparazione può conseguire anche un buon lavoro.

Se lui se n’è andato, meglio così

Se il padre del bimbo si è eclissato rifiutando ogni responsabilità, ci sentiamo abbandonate, tradite, deluse. E ingenue per avergli creduto. Ma sarà difficile riuscire a farlo tornare indietro. Mettiamo noi stesse al centro dei nostri pensieri, ma anche nostro figlio, la mostra famiglia, le persone che ci vogliono bene. Tutto il resto è rumore di fondo. Piangiamo pure, pensando a quello che ci ha fatto il nostro ex ragazzo, ma poi stop. Non si merita la nostra sofferenza. Ora dobbiamo nutrirci di serenità, allegria, affetto, protezione e conforto. Se invece il papà è presente, uniamo le nostre giovani forze per diventare genitori dinamici e illuminati (ma senza paranoie: per risolverle, vedi alla voce “aiuto dei nonni”, che se il partner c’è, sono addirittura quattro).

Perdere gli amici? Forse, per un po’

Accadrà, perchè la nostra quotidianità di mamme diventerà molto diversa da quello delle nostre amiche, che continueranno a vivere da “giovanissime”. Le best friend però resisteranno all’urto: da loro ci sentiremo comprese e coccolate, anche se gli argomenti di conversazione irrimediabilmente divergeranno. Ma ci basterà uno sguardo e un sorriso per ritrovare la nostra intesa di amiche forever.

Se ci sentiamo tanto tristi dopo il parto

Parliamone con qualcuno di cui ci fidiamo (la mamma è la number one), esprimiamo il nostro stato d’animo, comunichiamo la tristezza che sentiamo nel cuore. Si chiama baby blues e può verificarsi dopo qualche giorno dal parto. È un fenomeno legato al cambiamento ormonale improvviso ma anche alla fatica e alla paura di non farcela. Se il problema continua, parliamone anche con il nostro medico di fiducia. Siamo giovani e una depressione può farci male, ma può nuocere anche a nostro figlio: non nascondiamo il problema ma affrontiamolo. In quest’ottica, infischiamocene dei giudizi cattivi sui social: sono espressione di gente frustrata e un po’ carogna. Blocchiamo senza pietà!

Un percorso in trasformazione

Diventare madre è un passaggio straordinario nella vita di una donna, che abbia 18 o 45 anni. Nessuna è mai veramente pronta, ma è anche logico: il percorso insieme al proprio bambino è tutto da costruire insieme. Entrare nel ruolo di mamma non è istantaneo, ma piano piano diventiamo consapevoli della nostra nuova dimensione, in cui nulla è statico ma è in continua trasformazione. La vita continua, si amplia, offre nuove possibilità e può essere sorprendere constatare quanto siamo brave a cavarcela da sole. Se poi conosciamo un ragazzo con cui scatta la scintilla, amerà sia noi che nostro figlio. O figlia: come diceva un bellissimo film di Mario Monicelli del 1986 che dovremmo recuperare, “Speriamo che sia femmina”.