In questi ultimi anni la salute mentale è entrata finalmente, e per fortuna, al centro del dibattito pubblico. Un passo ufficiale in questa direzione è stata l’istituzione del Bonus Psicologo, un contributo economico statale pensato per rendere più accessibile la psicoterapia a chi non può permettersela.
Il bonus offre fino a 1.500 euro per coprire le spese delle sedute, con un importo graduato in base all’ISEE (fino a 1.500€ per ISEE sotto i 15.000€; 1.000€ tra 15.000 e 30.000€; 500€ fino a 50.000€) con un massimo di 50€ a seduta.
Le domande per il 2025 possono essere inviate entro il 14 novembre tramite il sito dell’INPS.
Il successo (e allo stesso tempo il limite) di questa misura emerge dai dati: nel 2024, a fronte di oltre 395.000 richieste e 12 milioni di euro stanziati, solo 7.000 persone hanno potuto usufruirne, facendo emergere un forte divario tra la domanda e le risorse disponibili. Anche nel 2025 la tendenza sembra la stessa: nonostante si prevedano oltre 400.000 domande, i fondi stanziati permetteranno di coprire appena 6.300 persone.
In questo articolo vogliamo capire se aprire la porta della terapia è sempre la scelta giusta. Per farlo approfondiremo anche che cos’è davvero la psicoterapia, quali benefici porta e quali limiti può avere.
Indice
Quando non ha senso iniziare una psicoterapia
Diciamolo subito: sebbene la psicoterapia sia uno strumento straordinario, non sempre rappresenta la scelta giusta. Secondo la letteratura e la pratica clinica, ci sono situazioni in cui iniziare un percorso non porta particolari benefici.
Ad esempio, se manca una motivazione personale o un coinvolgimento attivo, la terapia rischia di interrompersi presto o di non essere efficace. Allo stesso modo, se la persona che va in terapia non ha ancora consapevolezza del proprio disagio o non percepisce il bisogno di cambiamento, difficilmente potrà trarre vantaggio dal lavoro terapeutico.
Esistono poi condizioni che richiedono altri tipi di intervento prioritari: malattie fisiche gravi, situazioni di emergenza sociale o necessità farmacologiche che devono essere affrontate prima di iniziare una psicoterapia.
Anche fattori pratici come impegni di lavoro o familiari troppo gravosi possono impedire di dedicare continuità e risorse al percorso, compromettendone i risultati.
Inoltre, l’efficacia della terapia dipende anche dalla scelta di un professionista qualificato e di un approccio adatto al proprio problema: affidarsi a contesti inadeguati può essere inutile o persino dannoso. Infine, nei percorsi di coppia o familiari, la mancanza di disponibilità reciproca al cambiamento riduce drasticamente le possibilità di successo.
Quindi possiamo dire che la psicoterapia funziona quando esistono motivazione, consapevolezza, tempo e contesto adeguati. Se questi elementi non sono presenti, è più utile considerare altre forme di sostegno e rivalutare il percorso in un momento più favorevole.
Quali vantaggi ha la psicoterapia
Quando invece le condizioni giuste ci sono, la psicoterapia, come dicevamo, diventa uno strumento di grande valore.
Si tratta di un percorso strutturato di cura, condotto da un o una professionista qualificata, con l’obiettivo di affrontare difficoltà emotive, relazionali o psicopatologiche.
Contrariamente al senso comune, andare in terapia non vuol dire semplicemente “parlare con qualcuno”, ma è piuttosto un lavoro profondo e pianificato che utilizza strumenti e metodi scientificamente validati per favorire cambiamenti duraturi nel modo in cui la persona vive e affronta le proprie difficoltà.
A differenza di altre forme di supporto formale o informale, la psicoterapia si fonda sulla relazione terapeutica: uno spazio sicuro, protetto e privo di giudizio in cui esplorare pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali, comprenderne le radici e sviluppare nuove modalità per affrontarli.
Questo processo è guidato da teorie psicologiche precise che variano a seconda dell’approccio (cognitivo-comportamentale, psicodinamico, sistemico-relazionale, ecc.), ma che condividono lo stesso obiettivo: ridurre la sofferenza e favorire nuove strategie di adattamento.
La ricerca scientifica riconosce la psicoterapia come uno dei trattamenti più efficaci per numerosi disturbi psicologici.
Tra i benefici più rilevanti troviamo:
- Riduzione dei sintomi di ansia, depressione, fobie e stress;
- Aumento della consapevolezza di sé, maggiore autonomia emotiva e resilienza;
- Costruzione di relazioni più sane e miglioramento della qualità della vita a lungo termine;
- Sviluppo di strumenti pratici per prevenire ed affrontare le difficoltà future e favorire la crescita personale.
Oltre ai vantaggi individuali, la psicoterapia ha anche un impatto sociale: riduce i costi legati all’assenteismo sul lavoro, sostiene il benessere collettivo e contribuisce a creare comunità più consapevoli e resilienti.
Come si svolge una psicoterapia
Un percorso di psicoterapia si articola in diverse fasi che accompagnano la persona dal primo incontro fino alla conclusione del trattamento. Si parte con una valutazione iniziale, durante la quale vengono raccolte la storia personale e le informazioni utili a definire gli obiettivi del lavoro. Successivamente si stipula un contratto terapeutico, in cui vengono spiegate le modalità, le tecniche e le regole del percorso in modo da chiarire aspettative e motivazione.
Segue la fase di lavoro clinico attivo, in cui il/la terapeuta applica tecniche specifiche adattandole alle esigenze della persona. Infine, la fase conclusiva mira a consolidare i progressi raggiunti e a prevenire eventuali ricadute. Possono esserci anche degli incontri di follow-up.
In Italia, solo le persone laureate in psicologia o medicina che hanno fatto una specializzazione post-laurea quadriennale possono condurre una psicoterapia.
Limiti e controindicazioni della psicoterapia
Come ogni percorso clinico, anche la psicoterapia non è priva di limiti.
Non è una bacchetta magica e, come dicevamo, non sempre rappresenta la scelta più indicata.
Alcuni aspetti vanno tenuti in considerazione fin dall’inizio:
- Senza una reale motivazione personale e obiettivi condivisi, il percorso rischia di non essere efficace;
- Affrontare temi dolorosi può temporaneamente aumentare ansia o sofferenza;
- In alcuni casi, se non gestita correttamente, può emergere una dipendenza dal terapeuta o dal processo.
Inoltre, la letteratura documenta, seppur in rari casi, alcuni effetti indesiderati, come il peggioramento dei sintomi o il ritardo nella diagnosi di altri disturbi. Quest’ultimo può verificarsi quando l’attenzione si concentra esclusivamente sul problema riportato dal paziente, trascurando segnali che potrebbero indicare la presenza di altre condizioni, come una patologia medica sottostante. In alcuni approcci che prevedono il recupero di ricordi, si è inoltre osservato il rischio di generare ricordi inesatti o distorti, con possibili ricadute emotive e relazionali.
Accanto a questi limiti generali, esistono anche vere e proprie controindicazioni cliniche, che riguardano situazioni in cui la psicoterapia non è sufficiente o deve essere integrata con altri interventi. Nei casi di crisi acute e rischio suicidario, ad esempio, la terapia da sola non basta: servono protocolli di sicurezza, monitoraggio costante e un approccio multidisciplinare che includa supporto psichiatrico e farmacologico. La psicoterapia online, pur offrendo accessibilità, mostra limiti ancora più marcati in questi scenari.
Allo stesso modo, nei disturbi psichiatrici gravi (come schizofrenia o disturbi di personalità complessi) la psicoterapia deve inserirsi in programmi integrati e intensivi, con supervisione psichiatrica, farmaci e talvolta un setting residenziale o semi-residenziale per assicurare sicurezza e continuità assistenziale.
Una scelta da valutare caso per caso
Il Bonus Psicologo può essere un’opportunità per avvicinarsi a un percorso terapeutico (o anche solo per sdoganare la terapia psicologica) ma è bene sapere che la psicoterapia non è una soluzione “universale”: ogni caso va valutato insieme a un professionista sulla base delle proprie necessità e della propria motivazione.
Se hai dubbi sull’utilità di iniziare un percorso, un primo passo può essere fare una seduta. Incontrare un terapeuta a cui fare le proprie domande aiuta a chiarire se questo tipo di supporto è quello giusto per te.