Niente compiti per le vacanze, la richiesta del preside: “Parlate con i vostri genitori”

Il dirigente scolastico di una scuola di Roma ha mandato in vacanza gli studenti senza compiti: "Solo spunti di riflessione da condividere con i genitori e la loro famiglia"

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

È successo poco prima di Natale, ma fa parlare ancora di sé la decisione presa dal dirigente scolastico di una scuola capitolina. Perché ai bambini e ai ragazzi che frequentano l’istituto comprensivo W. A. Mozart di Roma non sono stati assegnati i compiti per le vacanze.

La richiesta avanzata dal preside Giovanni Cogliandro, e comunicata a tutti i docenti attraverso una circolare, ha un obiettivo chiaro, nobile e senz’altro esemplare: invitare gli studenti di ogni età a dialogare con la famiglia, a condividere spunti e riflessioni durante questi giorni di condivisione e di gioia.

Niente compiti per le vacanze: la richiesta di un preside di Roma

È successo poco prima della chiusura della scuola per le festività natalizie: un preside di una scuola romana ha proposto di abolire i compiti per le vacanze, o meglio di sostituirli con delle attività di riflessione da condividere con i propri cari durante i giorni di festa.

Il 22 dicembre, infatti, il dirigente scolastico Giovanni Cogliandro ha emanato una circolare indirizzata ai suoi colleghi e ai docenti dell’istituto comprensivo W. A. Mozart con una richiesta ben precisa.

“Chiedo ai docenti, nel rispetto della loro libertà didattica, di integrare o sostituire una parte dei compiti per le vacanze con proposte di spunti di riflessione che le ragazze e i ragazzi, i bambini e le bambine, vorranno condividere con i loro genitori e con la loro famiglia allargata”, ha scritto il preside in una missiva lunga due pagine sottolineando l’importanza del dialogo in famiglia che, sempre più spesso, viene trascurato o messo in secondo piano.

“Il dialogo in famiglia per i nostri studenti è un esercizio di socialità maggiore, così come lo è stare con le comunità di riferimento, sportive, artistiche, sociali di appartenenza, gruppi nei quali sovente le divisioni sono maggiori di ciò che unisce”, ha poi aggiunto il dirigente scolastico.

“Occorre ripartire da ciò che di più caro si ha”

È stata una richiesta sicuramente inusuale quella del preside di Roma, che però ha raccolto il consenso di molti. La notizia, che ha fatto il giro del web negli scorsi giorni, ha visto i genitori entusiasti all’idea di poter trascorrere più tempo con i figli con l’obiettivo di instaurare dei dialoghi autentici e sinceri che troppo spesso sono trascurati a causa degli impegni di tutti i membri della famiglia.

Una richiesta sicuramente inusuale che però, come ha dichiarato il preside, non deve essere vista semplicemente come una scelta di non assegnare dei carichi di lavoro per le vacanze, quanto più come una possibilità, quella di innestare un cambiamento di atteggiamento di pensiero sia da parte dei docenti che delle famiglie, per riflettere su temi importanti. In un periodo dove gli episodi di violenza e di solitudine sono all’ordine del giorno, ha scritto Giovanni Cogliandro, “occorre ripartire da ciò che di più caro si ha”.

“A scuola con i vostri insegnanti potrete imparare a mettere sempre più al centro ciò che di più caro abbiamo, i nostri affetti e le nostre passioni, il dialogo con le persone care” – ha poi scritto il preside a conclusione della circolare – “E pensare che una vera crescita ed emancipazione si può conseguire solo se si è riflettuto insieme su come ogni momento in cui si sostituisce ciò che è scontato”.