“Siamo orgogliosi di quello che avete fatto”. La lettera del preside agli studenti di Faenza

È una lettera di incoraggiamento, di speranza e di umanità, quella scritta dal preside dell'istituto Oriani di Faenza ai suoi studenti in vista della riapertura delle scuole

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

La pioggia è scesa incessantemente negli ultimi giorni tenendo sotto scacco un Paese intero. Ma a pagarne le conseguenze, più degli altri, è stata l’Emilia Romagna. Frane, straripamenti, allagamenti e piogge persistenti hanno coinvolto 42 comuni emiliani e romagnoli facendo sprofondare la popolazione nel buio e nella disperazione.

Ma “L’Emilia Romagna risorgerà“. Una frase, questa, che risuona tra le parole degli abitanti, sugli striscioni apparsi tra i villaggi alluvionati, tra le strade e gli stadi, sui social network. Sì, la regione ce la farà, anche e soprattutto grazie alla grande solidarietà e all’umanità di un Paese intero che, negli ultimi giorni, si è stretto attorno a chi non ha più niente.

Un messaggio che alimenta le speranze di una rinascita che coinvolge tutti e che parte anche dai giovanissimi. “Rientriamo a testa alta, ripartiamo con fiducia”, ha scritto il preside di una scuola di Faenza, in occasione della riapertura dell’istituto, congratulandosi con i suoi studenti per la forza e il coraggio dimostrati durante la tragedia.

La lettera del preside di Faenza ai suoi studenti

“Dopo giorni problematici e di profonda angoscia, in occasione della imminente riapertura della scuola, a nome della comunità scolastica sento in primo luogo il dovere di esprimere la mia vicinanza alle famiglie che hanno subito danni ai beni e alle abitazioni, ai tanti che hanno sofferto disagi e tuttora si trovano in situazione di difficoltà, a coloro che sono ancora fuori dalle proprie case o hanno perso la propria attività”

Inizia così la lettera del dirigente dell’istituto Tecnico Oriani di Faenza, Fabio Gramellini, scritta proprio in occasione dell’imminente riapertura della scuola.

“Tutti abbiamo vissuto momenti di paura e di sconforto, ma alle lacrime sono seguiti subito gli incoraggiamenti; la voglia di reagire è stata immediata e ha comportato la mobilitazione, tra gli altri, di migliaia di voi studenti” – ha continuato poi il preside – “Come sempre le sventure fortificano e fanno nascere sentimenti intensi”.

Sentimenti che i giovani hanno accolto con grande coraggio, scegliendo di indossare gli stivali e imbracciare le pale, di affondare il corpo nel fango per aiutare chi ne aveva più bisogno. Lo hanno fatto con il sorriso, con l’entusiasmo, con il desiderio di essere parte di quel risorgimento che la regione auspica. Lo hanno fatto cantando “Romagna Mia”.

Ed è proprio a loro, ai giovani studenti dell’istituto e a tutti quelli del territorio, che è andato il più sentito ringraziamento di Fabio Gramellini che, proprio nella lettera, non ha mancato di esprimere tutto il suo orgoglio nei confronti di una generazione che è destinata a rendere il mondo che abitiamo un posto migliore.

“Siamo orgogliosi di voi”

“Questa catastrofe” – ha scritto poi il preside – “rappresenta anche una grande lezione di educazione civica, una di quelle che non si insegnano nelle aule che vi ha permesso di sperimentare in concreto quei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale sanciti dall’art. 2 della Costituzione . E’ ammirevole come attraverso il vostro infaticabile lavoro siano emersi dalle acque limacciose i valori della fratellanza e della coesione, la disponibilità ad aiutare gli altri e la voglia di ripartire senza piangersi addosso, mostrando anzi tenacia e volontà, caratteristiche tipiche di questa terra e del nostro popolo romagnolo”.

Fabio Gramellini ha poi concluso la lettera invitando gli studenti a ripartire proprio dalla scuola, da quel luogo così “familiare” per ritrovare un po’ di normalità dopo i fatti accaduti.

“Chi potrà lo farà già da domani e attenderemo, senza l’ansia di verifiche e compiti a casa, senza l’assillo di finire il programma. Tornare a scuola significa ritrovare un posto che potete chiamare casa; la scuola è parte della vostra vita e tornarci significa tornare alla normalità. Vi aspettiamo orgogliosi di quello che avete fatto e che ancora farete e insieme potremo riprendere il cammino verso un domani che adesso, anche grazie a voi, appare pieno di speranza”.