Iran attacca Israele, cosa è successo e cosa cambia per Gaza

Una mossa annunciata, ma che allunga un'ulteriore ombra sulla guerra in atto. Cosa sappiamo sulla situazione tra Israele, Gaza e Iran

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Giorgia Prina

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“L’Iran ha punito Israele”, così le Guardie rivoluzionarie di Teheran hanno esultato all’attacco del Paese a Israele. Una risposta attesa con timore da molti dopo l’attacco israeliano contro il consolato iraniano a Damasco del primo aprile 2024. Accaduto la sera del 13 aprile, ha allungato ancora una volta l’ombra fosca della guerra estesa sul mondo.

Iran attacca Israele, cosa è successo

L’Iran ha attaccato Israele nella notte di sabato 13 aprile. 200 droni sono stati intercettati. Ora il clima è sospeso. Non si sa se Israele risponderà al fuoco. Non si sa quali saranno le conseguenza nel conflitto con i palestinesi. Sono note le posizioni del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha dichiarato di essere contrario a un’offensiva di Netanyahu contro Teheran. Primo Ministro israeliano che appena dopo l’attacco iraniano aveva ammonito: “Risponderemo a ogni minaccia”.

Una tensione, quella tra i due stati, che non si palesa come un fulmina a ciel sereno. Nel più stretto periodo arriva dopo una giornata di paura e tensione. Nella mattinata, l’Iran aveva sequestrato una nave mercantile, la MSC Ares, nelle vicinanze dello Stretto di Hormuz, a circa 50 miglia a nord-est di Fujairah. Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ieri ha accusato l’Iran di pirateria.

Gli occhi erano chiaramente puntati sugli Stati Uniti. Biden è tornato precipitosamente a Washington dopo aver dichiarato di aspettarsi un attacco dell’Iran contro Israele. Nella stessa occasione aveva ribadito il sostegno USA a Israele: “Non farlo! Sosterremo Israele. Noi aiuteremo a difendere Israele e l’Iran non ci riuscirà. È una classica violazione del diritto internazionale”. Ora il Medio Oriente trattiene il fiato e aspetta, consapevoli che il momento è delicato.

Cosa cambia per Gaza

L’attacco dell’Iran a Israele cambia (fino a un certo punto) le carte in tavola del conflitto, iniziato il 7 ottobre del 2023 dopo l’attacco di Hamas al rave nel territorio israeliano. Prima di tutto esce dalla dimensione locale e circostanziale. Non è più leggibile come la reazione di Israele all’attacco di Hamas. L’Iran è sempre stato un autore in gioco nello scontro, ma come sostenitore, mai (fino ad ora) in un’offensiva diretta. Da mesi l’Iran attacca Israele attraverso i gruppi che finanzia in Medio Oriente (Hamas e Houthi) e dopo l’attacco attribuito a Israele all’ambasciata iraniana in Siria il primo di aprile, un suo intervento era atteso.

Ma quali sono le conseguenze per la popolazione della Striscia di Gaza, allo stremo di risorse? Dopo l’attacco, Israele ha ricordato che non ci sono le condizioni per una tregua per Gaza, secondo il servizio segreto del Mossad il capo latitante di Hamas Yahya Sinwar non vuole alcun accordo umanitario e neppure liberare gli ostaggi per continuare a “sfruttare le tensioni con l’Iran” e punta a una “escalation generale nella regione”.

Israele ha anche chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di riunirsi in seduta straordinaria per discutere la risposta della comunità internazionale e anche questo è un segnale: mentre il governo di Netanyahu ignora le risoluzioni di censura del suo operato a Gaza, ora che si sente di nuovo nella posizione della vittima che può reclamare solidarietà torna a legittimare le Nazioni Unite.