Guerra Israele-Hamas, cosa c’entra l’Iran con il conflitto

Perché l'Iran è uno dei Paesi coinvolti (indirettamente) nel conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza? Le radici dell'intervento iraniano

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Giorgia Prina

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L’Iran ha attaccato Israele nella notte tra il 13 e il 14 aprile. Una mossa diretta in risposta all’attacco israeliano contro il consolato iraniano a Damasco del primo aprile 2024. Questa la ragione breve termine dell’offensiva, ma le ragioni dell’astio tra i due Paesi, che fa temere un’escalation del conflitto, sono profonde e lo scontro latente da tempo. Secondo lo Stato ebraico gli Ayatollah controllano le milizie degli Houthi dello Yemen, quelle libanesi di Hezbollah e quelle irachene sciite. L’Iran inoltre alimenta una retorica di “distruzione di Israele”.

Cosa c’entra l’Iran con il conflitto nel conflitto

Secondo le fonti israeliane Teheran, sabato notte, avrebbe lanciato centinaia di proiettili, di cui almeno 100-150 droni e 40-60 missili. L’attacco è stato in larga parte intercettato, ma si tratta di un attacco senza precedenti: mai prima d’ora l’Iran aveva lanciato un’offensiva del genere a Israele. I recenti sviluppi fanno temere un’escalation del conflitto nella regione medio orientale. A rivendicare l’offensiva le Guardie rivoluzionarie, che hanno dichiarato che si è trattato di una “risposta ai numerosi crimini del malvagio regime sionista, tra cui l’attacco al consolato e l’uccisione di forze militari iraniane”.

Tale attacco non è mai stato rivendicato da Israele e gli Usa, che sostengono il Paese, hanno dichiarato di non essere stati informati dell’offensiva. Dal 7 ottobre, dopo la strage di Hamas nello Stato di Israele, gli israeliani sono impegnati a Sud nell’invasione della Striscia di Gaza. Al Nord, nello stesso tempo, combattono una guerra a minore intensità proveniente dal Libano. Lo scopo dichiarato delle milizie di Hezbollah è quello di impegnare parte dello sforzo bellico israeliano impedendogli di utilizzare la sua intera forza sul territorio già piegato e in carenza di qualsiasi tipo di risorsa di Gaza e sulla sua popolazione.

Qui entra in gioco l’Iran. Il Paese è uno tra i più coinvolti nel conflitto tra Israele e Hamas (anche se, fino ad ora, solo indirettamente). Il governo di Teheran è stato spesso accusato di aver contribuito all’organizzazione dell’operazione del gruppo palestinese del 7 ottobre, e alcune settimane dopo l’attacco l’esercito israeliano ha affermato di avere prove del “coinvolgimento” dell’Iran. Le autorità iraniane hanno sempre negato il proprio coinvolgimento nello scorso, continuando per a rimarcare le ragioni e i diritti della resistenza dei palestinesi. L’attuale governo degli Ayatollah (una Repubblica islamica nata nel 1979) si oppone alla legittimità dello Stato di Israele. Si tratta inoltre di un punto di riferimento – “Asse della resistenza”, come si definisce il governo di Teheran – per i movimenti sciiti attivi in Medio Oriente. A loro fornisce aiuto militare e economico ( è solo un esempio).

L’opposizione a Israele

Uno degli obiettivi noti dell’Asse della resistenza , guidato dall’Iran è l’opposizione a Israele. La sua avanguardia, utilizzata indirettamente per lo scontro contro lo Stato ebraico è costituita da due gruppi armati palestinesi: Hamas e il Jihad islamico palestinese che operano in Cisgiordania e Libano, ma soprattutto nella Striscia di Gaza. Si tratta di due movimenti sunniti, utili alla rete di Teheran proprio per la loro lotta aperta a Israele.

Con l’attacco iraniano di sabato 13 aprile, la guerra fino ad ora solo paventata tra Israele e Iran si è trasformata (almeno per qualche ora) in una guerra vera. L’attacco non ha sortito effetti significativi in termini di danni e vittime, ma le sue possibili conseguenze spaventano il Medio Oriente e il mondo intero.