La prima visita di controllo del neonato

Con l'aiuto di una pediatra, scopriamo cosa si fa durante le prime visite di controllo, perché sono importanti e quali sono quelle obbligatorie.

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Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Non appena nostro figlio/nostra figlia viene alla luce, subito dopo avercelo messo fra le braccia, sarà sottoposto alla sua prima visita di controllo. Una delle tante, alcune delle quali verranno fatte negli ambulatori/studi del nostro pediatra di libera scelta, al fine di verificare che la sua crescita sia nella norma e che non vi siano patologie o criticità.

Per un neo genitore la prima visita di controllo e tutte quelle che seguiranno, chiamate visite filtro o di bilancio, possono essere occasione di confronto, volte a dipanare molti dubbi sulla crescita del neonato ma anche sui comportamenti che l’adulto deve o non deve mettere in atto.

Pensiamo ad esempio alla verifica del peso o alle due opzioni fra l’allattamento materno ed il latte artificiale. Pensiamo ai dubbi sul ciuccio, su quando deve essere dismesso, se sia meglio una tettarella o un dito in bocca, ma anche allo svezzamento e all’auto svezzamento, solo per citare qualche esempio. È facile intuire quante possano essere le domande sulle questioni più comuni e banali, e che solo un chiaro confronto con un buon/buona professionista può essere funzionale anche alla nostra serenità.

Con l’aiuto della dottoressa Giulia Giacomini, pediatra, in questo articolo vedremo quando vengono fatte le visite di controllo, a cosa servono e quali sono quelle obbligatorie per legge.

Visite pediatriche
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A cosa servono le visite pediatriche e quando vanno fatte

La prima visita del neonato: quando e dove

Dopo la fase espulsiva, a seconda del tipo di parto, ci ritroveremo prestissimo fra le nostre braccia il nostro neonato/a tanto atteso. Attorno a noi, sempre in base al travaglio e alla fase finale, potremmo trovarci personale ostetrico, ginecologi/ginecologhe e subito dopo puericultrici e pediatri. Questi ultimi due sono infatti i professionisti che, in veste differente, si occuperanno del nostro bambino/a, per assicurarsi che sia in buone condizioni di salute, per poi preparalo alle sue prime ore di vita extra-uterina.

“La prima visita neonatale viene eseguita nella struttura ospedaliera dove è avvenuto il parto, generalmente nelle prime ore dopo la nascita, con tempistiche che differiscono tra i vari centri. La prima visita neonatale è un momento importante, viene valutato l’adattamento alla vita extra-uterina e il piccolo viene visitato in tutta la sua interezza: si prendono le misurazioni dei parametri, quali peso, altezza, circonferenza cranica e si procede poi ad un esame obiettivo completo “dalla testa ai piedi”.

Alla dimissione dall’ospedale il neonato viene generalmente rivalutato. La dimissione è anche un momento di confronto per il genitore, che può porre domande al medico, chiarendo eventuali dubbi, per esempio sull’allattamento o sulla gestione di altri bisogni del piccolo nuovo nato (il sonno, le evacuazioni, la diuresi).

In ospedale vengono eseguiti anche gli screening, quello per la diagnosi precoce delle malattie metaboliche ereditarie, lo screening uditivo e il riflesso rosso pupillare (per la cataratta congenita). Inoltre, alla visita il pediatra esegue la manovra di Ortolani e la manovra di Barlow, che consistono nell’aprire e chiudere le gambine dei neonati per valutare la presenza di un click possibile, spia della displasia congenita dell’anca. Per questa problematica, in molte regioni italiane esiste il progetto di screening aperto a tutti, eseguito tramite un’ecografia delle anche, generalmente proposta intorno alla 6^ settimana dopo la nascita.

Dopo la dimissione è consigliato scegliere il prima possibile il proprio pediatra di libera scelta dal quale andrà eseguita la prima valutazione con la presa in carico”.

Visite pediatriche
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A cosa servono le visite pediatriche e quando vanno fatte

Cosa si fa alla prima visita pediatrica

Come ci ha ricordato, fra le altre cose, la dottoressa Giulia Giacomini è importante che, dopo le dimissioni dall’ospedale, la coppia scelga un professionista di famiglia al quale affidarsi sia per le normali visite di controllo che per malattie tipiche dell’infanzia, i malanni stagionali, ed i dubbi che, di volta in volta, il neonato prima ed il bambino poi susciteranno in noi.

Sempre consigliabile scegliere un pediatra disponibile, aperto al dialogo e facile da reperire. Un/una pediatra che abbia il proprio studio in una zona per noi comoda da raggiungere, in quanto, i primi mesi ed i primissimi anni, potrebbe essere un punto di riferimento dal quale recarsi frequentemente, dunque meglio fare una scelta consapevole sotto ogni punto di vista.

Ma in cosa consistono le prime visite pediatriche, a cosa servono, perché è importante andarci? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Giacomini.

“In occasione della visita avviene il primo incontro tra il pediatra di libera scelta e la famiglia. Durante questo momento viene indagata la storia clinica della famiglia e quella del piccolo nuovo nato.  Viene in primo luogo valutato l’avvio dell’allattamento e il recupero del peso.

Tutti i neonati, nei primi giorni di vita, subiscono un fisiologico calo del peso, per poi recuperare il peso alla nascita, nei primi 10-12 giorni di vita. I neonati devono crescere circa 25-30 g al giorno o 150-200 g a settimana. Per il genitore è importante saper indicare quanti pannolini vengono cambiati al giorno, per dare un’indicazione sulla diuresi giornaliera.

L’esame obiettivo eseguito dal pediatra mira ad individuare problematiche che possono non essere già presenti alla nascita come difficoltà alla poppata, soffi al cuore di nuova insorgenza, mancato recupero del peso, diuresi scarsa, colorito giallo della pelle (che si chiama ittero), feci biancastre.

Una domanda spesso posta dai genitori al pediatra riguarda la cura del moncone ombelicale: il moncone cade circa attorno ai 15 giorni di vita, va mantenuto asciutto e pulito, e per tale motivo il bambino potrà fare il bagnetto solo dopo che questo sarà caduto.

Infine, il pediatra valuta l’adattamento neurologico, attraverso la postura, i movimenti spontanei e il tono del neonato. La prima visita non è solo un momento per visitare il neonato, ma serve anche per ascoltare le preoccupazioni dei neogenitori e sancire un patto, un’alleanza con la nuova famiglia”.

Visite pediatriche
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A cosa servono le visite pediatriche e quando vanno fatte

Visite obbligatorie: quali e quante

Purtroppo ancora troppe famiglie credono di poter fare a meno del pediatra, sostituendosi a lui/lei anche nella somministrazione dei farmaci da banco più comuni. Un grave errore a danno del bambino, perché se è vero che il ruolo del genitore è indispensabile anche nell’ottica di monitorare il suo stato di salute, a fare la diagnosi, a stabilire terapie, non potrà che essere l’esperto. Tra l’altro, andare dal pediatra consente allo stesso medico di seguire nostro figlio il più possibile, di conoscere perfettamente la sua crescita, di creare un legame di fiducia.

“I cosiddetti “bilanci di salute” sono un obbligo di legge sanciti dal decreto DPR 613 del 1996 che istituì un programma di visite da eseguire non per una problematica clinica insorta, ma in un momento di totale benessere del bambino.

Il pediatra, in tali occasioni, ha il compito di valutare la crescita e lo sviluppo del bambino, intercettare i primi segni o sintomi di allarme spia di qualche patologia, ma non solo, valuta anche lo sviluppo psichico e sensoriale.

Fa inoltre anche interventi di educazione e prevenzione sanitaria e ricerca fattori di rischio clinico e sociale. In tutta Italia, per legge, devono essere erogati almeno 6 bilanci di salute entro i primi 6 anni di età. In alcune regioni, come ad esempio in regione Toscana, i bilanci di salute consigliati sono molti di più”.

I bilanci di salute generalmente eseguiti:

  1. La “presa in carico” nei primi giorni di vita (15-25 giorni)
  2. A 2-4 mesi
  3. A 5-7 mesi
  4. A 7-9 mesi
  5. A 11-13 mesi
  6. A 15-21 mesi
  7. A 2-3 anni
  8. A 5-6 anni
  9. A 8-10 anni
  10. A 11-13 anni.

Ricordiamo, infine, che già al compimento dei sei anni di età, la famiglia potrebbe optare per passare dal pediatra al proprio medico di base. Ciò avviene raramente. Per legge, invece, ed al momento in cui si scrive, al compimento dei 14 anni di età, ci sarà una revoca automatica.  Mentre si può mantenere il rapporto con il pediatra sino ai 16 anni, in presenza di specifiche patologie.