Perché non dovresti mai chiamare un papà “mammo”

Chiamare un papà "mammo" è discriminatorio, per lui ma anche per la figura della donna. Ecco perché non bisognerebbe farlo mai

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

C’era una volta un papà, che lavava i piatti, si occupava del bucato, preparava pranzo e cena per la famiglia e accudiva i suoi bambini. Vi starete chiedendo, dov’era la mamma in tutto questo? Lei era occupata con il lavoro e la carriera, e divideva la sua quotidianità tra gli impegni professionali e personali, e sapete una cosa? L’equilibrio familiare era perfetto.

Qualcuno però, ha definito quel padre così amorevole e presente un “mammo”, una parola davvero sgradevole per identificare chi un ruolo ce l’ha già, e pure piuttosto definito.

E vi chiederete voi, che male c’è a definire un uomo, che si occupa dei bambini a tempo pieno, o quasi, un mammo? Del resto, basta fare una rapida ricerca online per scoprire che il termine, piuttosto diffuso, compare anche sull’enciclopedia Treccani, con la definizione “scherzosa” di “Uomo che, nella cura dei figli e nella gestione della casa, svolge le funzioni tradizionalmente proprie di una mamma”.

Scherzoso, leggiamo, eppure a pensarci, non c’è niente di così discriminatorio come questo aggettivo per definire un genitore che il suo ruolo lo ha già: papà, padre, babbo, insomma, possiamo anche scegliere come chiamarlo. La verità è che utilizzando questo termine, altro non facciamo che annullare tutte le lotte per l’uguaglianza e l’emancipazione femminile.

Perché se è vero che oggi lavoriamo, ci dedichiamo alla carriera e ci affermiamo, professionalmente parlando, è altrettanto vero che per molti, siamo ancora quelle che si devono occupare in maniera prevalente delle faccende di casa, dell’organizzazione familiare e della cura dei bambini. Pensiero questo, che fa ancora comodo a una parte della società in cui viviamo e che non dovrebbe essere lasciato in eredità alla nuove generazioni.

Ecco perché, dietro alla parola mammo, ci sono stereotipi ancora non superati, senza contare che questo termine, più che scherzoso, sembra quasi un’offesa ai danni del papà, che altro non fa che svolgere il suo ruolo, quello di prendersi cura dei propri figli.

Se è vero infatti che le parole ci determinano, è altrettanto vero che chiamare un papà, mammo, equivale a dirgli che non si trova al suo posto, quando invece, lui è esattamente dove e con chi vuole essere, con la sua famiglia, nella maniera che più ritiene opportuna.