La gravidanza e il parto sono eventi importantissimi nella nostra vita, pieni di significato ed anche, in parte, di mistero. La preparazione alla nascita, come la nascita stessa, sono spesso state accompagnate da tradizioni, rituali, credenze dalle radici antichissime, strettamente legate alle diverse culture. Le varie pratiche, e qui ne analizzeremo alcune, hanno alla base la speranza di proteggere sia la donna durante i nove mesi di gravidanza, che il passaggio alla vita extrauterina durante il parto, ed infine il bambino, successivamente.
Ora faremo un breve viaggio nelle tradizioni culturali e nei rituali della gravidanza e del parto, nei secoli, per poi arrivare ad alcune pratiche contemporanee. Si tratta di rituali che non hanno valore scientifico, ma che rispecchiamo solo la cultura del tempo e della società nella quale sono stati tramandati e che, semmai, possono avere la finalità di aiutare la futura mamma a sentirsi parte della propria comunità.

Indice
Rituali antichi legati alla gravidanza e al parto
Se oggi la scienza ci illumina su molto di quel mistero che nei secoli si è attribuito alla gravidanza e al parto, come anche al sesso del nascituro, lasciando poco all’immaginazione e ai dubbi, al contrario i popoli antichi non potevano che affidarsi a credenze, miti, dei, e rituali scaramantici per augurare il benessere della donna e del nascituro.
Vediamo insieme quali tradizioni sulla gravidanza e sul parto si tramandavano nell’antichità.
Rituali nell’antico Egitto
Nell’Antico Egitto, la gravidanza era vista come un dono divino e veniva associata a divinità come Iside e Bes, protettrici delle donne incinte e dei neonati. Le future mamme utilizzavano amuleti con iscrizioni magiche per proteggersi dagli spiriti maligni. Inoltre, il test di gravidanza egiziano prevedeva che una donna urinasse su semi di orzo e grano: se i semi germogliavano rapidamente, si riteneva che fosse incinta.
Parto e rituali nella Grecia e nella Roma antica
In Grecia e nell’antica Roma, la nascita era accompagnata da riti per garantire la protezione della madre e del neonato. In Grecia, si invocava Artemide, dea della fertilità e del parto, mentre a Roma le donne incinte pregavano Giunone. Dopo il parto, la madre si sottoponeva a un rituale di purificazione chiamato lustratio, tramite il lavaggio con acqua, rami di lauro o di olivo, mentre il neonato riceveva un amuleto protettivo chiamato bulla.

Gravidanza e parto: i rituali nei diversi continenti
La gravidanza ed il parto non sono solo eventi naturali ma da sempre vengono vissuti con spiritualità. Ogni continente, ogni cultura, attribuisce a questi eventi una spiritualità diversa che risente della cultura nella quale avvengono ed ovviamente anche della religione principale. Anche il battesimo cristiano, ad esempio, fa parte dei rituali post-parto, per anni celebrato immediatamente dopo la nascita, contrariamente a quanto accade ora.
Tradizioni in Asia e in America
In India, la cerimonia del Seemantham, celebrata nel settimo mese di gravidanza, prevede preghiere e rituali per garantire la salute della madre e del bambino.
In Cina, la madre osserva il “Mese d’Oro”, un periodo di 30 giorni dopo il parto in cui deve rimanere a riposo, evitando di lavarsi i capelli o di esporsi al freddo per proteggere il suo corpo indebolito. Durante questo tempo, la madre segue una dieta specifica e riceve cure particolari per recuperare le energie. Va detto che, sino a qualche decennio fa, anche in Italia la donna metteva in pratica questo comportamento: si parlava dei 40 giorni dopo il parto. Essi, in realtà, affondavano le radici in quella reale condizione post parto per la quale ci vogliono circa 40 giorni per far rimettere in sesto la madre dopo un parto particolarmente faticoso. Tempo durante il quale la donna si rimette in forma, fisicamente ed anche emotivamente.
In Giappone, tradizionalmente, le donne partoriscono in silenzio, credendo che il rumore possa disturbare l’energia del neonato. Inoltre, l’uso di amuleti e talismani è comune per proteggere madre e bambino da influenze negative durante il parto.
Nella cultura islamica, è consuetudine recitare versetti del Corano durante il travaglio, per invocare la protezione divina. Al momento della nascita, l’adhan (chiamata alla preghiera) viene sussurrato nell’orecchio destro del neonato, introducendolo così alla fede.
In alcune comunità africane, le donne incinte partecipano a cerimonie di benedizione con canti e oli sacri per allontanare gli spiriti maligni. Dopo la nascita, il “naming ceremony” è un evento significativo in cui il bambino riceve il suo nome con una celebrazione che include danze, offerte e benedizioni da parte degli anziani. Questo rito simboleggia l’integrazione del nuovo membro nella famiglia e nella società.
Nella tradizione ebraica esiste il “Brit Milah”, si tratta di una cerimonia di circoncisione che avviene l’ottavo giorno dopo la nascita per i maschi, rappresentando l’alleanza con Dio. Questo rito è seguito da una festa che celebra l’ingresso del bambino nella comunità religiosa.
Infine, le tribù indigene del Nord America avevano rituali specifici per il parto: ad esempio, le donne partorivano in un ambiente familiare, assistite dalle anziane della comunità, mentre gli uomini praticavano canti e preghiere per facilitare il parto. Mentre in America Latina, il “rezo del ombligo” è una cerimonia in cui si seppellisce il cordone ombelicale del neonato come simbolo di protezione e legame con la terra.

Gravidanza e parto: i rituali culturali in Europa
In passato, anche nel nostro continente esistevano alcune tradizioni legate alla gravidanza: come quelle durante il Medioevo per le quali si pensava che il suono delle campane proteggesse la donna incinta dagli spiriti maligni. Mentre nel nord Europa, era comune che la madre e il bambino rimanessero isolati per 40 giorni dopo il parto per evitare pericoli.
Dunque anche noi abbiamo tradizioni, rituali, credenze legate alla gravidanza come anche alla nascita. Alcune di queste sono tutt’oggi praticate, nonostante non abbiano valore scientifico. Esse sono vissute solo come gesto di buon augurio e come festeggiamento per il lieto evento, fra amiche e persone care. Molte sono poi quelle diventate di moda, praticate più per la voglia di festeggiare in modo originale questa fase importante ed unica nella vita di una donna, piuttosto che con finalità diverse.
Nascita in acqua e parto olistico
Molti genitori dei nostri giorni scelgono il parto in acqua, ritenuto meno traumatico per il neonato e più naturale per la madre. Alcune donne preferiscono affidarsi a doule e ostetriche per un approccio più olistico, con tecniche di rilassamento e ipnosi per gestire il dolore. Musica, rumori bianchi, candele, sono orpello di molti parti, che possono far sentire la donna più rilassata e tranquilla durante il travaglio. In molti di questi casi il parto avviene in casa, circondate da amiche fidate, come benvenuto della nuova vita alla presenza della comunità più ristretta della futura madre.
Placenta therapy e lotus birth
Una pratica in crescita è il consumo della placenta sotto forma di capsule, ritenuto benefico per il recupero post-parto e l’equilibrio ormonale. Un’altra tendenza è il lotus birth, che prevede di lasciare il cordone ombelicale attaccato al bambino finché non cada naturalmente, come simbolo di connessione con la madre e la natura.
Blessingway
Si tratta di un rito ispirato alla tradizione dei Navajo, in cui amici e parenti offrono parole di incoraggiamento, canti e simboli di protezione per la futura madre, durante il parto.
Hypnobirthing
È una tecnica di preparazione al parto basata sull’auto-ipnosi al fine di ridurre il dolore, l’ansia, la paura. Attraverso la respirazione e l’auto-rilassamento si combattono quegli ormoni che irrigidiscono il corpo, ostacolando un parto più sereno.
Ma ci sono anche rituali più divertenti e meno spirituali che ormai hanno preso piede nella cultura occidentale, anche grazie a molte commedie che hanno come focus gravidanza e parto.
Baby shower
Primo fra tutti è il famoso ed ormai sdoganato baby shower. Durante questo evento viene celebrata la nuova vita, ancora custodita nei pancione: gli ultimi mesi di gravidanza, quando mamma e bambino stanno bene, e prima che arrivi l’ansia da parto, amici e familiari si riuniscono per celebrare l’imminente nascita, offrendo regali e chiacchiere alla futura madre.
Gender reveal party
Molto social e molto commedia americana è il gender reveal party, una pratica sempre più diffusa anche tra i comuni mortali, durante la quale i genitori annunciano il sesso del bambino con effetti speciali e molto scenici come palloncini colorati o fuochi d’artificio, torte e vestiti a tema.
Belly painting
La pittura del pancione, raffigurante disegni simbolici o significativi, per celebrare la gravidanza e creare un ricordo speciale, è una pratica simpatica messa in atto quasi a fine gravidanza, spesso durante il baby shower o per fare scatti fotografici ad hoc.
Milk bath maternity photoshoot
Si tratta di una pratica dalle origini anglosassoni che consiste in scatti fotografici artistici con la madre immersa in un bagno di latte, per simboleggiare la purezza e la nutrizione. Ormai diffusi sono anche gli scatti fotografici per creare un album dedicato al travaglio e al parto.

L’importanza (o il pericolo) dei rituali
I rituali offrono senz’altro un senso di continuità, identità e appartenenza, collegando le nuove generazioni alle loro radici culturali, in una società sempre più disgregata e poco partecipe agli eventi fondamentali della vita. Per questo si può comprendere il successo di vecchie e nuove usanze messe in pratica da alcune future mamme. Benefici psicologici, supporto emotivo alle madri, reti di sostegno sono innegabili durante la messa in pratica anche della più banale di queste usanze. Al contrario, l’ assenza di una qualche forma di partecipazione alla gravidanza e al post parto, rischia di creare molta solitudine nelle mamme. La condivisione di esperienze e conoscenze tra le donne rafforza i legami sociali e promuove un senso di solidarietà. Per questo motivo alcune pratiche sono assolutamente positive, purché prese con distacco e consapevolezza.
Importante è sapere che sul benessere della gravidanza e del parto possono incidere solo la scienza, l’informazione corretta, la consultazione delle uniche fonti autorevoli: il /la professionista che ci segue e l’ospedale dove partoriremo. Essi non possono essere sostituiti da alcun rituale della nonna o dei nostri antenati.