Perché i parrucchieri sono chiusi il lunedì? La triste storia di Mariuccia ce lo svela

Vi siete mai chieste perché parrucchieri e barbieri hanno scelto il lunedì come giorno di chiusura? La motivazione è legata alla triste storia di una giovane donna

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

I capelli sono lo specchio della nostra personalità, ecco perché amiamo prendercene cura ogni giorno con pettinature e styling sempre diversi. Ecco perché amiamo farci coccolare dalle mani sapienti degli esperti in quei momenti, che sono solo nostri, all’insegna del relax.

Meno male che esistono loro, i saloni di bellezza e i parrucchieri che per noi donne si trasformano in luoghi accoglienti e rigeneranti dove possiamo rilassarci, col corpo e con la mente, e anche farci più belle. Certo che tra il caos e il disordine dei giorni a volte è davvero difficile incastrare quell’appuntamento settimanale o mensile che però è doveroso.

Mai di lunedì, però. Lo sappiamo bene, infatti, che quello è l’unico giorno della settimana in cui la maggior parte dei saloni di bellezza e dei parrucchieri sono chiusi. Del resto è loro il diritto di concedersi il meritato riposo dopo che si sono presi cura di noi e dei nostri capelli. Ma vi siete mai chieste perché è stato scelto proprio il lunedì come giorno di chiusura? Ve lo sveliamo noi.

C’era una volta Mariuccia

A quanto pare, infatti, non è un caso che i parrucchieri abbiano scelto il lunedì come giorno di riposo settimanale. La motivazione affonda le sue origini diversi secoli fa ed è legata al triste destino di una donna di nome Mariuccia.

La storia, legata alla città di Firenze, è stata tramandata da generazioni alla stregua di una leggenda urbana. Di questa vicenda ne hanno parlato anche l’autrice Ippolita Douglas Scotti nel suo libro 101 perché sulla storia di Firenze e Luigi Prunetti e Roberto Pinotti nello Stradario magico-insolito di Firenze.

Era il 1794 quando, una giovane prostituta napoletana che viveva a Firenze, venne trovata senza vita nei pressi del Giardino di Boboli con la gola tagliata da un rasoio. Era una calda e soleggiata giornata di giugno e i cittadini del capoluogo fiorentino veniva scossi dalla notizia dell’efferato omicidio.

Mariuccia, di origini napoletane, si era trasferita a Firenze per trovare fortuna, anche se quella non arrivò mai. Subito dopo la sua morte, che avvenne presumibilmente in pieno giorno, le autorità iniziarono a indagare senza però trovare prove o presunti colpevoli.

Tante le domande ai vicini di casa e ai clienti abituali di Mariuccia: nessuno sembrava aver visto niente. La svolta nelle indagini avvenne quando la polizia, durante una ronda al mercato, trovò su una bancarella una sottana in tulle che la donna abitualmente usava. Il mercante raccontò di averla acquistata per pochi soldi da Antonio di Vittorio Giani, un giovane di 22 anni che faceva il barbiere in via Romana.

Interrogato dalla polizia, il giovane uomo confessò di essere il colpevole dell’omicidio della giovane Mariuccia. Ammise di averla uccisa per gelosia.

Perché i parrucchieri sono chiusi di lunedì?

Il colpevole venne così individuato e condannato a morte. Lunedì 11 giugno, Antonio di Vittorio Giani, fu portato in una piazza gremita di gente per l’esecuzione. Ad assistere all’impiccagione anche tutti i colleghi della città che scelsero, simbolicamente, di lasciare chiuse le loro botteghe tutto il giorno.

Da quel momento, ogni lunedì, parrucchieri e barbieri scelsero di tenere abbassate le saracinesche dei loro negozi ogni lunedì.