Non tutti gli amori sono destinati a durare per sempre, questo lo sappiamo bene. Molte relazioni finiscono e si chiudono, non solo quando il sentimento scema ma anche quando emozioni e passione sono ancora vive e brucianti. È proprio per raccontare questa molteplicità di situazioni che è nato il Museum of Broken Relationships, ovvero il Museo delle Relazioni Interrotte, che raccoglie ricordi di amori finiti provenienti da ogni parte del mondo.
Questo spazio sociologico si trova a Zagabria, capitale della Croazia (il suo nome in croato è Muzej Prekinutih Veza) e la sua fama è in crescendo da anni non solo per l’originalità dell’idea, ma anche per la varietà degli oggetti esposti e per i molteplici riconoscimenti ricevuti nel tempo.
Indice
La nascita del Museo delle Relazioni Interrotte
Una delle cose più interessanti del Museo delle Relazioni Interrotte sono le sue origini. L’idea è nata, infatti, proprio in seguito a un amore finito, quello tra Olinka Vištica (produttrice cinematografica) e Dražen Grubišić (scultore). I due sono stati insieme per quattro anni e avevano un’abitudine particolare, un gioco che facevano tra loro: avevano “adottato” un piccolo coniglio bianco a molla, di quelli che saltellano dopo la carica, e ogni volta che Dražen partiva lo portava con sé.
Lo scultore mandava a Olinka foto del coniglio a molla immortalato di fronte ai monumenti iconici dei luoghi che visitava: la Tour Eiffel, il Big Ben, la Basilica di San Pietro e via dicendo. Quando la loro storia è finita i due sono riusciti a rimanere in buoni rapporti, ma non sapevano che ne sarebbe stato proprio del coniglietto, che a lungo era stato il simbolo del loro amore. Così, si sono chiesti se non esistesse un modo per dargli una “nuova vita”.
Vištica e Grubišić hanno così cominciato a fare delle ricerche in rete su cosa fare degli oggetti che, per tanto tempo, sono stati condivisi da persone che si sono amate. Si sono trovati di fronte a una serie di opzioni che, però, a loro sembravano brutali: metterli dentro scatole e lasciarli invecchiare al buio, buttarli, distruggerli o addirittura dargli fuoco. A caldo, reduci dalla fine del loro amore, i due pensarono già a un museo dove esporre il coniglio, ma si limitarono a scherzarci su.
Il coniglio rimase a Vištica, ma dopo tre anni Grubišić la ricontattò, chiedendole di valutare seriamente l’idea del museo, che avrebbe ospitato, ovviamente, non solo il coniglio ma una vera e propria collezione di oggetti. Quando Vištica accettò, i due iniziarono a chiedere ai loro amici di donare gli oggetti-ricordo delle loro relazioni interrotte e mano a mano raccolsero talmente tanto materiale da pensare a una prima esposizione.
Reperti, reliquie ed emozioni
La collezione di oggetti fu esposta al pubblico per la prima volta nel 2006. I due creativi allestirono la mostra all’interna della Gipsoteca di Zagabria, in occasione del 41º Salone d’Arte della città. L’esposizione riscosse un successo che i due artisti non avrebbero mai neanche immaginato: i visitatori erano entusiasti e adoravano non solo scoprire gli oggetti testimoni di amori finiti, ma anche di leggere le loro storie. Sì, perché alcuni erano accompagnati anche da biglietti che ne raccontavano i dettagli.
Tale entusiasmo ha fatto sì che, per un certo lasso di tempo, l’esposizione di Vištica e Grubišić fosse itinerante. Non esisteva, dunque, una vera e propria sede del Museo delle Relazioni Interrotte: più semplicemente, la mostra veniva richiesta da molte città, fino al punto in cui i due artisti hanno realizzato un vero tour mondiale, con esposizioni in Argentina, Bosnia-Erzegovina, Germania, Macedonia, Filippine, Serbia, Singapore, Slovenia, Sud Africa, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
La cosa più interessante è che durante il tour il pubblico poteva donare i suoi oggetti, accompagnati dai vari racconti, aumentando così la collezione. Vištica e Grubišić iniziarono a possedere centinaia di documenti, fotografie, lettere, messaggi (e screenshot di messaggi), peluche, gioielli e persino sex toys.
La quantità di ricordi in loro possesso iniziò a far sentire l’esigenza di una sede fisica e i due decisero di investire tutto ciò che avevano guadagnato per affittare uno spazio a Zagabria. Il Museo delle Relazioni Interrotte ha così aperto ufficialmente i battenti nel 2010 e da allora non solo è aperto tutti i giorni, ma ha continuato ad arricchire la sua collezione e a implementarla con due nuove sezioni, quella virtuale dove chiunque può “donare” i propri materiali caricando immagini e documenti che vengono proiettati all’interno del museo (anche in forma anonima) e il confessionale, area interattiva dove i visitatori possono registrare la propria esperienza.
Il racconto come strumento per andare oltre
Secondo Vištica e Grubišić, gli oggetti possiedono degli “ologrammi” di ricordi ed emozioni che possono essere fondamentali e terapeutici per chi ha visto finire la propria relazione. Raccontare ciò che è successo, esporlo, mostrarlo e trasferire il suo suo patrimonio, sia materiale che immateriale, sarebbe uno strumento potente per permettere di realizzare anche visivamente il fatto che quel capitolo della propria vita sentimentale si è chiuso.
I due artisti sottolineano inoltre che con il loro allestimento vogliono creare uno spazio di “memoria sicura” che protegge i ricordi e li distacca dalle sensazioni negative. Il risultato è sicuramente agrodolce, ma se una storia è stata davvero importante e ha lasciato del buono potrebbe valerne la pena.