La moglie ripudiata, la regina amata: Caterina D’Aragona

La storia di una regina che ha difeso con dignità e fermezza i suoi diritti matrimoniali e quelli di sua figlia, dimostrando un'incredibile forza e coraggio

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

Attraverso il corso della storia, le donne sono state spesso confinate ai margini della società, viste principalmente come oggetti di scambio piuttosto che come individui autonomi con diritti e desideri propri. Nonostante ciò, molte di loro hanno trovato il coraggio di resistere, sfidare le convenzioni, reclamando il loro giusto posto nella storia.

Alcune si sono distinte in modo straordinario, sono diventate dei veri e propri simboli di dignità e forza, valori inestimabili che le hanno consentito di non farsi schiacciare dalle ingiustizie del loro tempo.

Una di queste è Caterina d’Aragona, la regina che fu ripudiata e che, nonostante le sopraffazioni subite, ha sempre dimostrato un coraggio fuori dal comune per la sua epoca e una resistenza senza pari, trovando la forza nella fede e nell’amore del suo popolo.

Caterina D’Aragona: la forza e il destino di una regina

Nel lontano 1485, mentre l’Inghilterra stava ancora risentendo delle ferite lasciate dalla guerra dinastica delle Due Rose, dall’altra parte del continente europeo, in Spagna, ebbe origine una storia di potere, fede e resilienza. Questa è il racconto di Caterina D’Aragona.

Nata in un periodo storico cruciale durante la riconquista della Spagna, Caterina era la figlia dei re cattolici, Ferdinando e Isabella. I suoi genitori stavano unendo il regno attraverso il matrimonio, combinando i rami Castigliano e Aragonese della famiglia reale, e riscattando la terra occidentale dagli arabi, che avevano trasformato la regione in un fiorente centro scientifico e culturale.

Cresciuta in un ambiente di fervore religioso e ambizione politica, Caterina fu educata per diventare una figura di potere. Oltre alle mansioni domestiche tradizionalmente assegnate alle donne dell’epoca, sua madre desiderava che si dedicasse anche agli studi avanzati di politica, filosofia e lingue straniere, discipline solitamente riservate solo agli eredi maschi.

Attraverso i matrimoni strategici dei loro figli, Ferdinando e Isabella tessero una rete di alleanze che si estendeva attraverso l’intera Europa. Il loro obiettivo era di consolidare il potere e l’influenza della Spagna nel continente. Anche la giovanissima Caterina divenne un tassello fondamentale in questo mosaico geopolitico. Il suo destino la condusse nelle braccia dell’Inghilterra di Enrico VII, un sovrano che cercava disperatamente alleati potenti per consolidare il suo precario dominio.

E così, nel lontano ottobre del 1501, la giovane donna lasciò le calde e familiari terre della Spagna, per raggiungere la fredda e sconosciuta Inghilterra e sposare il primogenito di Enrico VII, il principe Arturo. Quando Caterina arrivò alla corte inglese, la sua bellezza lasciò tutti senza parole, ma la sua eleganza naturale erano in contrasto stridente con l’aspetto del principe, che era notevolmente magro e mostrava segni di una salute cagionevole. Nonostante queste differenze, Caterina e Arturo si unirono in matrimonio, un’unione di breve durata poiché il principe fu colpito da una malattia improvvisa che lo portò ad una morte prematura.

Caterina D’Aragona, una straniera in ostaggio

Dopo la tragica morte del principe Arturo, la sua ripartenza per la Spagna sembrava la scelta più sensata. Tuttavia, questa decisione avrebbe comportato per il sovrano inglese la restituzione dell’ingente dote che aveva ricevuto al momento del matrimonio. Ma il re non aveva alcuna intenzione di impoverire le casse dello Stato e decise di trattenere Caterina in Inghilterra, nonostante fosse rimasta vedova senza figli. Così, anziché fare ritorno nella sua amata Spagna, rimase intrappolata in una sorta di prigione dorata, vittima di una condizione indesiderata che si protrasse per ben sette lunghi anni.

Dopo un lungo periodo di incertezza e attesa, la sua vita prese una svolta drastica con la morte di Enrico VII. Finalmente, si aprì per lei un nuovo capitolo, quando sposò il bello e giovane Enrico VIII, diventando Regina d’Inghilterra: un ruolo per cui si era preparata fin da bambina.

I sovrani erano amati dal popolo e rispettati nell’ambiente culturale dell’epoca. Ma, il suo matrimonio diventò presto tormentato a causa della sua incapacità di concepire un erede maschio. Tuttavia, nel freddo mese di febbraio del 1516, Caterina diede alla luce una bambina, Maria. Nonostante non fosse il tanto atteso erede al trono, il destino le avrebbe riservato un ruolo significativo nella storia inglese. Infatti, avrebbe indossato la corona d’Inghilterra, sfidando le aspettative e i pregiudizi del suo tempo e lasciando un’impronta indelebile sulla storia del suo Paese.

Anna Bolena: una storia di amore e potere

Tra le numerose amanti di Enrico VIII, un giorno il re si innamorò di una delle damigelle di sua moglie, Anna Bolena, una donna conturbante, con una personalità e un’intelligenza acute che attirava irresistibilmente il sovrano. Questa passione improvvisa scatenò un periodo controverso nella storia dell’Inghilterra, mettendo a dura prova la stabilità del regno. Caterina si trovò costretta a lottare per mantenere il suo status di regina, ma soprattutto a combattere per difendere la legittimità di sua figlia Maria, cercando di assicurare il suo diritto di ereditare il trono.

Anna Bolena, tuttavia, non intendeva essere solo l’ennesima amante ma pretendeva il matrimonio, ed Enrico era disposto a tutto pur di sposarla. Tentò di annullare il suo matrimonio con Caterina sostenendo che, essendo la seconda unione per la regina, questa fosse peccaminosa e di conseguenza nulla. La Chiesa, all’inizio, sembrò concordare con lui, e suggerì alla sovrana di ritirarsi in convento. Ma Caterina, con la sua dignità e l’orgoglio reale, non poteva accettare quell’umiliazione. Si presentò coraggiosamente davanti al tribunale ecclesiastico, difendendo con forza il suo diritto di regina, e così il Papa si rifiutò di concedere il divorzio.

In un audace atto di ribellione, Enrico prese una decisione che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia: interruppe ogni legame con la Chiesa cattolica e si autoproclamò capo della chiesa anglicana, creando un’entità religiosa completamente nuova e separata dall’influenza di Roma. Questo non solo sconvolse l’ordine religioso esistente, ma aprì le porte a una nuova era per l’Inghilterra.

Caterina d’Aragona, la vera regina

Caterina fu esiliata in residenze marginali e separata dalla sua amata figlia. Tuttavia, non riconobbe mai l’annullamento del matrimonio né accettò Anna Bolena come regina. La sua fede cattolica incrollabile e la dedizione come moglie le valsero l’amore del popolo, mentre Anna Bolena venne vista dai sudditi come una traditrice. Anche lei non fu mai in grado di dare al re un erede maschio. Fu così ripudiata, accusata di adulterio e tradimento e infine condannata a morte per mano del boia.

Alla fine, anche l’ambìto erede maschio desiderato da Enrico VIII, Edoardo, nato dalla terza moglie Jane Seymour, perse la vita prematuramente, a soli quindici anni.

La successione del trono passò dunque a due donne potenti e indomabili: Maria, figlia di Caterina, conosciuta come “la Sanguinaria“, ed Elisabetta, figlia di Anna Bolena, la quale divenne una delle sovrane più amate e rispettate in Inghilterra. Nonostante ciò, Caterina rimase per il popolo inglese “la vera regina” per secoli.