Ci sono storie d’amore destinate a non essere dimenticate, come quelle che riempiono con l’inchiostro le favole più belle che abbiamo mai letto. Ma alcune di queste sono reali, intense e autentiche, anche se si sono strappate proprio lì, nel punto immediatamente precedente al lieto fine tanto agognato. Come quello che sognavano John Cazale e Meryl Streep, quando tra promesse di amore eterno e sogni grandi e condivisi non avevano idea che tutto sarebbe finito nel più tragico dei modi.
C’era una volta il grande amore
Era il 1976 quando, in occasione della rassegna teatrale Shakespeare in the park, gli sguardi di Meryl Streep e John Cazale si sono incrociati per la prima volta. Entrambi accomunati dal sogno di diventare attori si trovano e si innamorano, promettendosi di restare l’uno al fianco dell’altro, per sempre.
Dei due lui, che aveva 14 anni in più di lei, era quello più famoso. Scelto da Francis Ford Coppola per interpretare Fredo Corleone ne Il Padrino, l’attore aveva lasciato il segno. Quel ruolo che gli aveva fatto guadagnare la stima e l’affetto di Al Pacino e di molti altri protagonisti dello star system.
A Meryl Streep, invece, venivano ancora assegnati ruoli minori, ma non ci sarebbe voluto poi molto affinché anche le doti dell’attrice americana fossero riconosciuti universalmente.
La loro era una vita fatta di provini, di copioni letti ad alta voce e di sogni sussurrati all’orecchio, in quel loft di New York che trasudava amore in ogni dove. Ma solo un anno dopo, mentre Meryl Streep stava per diventare la più grande attrice di Hollywood, a John fu diagnosticata una malattia.
La malattia e la fine di una favola
Quella di Meryl Streep e John Cazale era una favola discreta che ancora non godeva dei riflettori insistentemente puntati. Eppure loro erano felici così, eppure chi li conosceva non poteva non amarli. Erano eccentrici e bellissimi, magnetici e irriverenti, insieme erano perfetti.
Qualcosa, però, improvvisamente interruppe la vita tranquilla in quel loft di New York. Dopo un malore accusato sul palco, John si convinse a fare degli accertamenti, anche per tranquillizzare il regista dello spettacolo che stava portando in scena a teatro. Ma non si trattava di un malore momentaneo come tutti avevano sperato: Cazale era malato, aveva un cancro ai polmoni giunto allo stato terminale.
La notizia non fu diffusa, almeno non inizialmente. Forse, non dicendolo ad alta voce, gli pareva essere meno reale. Fu Al Pacino a convincere John Cazale a non arrendersi, ad accompagnarlo a iniziare un ciclo di chemioterapia insieme a Meryl Streep che era sempre al suo fianco, che si era allontanata da tutto e da tutti per sostenere il suo grande amore. E lo fece, fino alla fine dei suoi giorni.
Quando l’industria cinematografica seppe della malattia di John chiuse le sue porte all’attore, anche se lui voleva ancora recitare. E alla fine lo fece, un ultima volta, insieme alla sua amata Meryl e a Robert De Niro mettendo in scena uno dei più grandi capolavori della storia del cinema: Il Cacciatore.
Quella pellicola fu il suo saluto al cinema, reso ancora più bello dalla possibilità di lavorare fianco al fianco con la sua amata. E con lei restò, fino alla fine dei suoi giorni, fino a quel 12 marzo del 1978 quando John Cazale morì. Proprio nello stesso anno la Streep ricevette la prima candidatura all’Oscar come miglior attrice non protagonista per “Il cacciatore” e un Emmy come miglior attrice protagonista nella miniserie “Olocausto”. «La morte è ancora con me. Mi ha costretto a fare i conti con la nostra fragilità, e una volta fatto questo, tutte le cose appaiono in modo diverso».