Irene Pivetti, la nuova vita dell’ex politica: “Mi occupo di fragilità sociali”

Dalla politica alla televisione, oggi la vita di Irene Pivetti è completamente cambiata ed è al servizio di chi ha bisogno

Irene Pivetti è una donna capace di stupire. Lo ha fatto quando, nel vivo della sua carriera politica, nel 1994 è diventata la più giovane Presidente della Camera nella storia della Repubblica italiana. E lo ha rifatto quando si è lasciata alle spalle tutto questo, avviando un fruttuoso percorso nel mondo della televisione. Imprenditrice, volto amato dal pubblico e conduttrice di successo, adesso l’ex deputata della Lega ha una nuova vita all’insegna della solidarietà e del bene comune.

La nuova vita di Irene Pivetti

Si è raccontata al Corriere della Sera e lo ha fatto con un entusiasmo davvero invidiabile. Irene Pivetti non si occupa più di politica già da tempo, sebbene sia rimasta nella storia del nostro Paese per un traguardo importante: è stata la più giovane Presidente della Camera dei Deputati dal 1994 al 1996. Traguardo che inevitabilmente richiama alla mente quello più recente raggiunto da Giorgia Meloni, prima Premier donna della nostra Repubblica.

Per la Pivetti sono lontani gli scranni della politica nazionale e oggi ha cambiato del tutto vita. Come ha raccontato al Corriere, tempo ed energie sono completamente rivolti alla solidarietà e a tutte quelle “fragilità sociali” che hanno bisogno di un aiuto concreto. L’ex deputata fa la volontaria nel ristorante Smack del Centro Sociale di via Tazzoli a Monza, gestito dalla cooperativa milanese Mac, per la quale da un anno e mezzo circa ricopre il ruolo di responsabile delle startup.

“Ci occupiamo di offrire opportunità di lavoro – ha spiegato nell’intervista – per persone con fragilità sociali, immigrati, uomini e donne che non avrebbero molte chance di inserimento nel mercato del lavoro tradizionale. Nel ristorante diamo lavoro a dieci persone, ma a regime contiamo di assumere ancora. Il nostro obiettivo è la sostenibilità”.

Irene Pivetti cambia “lavoro” (ma è felice)

Un progetto nobile, un “lavoro” duro e faticoso ma che restituisce una felicità che solo poche cose al mondo possono donarti. Si evince dalle parole di Irene Pivetti, che non rimpiange affatto la sua vecchia vita. Il Centro Sociale di Monza è un luogo di aggregazione, un’oasi felice che intende dare a tutti – specialmente a chi è in difficoltà – la possibilità di vivere un’esistenza dignitosa. Diritto inalienabile per qualsiasi individuo.

Gli orari sono pesanti, senza dubbio, ma è proprio per questo motivo che Irene Pivetti ha preso una decisione che nessuno in effetti si aspetterebbe: “Io stessa ho preso una camera qui perché il locale apre alle 6.30 e chiude tardi. Sono la prima ad arrivare e l’ultima a spegnere le luci, quindi mi è sembrato più pratico restare qui, piuttosto che fare la spola da Milano”. È già più che attiva nel progetto, ma ha anche molte idee sul futuro di quel luogo a cui vorrebbe dare un ulteriore contributo: “Mi piacerebbe che questo luogo diventasse una sorta di tinello di casa – ha detto al Corriere -, dove trovare cucina casalinga a prezzi calmierati, ma anche un luogo di aggregazione per il quartiere. Mi ha fatto piacere vedere intere famiglie nel fine settimana, non vedo l’ora di organizzare spaghettate a mezzanotte e ho fatto portare un piccolo palco per gli eventi”.