I Goonies, meravigliosa rivincita degli “sfigati”

I Goonies, film cult degli anni Ottanta, è sempre più attuale: chi sono i protagonisti e che fine ha fatto il mostro Sloth

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Valentina Vanzini

Content Editor e Lifestyle Specialist

Cacciatrice di storie, esperta di lifestyle e curiosa per natura. Scrivo con e per le donne. Autrice del bestseller Mia suocera è un mostro.

Torna uno dei film più famosi e amati degli anni Ottanta: I Goonies. La storia della comitiva di quattro amici strampalati (più due ragazze e un fratello maggiore) di una cittadina americana dell’Oregon, Astoria, che parte alla ricerca di un misterioso tesoro per salvare le proprie famiglie dallo sfratto. C’è chi l’ha amato perdutamente e chi non l’ha mai visto, e deve farlo assolutamente, perché il successo del film è dovuto a diversi fattori e a un unico importante messaggio di fondo: la rivincita degli “sfigati”.

Cosa vuol dire Goonies

I Goonies è il viaggio di formazione dei protagonisti attraverso la scoperta di sentimenti ancestrali, quali l’amore e la paura, e la testimonianza di valori fondamentali come il coraggio e l’amicizia. Ma soprattutto, il film è il grande riscatto dei nerd: i Goonies sono in gergo gli sfigati (nello slang americano, “goony” vuol dire anche sfigato). Quelli che ancora oggi sono oggetto delle attenzioni e angherie dei bulli e che in questo film alla fine vincono su tutti e tutto, trovando un tesoro e superando limiti e paure.

La combriccola dei quattro amici è il perfetto mix di soggetti ai margini: il grassotello Chunk, l’asiatico Data, il bruttino Mouth e Mikey, il protagonista, timido, insicuro e malato d’asma. Al termine del loro divertente, avventuroso e meraviglioso viaggio, ognuno di loro uscirà diverso e cresciuto. Piccolo spoiler: Mikey alla fine butterà via il suo respiratore.

I Goonies è riuscito, già diversi anni fa, a parlare di un problema, il bullismo, ancora oggi in primo piano. E a fare diventare vincenti le vittime. Senza dimenticare uno dei personaggi più amati del film, il diverso e mostruoso Sloth, fratello disabile della banda di criminali antagonisti dei protagonisti, che viene tenuto recluso dai famigliari e verrà adottato e salvato dai Goonies. Gli “sfigati” che salvano il diverso, trovano il tesoro, qualcuno l’amore, salvano le loro famiglie e scoprono nell’amicizia, nel coraggio e nell’amore la benzina per salvare il mondo. Possibile non amarlo?

Chi sono i protagonisti dei Goonies (e che fine hanno fatto)

I protagonisti dei Goonies sono entrati nel cuore di tantissime persone e raccontano la voglia di riscatto e il coraggio di affrontare le proprie paure. Il film diretto da Richard Donner (scomparso il 5 luglio 2021) portò al successo attori giovanissimi. La pellicola uscì in Italia nel 1985, ma che fine hanno fatto i protagonisti?

Fra i più amati troviamo Mikey, interpretato da Sean Astin. Dopo il grande successo del lungometraggio, l’attore ha preso parte a numerosi progetti, fra cui 50 volte il primo bacio e Cambia la tua vita con un click. La sua interpretazione più famosa però resta quella dell’hobbit Sam ne Il Signore degli Anelli.

A prestare il volto a Brandon, il fratello di Mikey, troviamo invece Josh Brolin. L’attore negli anni ha recitato in diversi film, come Non è un paese per vecchi e Old Boy, prestando il volto a Thanos nelle avventure della Marvel.

Nei Goonies, Mouth è interpretato da Corey Feldman. L’artista nel 1986 è stato fra i protagonista di Stand by me. In seguito ha abbandonato le scene per affrontare i suoi problemi di dipendenza dalle droghe, tornando a recitare nel video Friday Night di Katy Perry.

Jeff Cohen ha invece vestito i panni di Chunk, ma dopo il successo dei Goonies si è allontanato dalle scene, ritirandosi definitivamente negli anni Novanta. Archiviata la carriera cinematografica h studiato giurisprudenza, diventando un avvocato specializzato in diritto dello spettacolo.

Jonathan Ke Quan (Data) è ricordato non solo per aver recitato nei Goonies, ma anche per essere stato fra i protagonisti di Indiana Jones e il tempio maledetto con Harrison Ford. Poliglotta (parla vietnamita, mandarino, inglese e cantonese), ha studiato taekwondo ed è diventato un coreografo per film di successo come X-Men.

Troviamo poi Kerri Green, volto di Andy, che ha preso parte a varie serie tv come La signora in Giallo e E.R. – Medici in prima linea, fondando in seguito una casa di produzione, la Indipendent Women Artists. Infine Martha Plimpton (Stef ne I Goonies) ha recitato in vari film e show come Aiutami Hope! e Parenti, amici e tanti guai.

Come si chiama il mostro dei Goonies: il tragico destino di John Matuszak

Il mostro dei Goonies è senza dubbio uno fra i personaggi iconici del cinema degli anni Ottanta. A interpretarlo fu John Matuszak, ex giocatore di football dal tragico destino, che durante le riprese si sottopose a diverse ore di trucco per trasformarsi in Sloth.

Classe 1950, originario di Oak Creek, nel Wisconsin, John Matuszak iniziò ad allenarsi dopo aver subito alcuni episodi di bullismo a scuola per via del suo fisico. In breve tempo iniziò una carriera nel mondo del football, arrivando ai primi posti della NFL e vincendo con gli Oakland Raiders ben due Super Bowl.

Soprannominato dai tifosi The Tooz, si ritirò nel 1981, iniziando a lavorare a Hollywood. I primi ruoli furono in Hazzard e A-Team, ma la fama vera e propria arrivò con il ruolo di Sloth, il gigante buono con i tratti del volto deformati, ripudiato dalla sua famiglia, che troverà l’amicizia e la libertà grazie all’intervento dei giovani protagonisti.

Il mostro dei Goonies
Fonte: IPA
Il mostro dei Goonies

Il mostro dei Goonies, nato dalla mente di Spielberg ed erede di personaggi come il gobbo di Notre Dame ed Elephant Man, sarebbe diventato negli anni un simbolo della cultura pop degli anni Ottanta. Se ne I Goonies, Sloth otteneva il suo riscatto, fuggendo da chi non lo amava per trovare nuovi amici, nella vita reale purtroppo non ci fu un lieto fine.

Quattro anni dopo l’uscita nelle sale della pellicola, nel giugno del 1989, John Matuszak morì, a soli 38 anni, a causa di un arresto cardiaco. L’attore, che già da tempo soffriva di dipendenze, aveva tentato più volte di disintossicarsi, ma una overdose di farmaci – forse accidentale – gli fu fatale. Nella sua autobiografia, intitolata Cruisin ‘With the Tooz e pubblicata appena due anni prima della scomparsa, aveva spiegato: “Ora non sto assumendo nessun tipo di droga, compresa la cocaina. Non prendo nulla, nemmeno i sonniferi. Sono stato troppo vicino a toccare il fondo. Non voglio mai più tornare indietro”.