È stata presentata come una delle serie del decennio, destinata ad affrontare lo spin-off de Il Trono di Spade – House of the Dragon in termini di apprezzamento. Il fantasy è ritornato sui nostri schermi con Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere. Il debutto della serie firmata Amazon Studios è stato a lungo atteso dai fan della trilogia cinematografica e di J.R.R. Tolkien. Scopriamo tutto sulla serie del momento, tra plausi, prime critiche e curiosità.
Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere: la trama
Per chi conosce la Terra di Mezzo, vedere Gli Anelli del Potere sulla piattaforma Prime Video è come “tornare a casa”. Non ci sono Frodo Baggins, Aragorn, Samvise l’Impavido, ma non importa. Siamo nella Seconda Era, migliaia di anni prima dei fatti de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli. Un’era che appare lontana, ma che ci riporta in luoghi bucolici e fantastici, che in parte già abbiamo conosciuto.
C’è però un personaggio che incontriamo nuovamente: lei, la magnifica Galadriel, elfa evanescente, interpretata dall’attrice Morfydd Clark. E come non menzionare Elrond? L’era non è la stessa, ma c’è il filo conduttore che ci riporta agli eventi de Il Signore degli Anelli. E non manca quasi lo stesso “La”, se così possiamo dire: l’elfa è l’unica a credere che il male sia ancora presente nella Terra di Mezzo.
Il mondo degli uomini ha già deciso, invece: il male non c’è più. Ma Galadriel, spinta dalla rivalsa e dal forte desiderio di vendicare la morte del fratello, ha la sua missione da compiere. Perché il male è nell’ombra, si sta preparando per colpire di nuovo, per togliere il potere agli uomini. Nel suo viaggio lo spettatore ha modo di “ritrovare” alcuni luoghi iconici: Gran Burrone e Moria, in particolare, sono nel pieno del loro massimo splendore. Grazie alla piattaforma, possiamo di nuovo lasciarci incantare dalla Terra di Mezzo: e chi non è abbonato ad Amazon Prime Video può farlo ora a questo link.
I libri per approfondire Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere
Contrariamente alla trilogia cinematografica, Gli Anelli del Potere ha messo a dura prova gli sceneggiatori, sebbene abbiano confidato di non avere incontrato particolari difficoltà grazie al supporto di alcuni studiosi. I diritti de Il Silmarillion – libro a cui Tolkien si è dedicato per tutta la vita – non erano in loro possesso.
Tuttavia, le informazioni sono state raccolte sulle Appendici, oltre che grazie alle canzoni contenute ne Il Signore degli Anelli e ne Lo Hobbit. Per esempio The Fall of Gil-Galad e Song of Eärendil. Il lavoro, a dir poco mastodontico, ha visto anche la collaborazione fondamentale della Tolkien Estate, una associazione di studiosi di Tolkien che ha aiutato gli sceneggiatori per evitare qualsiasi fraintendimento.
La recensione
L’aspettativa era alta. Troppo. Stiamo parlando dello spin-off di una trilogia che ha segnato un’epoca. Il fantasy non ha mai trovato ampio spazio al cinema, fino a quando non è arrivato Il Signore degli Anelli. Un cast stellare, una regia eccelsa. Quindi, sì, l’aspettativa per Gli Anelli del Potere era e continua ad essere alta.
Per Peter Jackson, fu una vera e propria sfida. Dobbiamo essere sincere: riprodurre e trasporre il mondo creato da J.R.R. Tolkien sullo schermo è un’impresa che può riuscire o meno. Il Signore degli Anelli – sia in formato libro che film – ha rivoluzionato il concetto stesso di fantasy, introducendo elementi incredibili, realizzando un mondo intero, mappe, con una dovizia di particolari che lascia attoniti.
Alcuni elementi importanti ci sono: non ci riferiamo unicamente all’avere come punto di riferimento personaggi come Galadriel, Elrond o Sauron. Andiamo un po’ oltre: le caratteristiche dei personaggi sono state preservate, l’ambientazione è magica, bucolica. Evoca le stesse sensazioni di allora, e di anni ne sono passati: La Compagnia dell’Anello risale al 2001. Tra immagini metaforiche e similitudini, il viaggio è appena iniziato, non con qualche sbavatura.
Lo abbiamo detto: non era facile. Perché, contrariamente a House of the Dragon, Gli Anelli del Potere ha scelto di affidarsi a una nuova veste, senza rimandare troppo alla trilogia, aspetto che non è piaciuto ai “fan storici”. La menzione d’onore, in ogni caso, va a Galadriel e all’attrice, Morfydd Clark (degna erede del “mostro sacro” Cate Blanchett), in grado di vestire con naturale talento un personaggio grandioso e complesso, dalle mille sfaccettature. Elegante e matura, spicca l’inquietudine del suo animo, in una eterna ricerca di risposte.
La serie, inoltre, ha puntato sul girl power. Dimentichiamoci pure i dialoghi inesistenti tra le donne ne Il Signore degli Anelli. La consigliamo? Assolutamente sì. Per gli amanti del fantasy e seguaci di Tolkien, è imperdibile. Ma anche per chi è “digiuno” del genere, Amazon Prime Video ha scelto un investimento imponente: una perla dal budget di 715 milioni di dollari.