Educazione sessuale nelle scuole in Italia: una legge mai approvata

Essere educati all'affettività, alla sessualità e alla salute riproduttiva è un dovere per le future generazioni. Ma l'Italia non lo ha ancora capito

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Il sesso è un tabù, ed è inutile negare che per quanti passi avanti sono stati fatti, è ancora difficile parlarne esattamente e farlo senza giudizi o pregiudizi di genere. E finché si auspica un cambiamento, che può e deve avvenire solo con il coinvolgimento delle nuove generazioni, è chiaro che risulta necessario mettere a punto un’educazione che passi per la famiglia sì, ma anche e soprattutto per la scuola.

Eppure, la questione che ruota intorno all’inserimento dell’educazione sessuale nelle scuole, sembra essersi infilata in un circolo vizioso senza via d’uscita. L’Italia non ne esce bene, posizionandosi agli ultimi posti della classifica dei Paesi europei attenti alla sensibilizzazione sull’argomento.

Il dibattito è infuocato, tra i politici e non solo. Nell’Aula della Camera, negli ultimi giorni, la Lega si è scagliata contro l’introduzione della materia che educherebbe i ragazzi all’affettività, alla salute riproduttiva e alla sessualità. Una disciplina, questa, che secondo alcuni esponenti politici è degradante se rivolta ai bambini. D’altro canto, come spiega Angelo Bonelli di Europa Verde “Non possiamo permettere che i nostri giovani paghino sulla propria pelle per ciò che le istituzioni non sono state in grado di insegnare loro. E sa che cosa dobbiamo insegnare? Una cosa che si chiama rispetto. Rispetto del corpo delle donne”.

Cos’è l’educazione sessuale e perché è importante insegnarla ai ragazzi

La situazione in Italia, lo abbiamo già detto, è una delle più arretrate in questo senso. E non facciamo fatica a immaginare che senza un’evoluzione, che passi per la conoscenza e per la consapevolezza, i giovani uomini di domani raramente sapranno comprendere quei limiti che in molti ancora osano superare.

Ma partiamo dal principio: cos’è l’educazione sessuale? E perché è così importante portarla nelle scuole? Si tratta di un vero e proprio insegnamento che serve ad aumentare la consapevolezza nelle persone, donne e uomini di qualsiasi età, rispetto alla propria sessualità. Non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico. Del resto, tutto quello che impariamo dal sesso proviene dagli insegnamenti familiari, dagli educatori e dalle nostre esperienze. E non sempre queste possono bastare soprattutto perché sappiamo bene quanto i contesti sociali in cui viviamo e cresciamo possono influire sui comportamenti presenti e futuri.

La scuola, in questo senso, può e deve giocare un ruolo fondamentale. E non lo diciamo soltanto noi, ma anche gli stessi giovani. Come emerso dal recente rapporto di Fondazione Libellula che ha portato alla luce la percezione che i ragazzi hanno sulla violenza di genere, è risultato che è proprio nella scuola che questi si aspettano di avere formazione e confronto.

Tornando all’educazione sessuale è chiaro che, nonostante in molti sostengano il contrario, l’urgenza di introdurla nelle scuole è più importante che mai. Lo è perché solo così si può imparare a conoscere il sesso, in maniera rispettosa ed etica, ad affrontare la sessualità in maniera sicura e serena e a conoscere tutti gli aspetti relativi alle malattie sessualmente trasmissibili.

Inoltre, a differenza di quanto si può pensare, l’educazione sessuale può e deve essere insegnata anche ai bambini. Se è vero che l’interesse intorno all’argomento si sviluppa soprattutto durante l’età adolescenziale, è vero anche che durante l’infanzia i bambini possono muoversi con curiosità in un terreno che ancora non conoscono, anche attraverso domande imbarazzanti ai quali i genitori non sanno come rispondere. Far capire a loro, per esempio, le differenze di genere e il funzionamento degli organi riproduttivi o normalizzare le parti intime del corpo.

Diverso è, invece, il dialogo che si deve instaurare con gli adolescenti attraverso l’educazione sessuale a scuola. Spesso, infatti, questo argomento è affrontato solo in maniera superficiale all’interno del nucleo familiare, proprio perché da sempre il sesso è considerato un tabù o comunque qualcosa di sconvolgente. Certo non è sempre così, ma non possiamo non considerare quanto possa essere fondamentale dare dei punti di riferimento esterni alla famiglia ai ragazzi che si avvicinano a vivere la loro sessualità.

La situazione in Italia e nel mondo

Come abbiamo visto, i motivi per introdurre l’educazione sessuale sono tanti e sono confermanti anche dagli esperti, psicologi e docenti. Purtroppo, però, quello che sembra un atto doveroso e naturale da parte delle istituzioni, incontra un terreno tutt’altro che fertile nel nostro Paese, facendo sprofondare l’Italia tra gli ultimi posti in materia di educazione alla sessualità.

Lo conferma il Global Education Monitoring Report-GEM dell’UNESCO che ha analizzato i profili di 50 Paesi per le loro politiche e tutte le attività di educazione sessuale. Il report Comprehensive sexuality education (CSE) country profiles è stato presentato da Stefania Giannini, Vice Direttrice Generale dell’UNESCO per l’Educazione, che ha ribadito l’importanza di questo “Insegnamento trasversale e olistico sugli aspetti cognitivi, emozionali, fisici e sociali della sessualità, che avviene attraverso le materie dei curricula scolastici e non come insegnamento singolo”.

La stessa UNESCO, già nel 2018, aveva diffuso un documento contenente delle linee guida sull’Educazione sessuale, promuovendola come materia nelle scuole per il benessere dei bambini e dei ragazzi. L’importanza di questo insegnamento è stato ribadito con dati alla mano: nella fascia d’età tra i 15 e i 19 anni, infatti, ci sono ancora 10 milioni di gravidanze non volute. A queste si aggiungono la contrazione di malattie sessualmente trasmissibili, gli stupri e le molestie sessuali.

Eppure l’educazione sessuale, in tempi moderni, risulta fondamentale non solo per prevenire gravidanze indesiderate o malattie sessuali, ma anche per informare, per responsabilizzare e per sensibilizzare i ragazzi sulle relazioni e sul loro approccio all’altro genere.

Dal report dell’UNESCO è emerso che molti Paesi hanno introdotto la formazione in educazione sessuale anche per gli insegnanti, ma l’Italia non è tra questi. Anzi, il Belpaese resta uno degli ultimi stati europei in cui l’educazione sessuale non è obbligatoria all’interno delle scuole insieme alla Bulgaria, alla Lituania, alla Polonia, alla Romania e a Cipro.

Da sempre oggetto di scontro politico, religioso e sociale, l’argomento spacca ancora l’opinione pubblica. In tutti questi anni più volte i politici sono tornati sull’argomento, basti pensare che la prima proposta di legge è stata avanzata nel 1975. Altre ne sono susseguite, ma mai approvate. Eppure è bene ricordare, come scrive l’UNESCO, che “Il diritto all’educazione affettiva e sessuale è un diritto alla salute e il presupposto imprescindibile per la realizzazione di un pieno rispetto dei diritti umani e per l’uguaglianza di genere”.