“La moglie, la fidanzata, l’amante di un uomo”. Come è cambiata la definizione di donna

La differenza di genere passa anche per le parole. Ma almeno su carta gli equilibri sono stati stabiliti. E una piccola battaglia è stata vinta

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

“Puttana, cavalla, puledra, cagna”, questi sono i sinonimi utilizzati per descrivere e definire una donna. E no, non stiamo parlando di parole pronunciate senza consapevolezza, e per goliardia, da un gruppo di ragazzi adolescenti, ma di un dizionario che alla voce donna, fino a pochissimo tempo fa, ha scritto proprio questi termini.

Che la differenza di genere passi anche per le parole, purtroppo, non è una novità. Ma se è vero che il nostro obiettivo è quello di cambiare le cose attraverso l’educazione e la conoscenza, è evidente che dobbiamo necessariamente estirpare tutti gli stereotipi che ci riguardo. Primo tra tutti quello che vede la donna come un oggetto nelle mani dell’uomo.

Sì perché nella definizione di woman sul prestigioso vocabolario redatto dalla Oxford University Press, la casa editrice britannica di proprietà dell’omonima università, fino a poco tempo fa la donna veniva descritta come moglie, fidanzata o amante dell’uomo e non come persona, come essere umano adulto di sesso femminile.

Prima oggetto dell’uomo, poi bitch, dird e filly. E queste, per dire, sono solo alcune delle voci sessiste e imbarazzanti con i quali gli esperti, e di riflesso tutta la società, hanno scelto di definirci. Le stesse che non possiamo più accettare.

Ma una piccola battaglia, in questa guerra che dura da secoli, è stata vinta da una di noi, per noi. Il suo nome è Maria Beatrice Giovanardi ed è una manager italiana attiva per il riconoscimento degli uguali diritti tra donne e uomini. È stata lei che, quando ha scoperto che alla parola woman dell’Oxford Dictionary la donna veniva descritta come alla stregua di un accessorio per l’uomo, ha capito che non poteva fare finta di niente. Che era necessario un cambiamento, anche immediato.

Scegliere di fare delle differenze sull’essere umano, che passano dal genere, non solo non è rispettoso, ma non fa altro che amplificare quel retaggio culturale basato sulla considerazione della donna come essere inferiore.

Così, con una petizione lanciata su Change.org nel 2020, e firmata da più 30 mila persone, la Giovanardi è riuscita nel suo intento. Una vittoria, questa, che è di tutte noi. Il prestigioso dizionario, infatti, non solo ha aggiornato la definizione di donna, ma ha anche modificato tutte quelle definizioni sessiste collegate alla nostra figura.

La donna è diventata il partner di una persona, così anche l’uomo. E questo ha segnato anche una vittoria per tutta la comunità LGBTQIA+, affinché anche l’amore tra persone dello stesso sesso sia riconosciuto e valorizzato allo stesso modo di quello tra uomini e donne.

Nel maggio del 2021, anche l’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere e arti, nota come Treccani, sollecitata da un gruppo di attiviste, ha cancellato e modificato alcuni dei sinonimi dispregiativi indicati sotto la voce donna con la promessa di valorizzare i traguardi sociali di tutte noi. Finalmente, quindi, almeno su carta gli equilibri sono stati ristabiliti.