La capanna sudatoria: un rito antichissimo di purificazione e guarigione

Il suo nome è capanna sudatoria, o Inipi, ed è una cerimonia degli indigeni americani che invita i partecipanti a purificare e guarire corpo, anima e spirito

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Benessere e spiritualità sono due termini connessi e indissolubilmente legati tra loro sin dagli albori dell’umanità. Oggi li maneggiamo con destrezza nel gergo quotidiano, soprattutto quando per ritrovare il benessere fisico e mentale ci avviciniamo a tutte quelle discipline che mettono in connessione lo spirito con l’anima.

Alcune di queste, come l’hatha yoga o la meditazione, fanno ormai parte della nostra quotidianità. Approcciamo a queste discipline per ritrovare il senso delle cose che ci circondano, per connetterci con la nostra interiorità e con l’universo, ma ce ne sono alcune che sono antichissime e potentissime, e che dovremmo davvero conoscere.

Scavando tra i rituali più affascinanti del mondo, ci siamo imbattuti in una pratica tanto sacra quanto antica che affonda le sue origini nelle tradizioni degli indigeni americani, praticata soprattutto dalle popolazioni Sioux. Il suo nome è capanna sudatoria e si tratta di una cerimonia che ha l’obiettivo di purificare e guarire l’anima e il corpo.

La capanna sudatoria

La capanna sudatoria, conosciuta anche con il nome di Inipi o capanna della purificazione, è una cerimonia antichissima che, ancora oggi, viene praticata in alcune popolazioni native d’America. Si tratta di un rito che, come il nome stesso suggerisce, ha l’obiettivo di purificare lo spirito e la mente attraverso il sudore.

Il rituale può essere praticato in ogni momento dell’anno, ma svolgerlo diventa imprescindibile e necessario prima di prendere parte a qualsiasi altra cerimonia, proprio per garantire alle persone di partecipare ai successivi riti con maggior consapevolezza.

La cerimonia della capanna della purificazione, come abbiamo detto, risale a una tradizione secolare che è strettamente collegata agli indigeni americani. Tuttavia questa pratica si è diffusa anche nel resto del mondo, abbracciando vari territori e culture. I riti possono variare da Paese in Paese: cambiano i materiali, la struttura della capanna e i canti, l’obiettivo, però, resta sempre lo stesso.

Il grande significato che è attribuito alla cerimonia, e il grande fascino che la caratterizza, ha fatto sì che la capanna sudatoria si diffondesse anche in Europa, e più precisamente in Germania, in Svizzera e in Italia.

Come funziona la cerimonia

Secondo la tradizione Sioux, la capanna a deve essere costruita con l’ausilio di giovani salici che vanno a formare una cupola, che poi viene ricoperta da tela o da pelle di bisonte. In alcune zone d’America, invece, le capanne sono costruite all’interno di tumuli di terra o di sabbia. Gli eschimesi, invece, utilizzano i loro igloo per praticare questa cerimonia.

Come abbiamo anticipato, il rituale simboleggia la purificazione e la guarigione dell’anima, del corpo e dello spirito che avviene proprio con il sudore.

Al centro della capanna, infatti, viene scavata una buca all’interno della quale vengono poggiate delle pietre incandescenti riscaldate sul fuoco vivo, acceso proprio fuori alla struttura. I partecipanti della cerimonia si siedono in cerchio intorno alla culla di roccia dove sono risiedono le pietre, e intonando canti e preghiere, si connettono con la natura e con l’universo.

Il sudore, che è provocato dal vapore dalle pietre incandescenti, elimina le impurità della pelle, ma purifica anche l’anima e non solo, invita i partecipanti della cerimonia a guarire dalle ferite ritrovando un contatto autentico e primordiale con se stessi e con l’universo. Durante il rituale i partecipanti sono invitati a liberarsi dalle negatività, dalle paure e dalle preoccupazioni per rinascere.