Mahmood e Blanco raccontano come si sono conosciuti e com’è nata “Brividi”

I due artisti parlano in esclusiva a DiLei delle emozioni che il palco dell'Ariston gli sta regalando e spiegano il significato del loro brano.

Foto di Andrea Bertolucci

Andrea Bertolucci

Giornalista esperto di Lifestyle

Classe 1990, Andrea Bertolucci è un giornalista e autore specializzato in cultura giovanile, lifestyle, società ed economia dell’intrattenimento. La sua attività professionale lo ha avvicinato negli anni ad alcune tra le principali redazioni televisive e web nazionali. Andrea è considerato uno dei maggiori esperti di cultura Trap nel nostro Paese.

Pubblicato: 4 Febbraio 2022 14:48

Da una parte, uno dei maggiori e più originali esponenti del cantautorato urban-pop italiano, che ha totalizzato solo in Italia 12 dischi di platino e 9 dischi d’oro. Dall’altra, una tra le voci più dirompenti del panorama nazionale e rivelazione musicale del 2021, con i suoi 28 dischi di platino e 1 miliardo di streaming, collezionati in meno di un anno.

Stiamo parlando di Mahmood e Blanco, che quest’anno hanno deciso di presentarsi assieme al Festival di Sanremo, con un brano che assume la forma di una ballad romantica impreziosita da pianoforte e archi, che ne richiamano l’arrangiamento da orchestra. Allo stesso tempo “Brividi” – questo il titolo del brano con cui concorrono – ha un sapore moderno in cui le voci e gli sguardi dei due artisti, nonostante i 10 anni di differenza, si intrecciano in perfetta armonia raccontare come la paura di essere inadeguati appartenga – in fondo – un po’ a tutte le generazioni.

Alla vigilia della serata conclusiva del Festival di Sanremo, abbiamo raggiunto Mahmood e Blanco per un’intervista doppia sul loro brano e su come si sono conosciuti.

Mahmood e Blanco

Un ritorno e un debutto sul palco dell’Ariston. Ansia?
Mahmood: Per me è un’emozione fortissima tornare a Sanremo, non conta il fatto di esserci già stato un’altra volta: questa volta porto un brano diverso, e soprattutto sono insieme a Blanco. Il palco dell’Ariston dà sempre l’emozione della prima volta, non ci si abitua mai.
Blanco: L’ansia c’è sempre, ma è prevalsa l’adrenalina: sono salito sul palco ed ero felice, volevo divertirmi e così è stato. C’eravamo preparati tanto e sul palco siamo riusciti a metterci il cuore.

In questi giorni si è parlato tanto di “Brividi” e ognuno ha provato a dare il proprio significato. Qual è il vostro?
Mahmood
: In “Brividi” due ragazzi, appartenenti a due generazioni diverse, amano con lo stesso trasporto e gli stessi timori – la paura di sbagliare e di sentirsi inadeguati, incapaci di riuscire a trasmettere ciò che si prova – e con la voglia di amare in totale libertà, dando tutto di sé. Il brano racconta la volontà di vivere un sentimento puro e totalizzante, abbattendo le barriere, in completa libertà.
Blanco: In questo brano parliamo di un sentimento che accomuna tutti, non conta la differenza di età: quando amiamo ci riveliamo per quello che siamo davvero con la paura di metterci a nudo e di non essere capiti. In “Brividi” il mio vissuto incontra quello di Ale e in un certo modo anche quello di tutti.

Come è nata questa vostra collaborazione, come vi siete conosciuti?
Mahmood: È nata per caso: ci siamo incontrati a casa di Michelangelo la scorsa estate. Lui si è messo al pianoforte e da una nota sbagliata è nato il ritornello. Le strofe poi le abbiamo composte separatamente, ognuno la sua.
Blanco: Ci siamo presi del tempo per scrivere ognuno la propria strofa, volevamo esprimere il nostro punto di vista in totale libertà. Una volta finito il brano l’ho fatto ascoltare a mio padre durante un viaggio in macchina e lui mi ha detto: “Immagina questo pezzo a Sanremo”. A quel punto ho mandato un vocale ad Ale, quasi in imbarazzo, per poi scoprire che anche sua mamma aveva avuto la stessa idea.