Aurora Venosa è tra le protagoniste dell’attesissima serie La Preside con Luisa Ranieri. Diretta da Luca Miniero e prodotta da Bibi Film TV e Zocotoco in collaborazione con Rai Fiction, La Preside è ispirata alla storia vera di Eugenia Carfora, la dirigente scolastica di Caivano divenuta simbolo di coraggio e determinazione nella lotta per il riscatto educativo e sociale.
Aurora Venosa si è fatta notare lo scorso ottobre alla Festa del cinema di Roma dove ha sfilato sul red carpet per la prima volta con un magnifico abito creato appositamente per lei.
Partiamo dal tuo personaggio, Jessica nella nuova serie La Preside. Chi è e cosa ti ha colpito di lei?
Aurora e Jessica hanno tantissime cose in comune. Jessica è determinata, non si fa mettere i piedi in testa, e ha un rapporto di amore-odio con il padre. È altruista, segue da vicino il percorso delicato del suo gemello e, in un certo senso, diventa quasi una figura materna per lui. Mi è piaciuto interpretare questa forza dolce. Interpretarla è stato come scavare dentro di me: anche io ho lati protettivi molto forti.
Com’è stato lavorare sul set con Luisa Ranieri? Ti ha dato qualche consiglio prezioso?
Luisa è una donna da ammirare dalla testa ai piedi. È altruista e mette tutti a proprio agio. Per me era la prima esperienza cinematografica e non sapevo cosa aspettarmi: lei mi ha guidata, mi ha rassicurata e mi ha dato consigli che mi hanno aiutata tantissimo. Ricordo una scena all’inizio delle riprese in cui è stata lei stessa a chiamarmi vicino e a parlarmi con grande generosità.
Come sei arrivata a ottenere questo ruolo?
Io nasco come cantante. La musica è la mia prima casa. A X Factor mi hanno vista e hanno pensato che potessi essere adatta al ruolo, perché serviva un personaggio che avesse un legame forte con la musica, qualcosa che facesse parte della sua identità. Ho fatto i provini e, poco dopo, a Natale, è arrivata la notizia che ero stata scelta. Una sorpresa incredibile. Quasi un segno.
La vita sul set è stata impegnativa?
È impegnativa, sì, soprattutto psicologicamente. Porto avanti due strade in parallelo: musica e cinema. Questo significa studiare tanto, tutti i giorni, e non avere praticamente pause.
Però quando ami ciò che fai, il peso si alleggerisce. Non ho mai pensato: ‘Uffa, un’altra giornata di set’. Per me era un’opportunità continua. Mi stancavo, certo, ma con entusiasmo.
L’esperienza a X Factor come ha cambiato la tua vita professionale?
X Factor è stata una vetrina enorme, certo, ma soprattutto una crescita interna. È stato il primo momento in cui ho realizzato davvero di voler vivere d’arte. In realtà ci sono nata: i miei genitori sono campioni del mondo di tango argentino, quindi la mia infanzia è stata danza, musica, ritmo. Ho iniziato danza classica a tre anni, poi moderna, contemporanea, hip hop, latino americano… anche ginnastica artistica. Ho assorbito tutto e questo mi ha dato la capacità di esprimermi in modi diversi, di capire che essere artista non significa mai fare una sola cosa.
Che musica ascolti?
Ascolto tutto. Dai grandi come Edoardo De Crescenzo, Pino Daniele, Vasco, fino agli artisti di oggi.
Hai un sogno nel cassetto, una collaborazione che vorresti realizzare?
Elodie. È un’artista che ammiro molto, mi piacerebbe portare avanti qualcosa insieme a lei.
E dal punto di vista cinematografico: con chi sogni di recitare?
Sono appassionata di attrici americane. Penso a Zendaya o Lady Gaga. Lei unisce recitazione e musica, due mondi che sento miei.
Hai da poco compiuto diciott’anni. Come immagini Aurora tra dieci anni?
Se ti devo dire come mi vedo tra dieci anni, ti dico che mi vedo come sono ora, con quello che sto facendo ora. Io sono molto determinata e so già quello che voglio. Mi auguro che tutto quello che sto facendo vada avanti e cresca. La musica resta il mio punto fermo, la mia priorità, ma non rinuncerò alla recitazione perché la vivo con la stessa passione. Mi vedo adulta, certo, ma con lo stesso fuoco.

Prima di esibirti, hai un rituale particolare?
Nessun gesto scaramantico, ma porto sempre con me mio padre. È il mio portafortuna. Ho un legame speciale con lui: mi basta che sia presente e trovo la mia forza.
I tuoi genitori ti hanno sempre sostenuta?
Sempre, da quando sono nata. A volte credono in me più di quanto ci creda io. E questa cosa mi dà stabilità, coraggio e senso del dovere.
Alla Festa del Cinema di Roma hai indossato un look creato apposta per te dallo stilista Salvatore Manzo. Com’è nata questa collaborazione?
Io sono una ragazza semplice, non amo gli eccessi. Con Salvatore ci siamo trovati subito: poche parole e avevamo già un’idea chiara di cosa creare. Volevo un abito essenziale, elegante, con un dettaglio forte ma mai volgare: la scollatura profonda, per esempio, era un modo per dare carattere senza perdere misura.
Lui è una persona che mette cuore e dedizione in tutto ciò che fa. Il risultato parlava da solo.

Era il tuo primo red carpet. Che emozioni hai provato?
Io realizzo sempre dopo. Sul momento mi sembrava quasi un gioco, nel senso più bello del termine: ero lì, e cercavo di viverla con leggerezza. Ma dietro c’è un lavoro enorme, la mia press Annachiara mi ha seguita passo passo. È stato un mix di paura e felicità.
La verità è che me ne sono resa conto solo quando sono tornata a casa: ho ripensato a tutto e ho detto a me stessa: “L’ho fatto davvero”. Le persone hanno reagito bene, e questo mi ha fatto molto piacere. Sui social vediamo spesso versioni costruite di noi stessi. Io cerco di essere trasparente: sono quella che vedi, nel bene e nel meno bene.