Se dovessimo descrivere Nives Meroi con due parole, queste sarebbero senz’altro amore e coraggio, perché lei, definita la tigre della montagna, è una donna forte e unica, così come lo sono i suoi successi, i traguardi e la sua storia. Una di quelle che a noi piacciono tanto, perché mettono in mostra l’intraprendenza e la tenacia di donne che lasciano dietro di loro un’eredità importantissima da trasmettere alle future generazioni.
E lei, Nives, di cose da insegnarci ne ha davvero tante. Al contrario del soprannome che oggi la identifica, la Meroi non ruggisce e anzi, ha negli occhi e nella voce la dolcezza e la pacatezza tipiche di chi ha imparato ad aspettare con pazienza. Tutto merito della montagna, dalla quale la scalatrice da Guinness, ha appreso le migliori virtù che oggi la caratterizzano.
Insieme a suo marito, compagno di vita e di avventure, la donna ha scalato per prima tutte le vette sopra gli 8000 metri senza bombole di ossigeno, un’esperienza non priva di insidie, ma che non ha spaventato Nives, così come quella malattia tanto tremenda quanto rara che ha colpito il suo più grande amore.
Chi è Nives Meroi
Nasce a Bonate Sotto il 17 settembre del 1961, Nives Meroi, e ancora non lo sa che il suo nome è destinato a riscrivere la storia. Cresce nel territorio bergamasco per poi trasferirsi a Tarvisio, proprio lì dove incontrerà l’uomo della sua vita: Romano Benet. I due non sono accomunati solo dal sentimento, ma anche da quella passione irrefrenabile nei confronti della natura e della montagna. Si sposano nel 1989 e da quel momento diventano inseparabili, sia quando sono a terra che quando sono ad alta quota.
Scalano le montagne e la notizia delle loro imprese fa il giro del mondo. Il 1990, con il tentativo di raggiungere le cime del K2 e dell’Everest inizia la loro carriera da “non professionisti”, è così che si definiranno. Ma è 8 anni dopo che raggiungono un primato incredibile: la conquista della vetta del Nanga Parbat. È un doppio successo in realtà: Nives, infatti, è la prima donna italiana a raggiungere la cima di uno degli ottomila.
Nives non ha paura, sfida i suoi limiti e lo fa sempre in compagnia del marito. Nel 2003 si aggiudica un altro importante riconoscimento: è la prima donna a scalare tre ottomila (Gasherbrum I, Gasherbrum II e Broad Peak).
Continuano a salire sempre più in alto, Nives e Romano, lo fanno raggiungendo un altro primato, l’ennesimo, questa volta insieme: sono la prima coppia al mondo ad aver scalato i “14 giganti”, ovvero le montagne che superano gli 8.000 metri, senza l’ausilio di bombole e portatori.
Scalare le montagne è una attività inutile. Però è inutile come cantare, dipingere. È un’attività libera, aperta alla fantasia. È un gioco. Un gioco inteso però nel senso più elevato, come lo intendono i bambini. Perché è una esplorazione del mondo e, attraverso questa, un’esplorazione di sé stessi
La malattia, l’amore e la montagna
Le cose cambiano improvvisamente per la coppia nel 2009 quando a Romano Benet viene diagnosticata l’aplasia midollare. La coppia deve fermarsi, ma il loro non è un addio. Piuttosto una piccola pausa. Successivamente, nel libro Non ti farò aspettare, Nives racconterà quel periodo come il suo “quindicesimo ottomila”.
E così, dopo la lunga e faticosa riabilitazione di Benet i due tornano a compiere imprese incredibili, sempre l’uno al fianco dell’altra. Nel 2014 conquistano la vetta del Kangchenjunga e, due anni dopo, raggiungono la cima del Makalu. L’11 maggio del 2017 Nives e Romano scalano l’Annapurna I, completando così gli ottomila, le quattordici montagne della Terra che superano, appunto, gli ottomila metri di altezza. Sono i primi in coppia ad aver completato l’impresa, mentre a Nives va il merito di essere la seconda donna sulla Terra ad aver raggiunto il traguardo di scalare le vette senza ossigeno.
Ma non sono solo le imprese a far parlare di lei, e di loro. Quanto più la determinazione, il coraggio e il supporto, la presenza e la reciprocità. Nives e Romano hanno scritto la storia d’amore più romantica delle montagne.
E ci riescono proprio grazie a quella passione che ha intrecciato i fili dei loro destini per non slegarlo mai più. Per Nives la montagna è stata la migliore delle scuole: è da essa che ha imparato la pazienza, la tenacia e il coraggio, la forza di rialzarsi e di raggiungere ogni successo, nonostante tutti gli ostacoli, fisici e mentali. Ed è stata ancora la montagna a regalare alla donna il suo amore più grande, Romano, con il quale condivide la vita da oltre 20 anni.
Nives Meroi è oggi considerata una delle più forti alpiniste del mondo, ma ad essere apprezzato è soprattutto il suo carattere, coraggioso, onesto e paziente. Lei ci insegna, giorno dopo giorno, che la montagna più alta da scalare, è solo dentro di noi.
Io sono le montagne che non ho scalato