Nome in codice “topo bianco”: la storia di Nancy Wake, la spia

Ricercata dalla Gestapo, membro della Resistenza, sfuggente e impossibile da fermare: la storia di Nancy Wake

Foto di Virginia Leoni

Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Le avevano affibbiato un nome in codice, per indicare il fatto che era difficile catturarla. Perché Nancy Wake è stata una spia, inafferrabile e ricercatissima, una donna che ha messo a rischio la propria vita per fare la differenza e lo ha fatto in uno dei periodi più bui, dolorosi e terribili della storia dell’umanità: quello della Seconda Guerra Mondiale.

Nata in Nuova Zelanda nel 1912, la sua vita è intrecciata alla storia del mondo in maniera indissolubile: è stata una donna coraggiosa, che non si è mai tirata indietro da quando guidava le ambulanze, a quando sfuggiva alla Gestapo, fino a quando è stata paracadutata in una regione francese per diventare l’anello di congiunzione tra la Resistenza e la città di Londra. E poi dopo, quando finita la Guerra si è candidata in politica ed è stata parte dell’intelligence inglese. Oltre a riuscire a innamorarsi di nuovo. Sfuggente, ricercatissima, coraggiosa: Nancy Wake ha salvato vite e ha guidato tantissimi uomini.

Difficile raccontare la sua vita in poche parole: nel corso della sua esistenza è stata tantissime cose: una giornalista, ha guidato i mezzi di soccorso, è stata una spia e poi ha lavorato per l’intelligence. A muoverla i valori, gli stessi che l’hanno spinta a combattere il nazismo con coraggio e forza.

E così la sua vita si intreccia con le tante altre esistenze che, in quel periodo buio della Storia dell’umanità, hanno saputo fare la differenza. Come Elena Di Porto, la “matta” di piazza Giudia che, con coraggio e generosità, aveva tentato di avvisare le persone dal rastrellamento del ghetto di Roma il 16 ottobre del 1943. Oppure tutte quelle persone che avevano preso parte al programma Kindertransport, grazie al quale circa 10mila bambini sono stati allontanati dalla furia nazista mentre montavano i venti di guerra.

Persone, con le loro storie, con i loro ideali, con il loro coraggio. Individui che hanno saputo fare la differenza. Proprio come lo sfuggente “topo bianco” Nancy Wake, la donna più ricercata dalla Gestapo.

Nancy Wake, la gioventù e gli inizi della sua storia

L’inizio della storia e della vita di Nancy Wake è datato 20 agosto del 1912, quando nasce come più giovane di sei figli a Wellington in Nuova Zelanda. Un luogo in cui vive per poco tempo: solamente due anni dopo, infatti, la sua famiglia si trasferisce in Australia ed è lì che lei studia e rimane fino all’età di 16 anni.

La vita di Nancy Wake è segnata da tanti lavori diversi e da tanti luoghi del mondo. In Australia lavora come infermiera. Poi il trasferimento a New York dove studia per diventare giornalista e, ancora, negli anni Trenta a Parigi dove arriva come corrispondente.

Tante esistenze in un’unica vita, già sperimentate da giovanissima e che sarebbero mutate ancora. L’ascesa del nazismo, infatti, avrebbe cambiato nuovamente tutto.

Nancy Wake, l’inafferrabile topo bianco e la spia

È il 1937 e Nancy Wake conosce – e poi sposa due anni dopo  Henri Edmond Fiocca. È poco dopo che la Germania invade la Francia e l’esistenza di Nancy cambia ancora. Prima guida l’ambulanza ma poi diventa uno dei membri della Resistenza francese. Così diventa lo sfuggente e ricercatissimo topo bianco, il nome in codice che le è stato affibbiato proprio per la sua capacità di sfuggire sempre alla cattura. Su di lei pende una taglia e la sua vita è costantemente in pericolo. Per questo, a quel punto tenta la fuga, viene catturata e rilasciata (grazie a un sistema ingegnoso) pochi giorni dopo e a raggiungere la Spagna e, infine, la Gran Bretagna.

viene addestrata nel British Special Operations Executive (Soe) e, successivamente, nel 1944, paracadutata in una regione della Francia. Da quel momento prende parte a operazioni importanti: recluta membri per la resistenza, diventa protagonista e parte di attacchi mirati a punti ben precisi o ai convogli tedeschi, aiuta a creare le linee di comunicazione tra la Gran Bretagna e il suo esercito e i maquisard, ovvero i gruppi della Resistenza Francese.

Tra le sue imprese l’aver percorso centinaia di chilometri per arrivare a un operatore radio e riuscire a inviare un messaggio a Londra, il tutto passando attraverso alcuni checkpoint tedeschi. E poi tornando al punto di partenza, anche in pochissime ore.

Imprese, tante, che hanno reso il suo nome una leggenda fondamentale per la Resistenza e per frenare il Nazismo. Solo alla fine della Guerra, ha saputo che il marito, che non aveva fatto in tempo a fuggire, era stato torturato e ucciso dalla Gestapo. A proposito, come riporta un vecchio articolo su The Australian, nel 2002 aveva detto: “Mi sono sempre sentita responsabile della sua morte. Lo hanno torturato. E suo padre gli ha detto: ‘Ti rilasceranno se dici loro dov’è andata Nancy.’ E lui disse: ‘Papà, laisse-moi tranquille’ (che tradotto significa: “Papà lasciami in pace)”.

La vita di Nancy Wake dopo la Guerra

Dopo anni di combattimenti e di pericoli Nancy Wake non si ritira, né sceglie un mestiere più semplice. Per diverso tempo, infatti, lavora nell’intelligence (da cui si è dimessa nel 1957) e si è candida in diverse occasioni alle elezioni in Australia.

Nel 1957 si sposa nuovamente, questa volta con John Forward ufficiale della Royal Air Force, l’uomo che resterà al suo fianco fino alla fine dei suoi giorni. Lui morirà nel 1997 a Port Macquarie, dopo 40 anni insieme. Nancy, invece, muore nel 2011 a 98 anni, a Londra.

Della sua vita è stato raccontato tanto. A scriverne è stata lei stessa, che nel 1985 ha pubblicato a sua autobiografia, ma altri libri sono stati scritti sulla sua esistenza e su ciò che ha fatto, così come è stata girata una miniserie basata su uno di quei volumi. Inoltre, è stata insignita di diversi riconoscimenti in Gran Bretagna (come la George Medal) ma anche in Australia, Francia e Nuova Zelanda.

Sfuggente, combattiva, coraggiosa, Nancy Wake ha lottato facendo la differenza. A quanto pare, come riporta Il Giornale, aveva detto in merito al suo coinvolgimento nella Resistenza e di come aveva vissuto quel periodo della sua vita: “Mentre ero una spia pensavo che non mi sarebbe importato di morire. Senza libertà non c’era motivo di vivere”.