Livia Drusila: la femminista che cambiò la storia di Roma

Ha lottato per avere il potere e l'ha ottenuto. È riuscita a essere moglie, madre, ma soprattutto donna, restando al fianco dell'Imperatore, suo marito, e mai un passo indietro

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Prima delle suffragette, prima della città delle dame di Christine de Pizan e prima di quei nomi che hanno fatto la storia c’era lei, la Prima imperatrice romana, la matrona che cambiò il destino di Roma, e forse anche un po’ il nostro. Certo, il suo nome non finì sui libri di storia, perché quelli erano destinati solo agli Imperatori, ma la sua eredità è rimasta ferma e immutata nel tempo. Perché lei, Livia Drusilla, riportata in auge dalla serie tv di Sky con Kasia Smutniak, può essere considerata la prima femminista della storia, la nostra.

La moglie di Ottaviano Augusto

Ecco come la ricordano gli storici e gli appassionati dell’Impero romano, come la moglie di Ottaviano Augusto. Ma nessuno, certo, precisa mai che è a lei che lui doveva tutte le sue fortune. Perché Livia Drusilla non era un’ingenua donzella da salvare, né tantomeno l’angelo del focolare dell’Impero. Era una combattente, dentro e fuori.

Lo dimostra anche la sua longevità: l’Imperatrice romana, infatti, visse fino all’età di 87 anni, in un periodo in cui l’aspettativa di vita era decisamente più bassa. E questo non è un dato che conta poco, perché dimostra il forte attaccamento che la moglie di Augusto aveva nei confronti della vita.

Sono tanti gli storici che si sono dedicati a lei, e il profilo che emerge è quello che vede due personalità contrapposte e distinte. Da una parte, infatti, Livia è descritta come un’abile tessitrice, ma soprattutto come moglie devota e amorevole dell’Imperatore. Dall’altra, invece, la sua immagine restituisce il profilo di una donna spietata e avida di potere, una tessitrice, appunto, ma di trame dinastiche. Probabilmente Livia fu l’una e l’altra.

Quello che è certo è che era temutissima e rispettata. Il suo pronipote, Caligola, la definiva Ulixem Stolatam, che tradotto letteralmente vuol dire “Ulisse in gonnella”.

Non solo la moglie dell’Imperatore Augusto, dicevamo. Anche se di lui si innamorò, e al suo fianco restò per gran parte della sua vita. Un amore a prima vista, il loro, che mise fine ai matrimoni precedenti dei due dando vita a un lungo e romantico sodalizio.

Livia Drusilla

Livia Drusilla Claudia, conosciuta semplicemente come Livia e dopo l’anno 14 come Giulia Augusta, è nata a Roma il 30 gennaio del 58 a.C. A soli sedici anni la ragazza convolò a nozze con Tiberio Claudio Nerone, suo cugino, impegnato nella lotta contro Ottaviano. Da perdente, la famiglia di Livia si trasferì prima in Sicilia e poi in Grecia, per poi tornare a Roma dopo l’amnistia.

Era il 39 a.C. quando Livia incontrò lo sguardo di Ottaviano e se ne innamorò. Nonostante fosse già madre di Tiberio e incita di Druso, scelse di lasciare Tiberio, così come l’Imperatore lasciò sua moglie Scribonia. Un anno dopo i due convolarono a nozze.

C’è chi sostiene che la loro fu una grandissima storia d’amore e chi, invece, che la loro unione fosse basata solo su convenienze politiche, fatto sta che i due restarono insieme per 50 anni. Un periodo lunghissimo durante il quale Livia non restò mai dietro a suo marito, ma sempre al suo fianco.

Il potere di Livia

Quando nel 31 a.C, Marco Antonio morì, Ottaviano diventò il padrone di Roma. Insieme a Livia, non solo governò la capitale, ma divenne un vero e proprio modello per tutte le famiglie della città. Livia, in particolare, diventò l’esempio per le matrone romane, una vera influencer moderna anche nelle scelte stilistiche.

Si occupava della casa e di suo marito, ma non trascurava gli interessi politici ed economici. Ottaviano, infatti, scelse lei come amministratrice delle sue finanze, mentre Livia lavorava per i figli avuti precedentemente da Tibero Claudio Nerone, per garantirgli un futuro politico.

La prima imperatrice

Nell’anno 14 l’Imperatore morì e, inaspettatamente, alla lettura del testamento si scoprì l’esistenza di un provvedimento di adozione nei confronti di Livia. Nulla da Ottaviano era stato lasciato al caso, sapeva che così sua moglie poteva entrare nella gens patrizia dei Iulii, anche se questo, inusualmente, voleva dire che Livia era diventata figlia del marito.

Ma nel testamento c’era anche altro, non solo un terzo del patrimonio dell’Imperatore, ma anche il titolo di Augusta. Così, Livia, divenne Giulia Augusta e con quel ruolo contribuì all’elezione di suo figlio Tiberio come Imperatore. Madre e figlio governarono Roma e Tiberio diede a Livia un posto al teatro tra le Vergini Vestali.

Livia Drusilla era potentissima, era l’Imperatrice di Roma, la prima. La sua immagine, però, oscurò a lungo quella di suo figlio, l’Imperatore, che soffriva la figura ingombrante di sua madre. Così i rapporti tra i due si deteriorano.

Gli ultimi anni di vita

Nell’anno 22 Livia, a seguito di una malattia, si trasferì a Capri. Tornò poi a Roma dove morirà il 28 settembre dell’anno 29. La sua scomparsa però non verrà onorata, non come ci si aspetta per un Imperatrice. Suo figlio non solo non la divinizzerà, come invece era successo ad Augusto, ma cancellerà tutti i titoli a lei conferiti dal Senato. Nonostante questo, però, la potenza della sue gesta rimase intrisa nella memoria del popolo romano che la elesse a matrona, a vestale, a virtù romana.

Domina, l’imperatrice più potente di Roma

A Livia Drusilla, moglie di Augusto, e prima Imperatrice di Roma, è stata dedicata la serie tv Sky Original Domina, con Kasia Smutniak assoluta protagonista. In quegli otto episodi la storia della potente, astuta e carismatica Livia emerge in tutta la sua potenza, a dà giustizia a quella che è considerata una proto-femminista. Una donna che non ha rinunciato a niente, che ha saputo essere madre e moglie, senza mai rinunciare alla sua essenza.

La stessa Smutniak, chiamata a interpretare la Prima Imperatrice di Roma in Domina, in un’intervista ad Ansa ha dichiarato: “forse è stata la vera prima femminista, ha creato leggi apposta per le donne, che consentissero loro di mantenere le proprietà e non perdere i figli dopo il divorzio. Allora le donne erano come oggetti di riproduzione. Questa è una storia che ci dice come duemila anni fa fossero stati fatti dei passi avanti poi cancellati”.

E lo pensiamo anche noi, che Livia sia stata una femminista, la prima della storia. Perché ha lottato per avere il potere e l’ha ottenuto. Perché è riuscita a essere moglie, madre, ma soprattutto donna, guadagnandosi un posto al fianco di suo marito, non un uomo qualsiasi ma l’Imperatore, e non stare mai dietro di lui. Perché lei è stata la donna che ha segnato e cambiato il destino dell’Impero Romano.

La sua forza, la tenacia e il coraggio hanno insegnato alle donne del tempo che non avevano alcun limite e che potevano aspirare a ben altro, oltre al ruolo che la società aveva deciso per loro. Ma soprattutto insegna ancora oggi che possiamo essere tutto ciò che vogliamo.