Miss Marx, la donna rivoluzionaria vittima dell’amore

All'ombra dell'amore e della rivoluzione: la storia e il tormento della figlia minore di Karl Marx

Di storie di donne che sono state lasciate alla deriva dalla passione e da quell’amore travolgente che anima il cuore e tutti i muscoli del corpo ce ne sono tantissime. Sono proprio quelle figure femminili, che si sono lasciate distruggere dal sentimento più potente al mondo, a lasciarci in eredità un messaggio importantissimo.

Tutte ci ricordiamo di Anna Karenina e Madame Butterfly, così come di Maria Callas o Margherita Sarfatti. Alcune di queste hanno vissuto all’ombra dell’amore o delle figure importanti che caratterizzavano la loro vita come Eleanor Marx; una donna emancipata e di valore, una vera rivoluzionaria dal cuore grande, il cui battito ardente le fu fatale.

Per tanto, troppo tempo la storia di Eleanor è rimasta all’ombra di quella figura importante che ha cambiato la vita e la storia di tutti noi: suo padre, Karl Heinrich Marx. Poi ecco arrivare, alla Mostra del Cinema di Venezia, la pellicola di Susanna Nicchiarelli meritevole di portare alla nostra attenzione la storia di una donna rivoluzionaria vittima dell’amore e del patriarcato.

Miss Marx è il film che ci ha avvicinate a Eleanor: figlia della rivoluzione che vive grazie agli ideali del padre, ai quali resterà sempre fedele, che però diventeranno un fardello troppo grande da sopportare, insieme a quell’amore opprimente con Edward Aveling.

La sua intelligenza, e quella sensibilità troppo moderna in una società patriarcale, la rendono la vittima perfetta di un sistema ancora in evoluzione, anche se vittima non lo sarà mai. Persino la scelta di porre fine, tragicamente, alla sua vita con un suicidio, sarà per Eleanor una liberazione.

Come purtroppo accade alle grandi donne delle storia, la vicenda della della figlia minore dell’autore de Il Capitale è stata per troppo tempo eclissata o raccontata parzialmente, fino al debutto della pellicola della regista romana Susanna Nicchiarelli.

Eleanor nasce a Londra nel 1855 con un pesante fardello sulle spalle: suo padre sperava in un maschietto ma, nonostante questo, la sestogenita Marx finisce per diventare la sua preferita. Fu a lei, infatti, che Karl si affidò per tradurre i suoi scritti de Il Capitale.

Dotata di un’intelligenza colta e raffinata, Eleanor si appassiona al teatro coltivando il sogno di diventare attrice sperando che così, attraverso la cultura, potesse fare politica. Ma a quei tempi, era chiaro, che la giovane non avesse fatto i conti con la società in cui viveva.

È una grande attivista, divulgatrice delle teorie del padre: si prodiga per il suffragio universale, per la tutela del lavoro e l’accesso all’istruzione; è anche coinvolta nel nascente movimento femminista.

Poi, ecco che tutto cambia: l’incontro di Edward Aveling, intellettuale e attivista politico, cambia e stravolge la vita di Eleanor. Quell’uomo di successo, che resterà al fianco della figlia minore di Marx, non solo consumerà l’eredità lasciata a Eleanor, ma anche la sua intera esistenza.

Nel corso degli anni la loro relazione è sempre più turbolenta e complicata a causa dell’infedeltà di lui, fino a quando Edward Aveling sposa un’altra donna di nascosto. Quella scoperta sarà per Eleonor un punto di non ritorno, così il 31 marzo del 1898, a soli 43 anni, la donna si suicida ingerendo del veleno.

Non un gesto di vittimismo o di disperazione no, quello della figlia della rivoluzione fu una decisione liberatoria, perché il prezzo da pagare per quella sua modernità, punto di forza e condanna, era ormai troppo alto. Una donna che ha vissuto in bilico tra la ragione e il sentimento, una rivoluzionaria la cui unica colpa era quella di essere nata donna in una società patriarcale, nonché figlia di Karl Marx e vittima dell’amore: flagelli troppo grandi di cui Eleonor ha scelto di non portare più il peso.