Cibi in estate: come evitare intossicazioni

Con il caldo estivo aumenta il rischio di intossicazioni alimentari. Ecco come puoi evitarle

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Daniela Iniziato

Lifestyle Editor

Web writer freelance, scrive articoli SEO, testi per siti internet, social e altro. Vivo scrivendo per realizzare la mia idea di libertà.

L’estate è sinonimo di lunghe giornate da trascorrere all’aria aperta in compagnia. Le cene tra amici, i picnic in famiglia, i giorni in vacanza e le grigliate sono irrinunciabili per godersi al meglio le calde serate estive.

Proprio il gran caldo, però, può nascondere delle insidie per la nostra salute quando è associato al cibo, così è facile incappare in un’intossicazione alimentare. Con temperature elevate i batteri responsabili dei disturbi intestinali proliferano con maggiore facilità, soprattutto se gli alimenti non vengono conservati correttamente.

Ma stai tranquilla! Grazie a piccoli ma importanti accorgimenti, che andremo a scoprire insieme, puoi continuare a goderti pienamente le tue estati, condividendo prelibatezze a tavola in tutta sicurezza e serenità.

Informazione e prevenzione possono guidarti nell’imparare come evitare intossicazioni alimentari, per vivere serenamente momenti di gioia e spensieratezza in compagnia, anche a temperature bollenti.

Quali sono le cause di un’intossicazione alimentare

Quando parliamo di intossicazioni alimentari, spesso pensiamo a cibi scaduti o visibilmente alterati che accidentalmente mangiamo. In realtà, un’intossicazione può avere svariate cause. Il responsabile numero uno restano i microrganismi patogeni, come batteri o virus, che trovano nel cibo un terreno ideale per moltiplicarsi e diffondersi.

Tra i batteri più temibili troviamo la Salmonella e il Campylobacter, spesso veicolati da carne e uova crude. Non dimentichiamo poi lo Staphylococcus aureus, che prolifera con facilità nei cibi lasciati a temperatura ambiente, soprattutto col caldo estivo. E ancora, la pericolosa Escherichia coli è in agguato nei prodotti a base di carne poco cotta e nell’acqua contaminata.

Anche i virus possono essere all’origine di un’intossicazione, come nel caso dell’Epatite A o il Norovirus. Quest’ultimo in particolare è molto contagioso e può facilmente passare da una persona infetta ad altre attraverso le mani o l’acqua contaminata.

Quando ingeriamo alimenti contenenti elevate quantità di batteri e virus, questi iniziano a moltiplicarsi rapidamente nel tratto gastrointestinale causando un’infezione. In alcuni casi possono anche produrre tossine dannose per l’organismo.

Gesti apparentemente innocui, come toccare il cibo dopo aver accarezzato il cane o non lavarsi bene le mani, possono dunque favorire la proliferazione di questi sgraditi ospiti. Occhio allora a maneggiare e consumare gli alimenti con cura, per non farti cogliere di sorpresa dai nemici invisibili dell’estate!

Quali sono i sintomi dell’intossicazione alimentare

Quando parliamo di intossicazione, spesso si ha in mente l’idea di dover affrontare una sintomatologia simile a quella di una gastrite acuta, con disturbi come crampi allo stomaco, nausea e malessere generale. In realtà, i sintomi di un’intossicazione alimentare possono manifestarsi in modi differenti e con diverse intensità a seconda del microrganismo patogeno responsabile.

Generalmente, questi compaiono già poche ore dopo aver ingerito il cibo contaminato, ma talvolta possono passare anche giorni o addirittura una settimana. Tra i disturbi più ricorrenti troviamo:

  • crampi e dolori addominali,
  • diarrea acquosa e talvolta ematica,
  • nausea e vomito,
  • mal di testa,
  • brividi e febbre,
  • gonfiore addominale e flatulenza.

I sintomi possono essere lievi, con disturbi modesti di breve durata, oppure più forti e persistenti. Nel caso di intossicazioni da Salmonella o E.Coli questi ultimi possono andare avanti anche per qualche giorno.

In alcuni casi, soprattutto nei bambini e negli anziani, possono manifestarsi sintomi più gravi come disidratazione o problemi renali che è bene non sottovalutare.

Perché l’intossicazione alimentare è più comune d’estate

Mentre noi gustiamo spensierati cene e grigliate all’aperto, un nemico subdolo potrebbe annidarsi proprio nei nostri piatti: stiamo parlando dei batteri responsabili delle intossicazioni alimentari.

Questi microrganismi trovano il periodo estivo davvero allettante, grazie alle elevate temperature che si attestano perfettamente nella cosiddetta “zona di pericolo”. Tra i 4 e i 65°C, infatti, proliferano con estrema facilità, moltiplicandosi a dismisura.

Trasportare cibi crudi o poco cotti all’aperto li espone a lunghi periodi a temperatura ambiente prima di essere mangiati. Questo ne favorisce la contaminazione. Anche i cibi deperibili come carne, pesce, uova, prodotti lattiero-caseari e verdure tagliate sono maggiormente a rischio se lasciati per più di 2 ore a una temperatura superiore ai 25-30°C.

Unica accortezza necessaria per godersi in sicurezza le gioie dell’estate è dunque seguire alcune semplici norme di igiene durante la preparazione e conservazione dei pasti, di cui parleremo più avanti.

Cosa fare in caso di intossicazione alimentare

Nella maggior parte dei casi di intossicazione alimentare banale, i sintomi migliorano spontaneamente nell’arco di 2-3 giorni. Tuttavia, non sottovalutare i sintomi e consulta il medico curante o vai al pronto soccorso se si verificano più episodi di vomito e/o diarrea persistenti oltre le 72 ore, se noti presenza di sangue nelle feci, riduzione della diuresi, disidratazione, mal di testa intenso o capogiri.

Per curare l’intossicazione bisogna soprattutto reidratare l’organismo bevendo tanta acqua e liquidi salini per compensare le perdite. Il medico può poi prescrivere farmaci antiemetici per controllare i sintomi di nausea e vomito.

Nei casi di intossicazione di origine batterica, inoltre, vengono somministrati antibiotici specifici. Se devi ricorrere a medicinali, comunque, non fare mai di testa tua, ma chiedi sempre consulto al tuo medico curante che ti saprà consigliare la terapia adatta per ritornare in forma in breve tempo!

Come reidratare l’organismo in caso di intossicazione alimentare

Come reintegrare i liquidi e sali minerali persi in modo corretto e veloce? Seguendo queste semplici raccomandazioni:

  • Bevi liquidi a piccoli sorsi per non sovraccaricare lo stomaco, in particolare brodi di verdure, tisane, infusi.
  • Prepara bevande mescolando un pizzico di sale e 6 cucchiaini di zucchero in 1 litro d’acqua. Aiuta a reintegrare sali e zuccheri persi.
  • Le spremute di arancia o centrifugati di ananas e uva sono reidratanti naturali, basta non esagerare con le quantità.
  • Evita cibi grassi, fritti, speziati che potrebbero peggiorare i sintomi.
  • In caso di persistente nausea, prova con un po’ di ghiaccio da succhiare o chewingum.

Come prevenire un’intossicazione alimentare

Mantenere basse le temperature è la cosa più importante per prevenire le intossicazioni durante l’estate. Gli avanzi deperibili, come carne, pesce, uova e latticini, devono essere conservati in frigorifero entro due ore dalla cottura, per evitare che si guastino. Se poi le temperature sono particolarmente elevate, superiori ai 32 gradi, il tempo massimo per riporli in frigo scende ad un’ora.

Non meno importante è imparare a riconoscere quando gli alimenti non sono più sicuri da mangiare. Se vengono lasciati fuori dalla catena del freddo per periodi prolungati, specie con il grande caldo, i batteri patogeni possono moltiplicarsi rapidamente, pertanto in questi casi è meglio gettarli via piuttosto che rischiare di stare male.

Per trasportare i pasti in spiaggia o al parco senza compromettere la qualità, usa una borsa frigo in cui riporre ogni cibo in contenitori ermetici. Dividi scrupolosamente cibi crudi da quelli cotti, in questo modo si eviterà ogni tipo di contaminazione crociata.

Scongela gli alimenti esclusivamente in frigorifero, in una bacinella di acqua fredda o nel microonde, perché a temperatura ambiente, con il caldo, i batteri proliferano indisturbati.

Se proprio non sei sicura che il cibo che stai per preparare o per mangiare sia alla giusta temperatura, utilizza un termometro da cucina. In questo modo potrai verificare che carne, pollame e pesce raggiungano le temperature interne minime per garantire la morte di ogni microrganismo patogeno.

Prima e dopo aver toccato qualsiasi cibo, lava sempre bene mani, superfici e utensili. Lavare frequentemente le mani è fondamentale per prevenire le intossicazioni alimentari. Questa buona abitudine va seguita soprattutto dopo essere andati in bagno, aver cambiato pannolini, fumato, soffiato il naso o tossito.

E non dimenticare di sciacquare frutta e verdura, anche se le mangi senza buccia.

Chi è più a rischio di intossicazione alimentare?

Alcune categorie di persone corrono maggiori rischi di intossicazione alimentare. È il caso dei bambini piccoli e dei nonni, i cui sistemi immunitari sono rispettivamente ancora in fase di sviluppo o più deboli con l’età avanzata.

Per questo è fondamentale che chi cucina per loro presti particolare attenzione all’igiene degli alimenti, lavando accuratamente frutta e verdura e conservando cibi deperibili in maniera corretta.

Anche per le donne in dolce attesa la prevenzione riveste grande importanza, poiché alcuni batteri potrebbero nuocere alla crescita del bebè. Ugualmente delicate sono le condizioni di chi è sottoposto a chemioterapia o soffre di diabete o Hiv, visto che la resistenza naturale del fisico è già messa alla prova dalla patologia di base.

Maggiore vulnerabilità deriva inoltre da condizioni di obesità o malnutrizione, che alterano l’equilibrio intestinale o indeboliscono le barriere di difesa. Occhio di riguardo bisogna poi averlo quando si va in viaggio in Paesi in via di sviluppo dove si possono trovare germi locali a cui siamo meno abituati, così come chi lavora nel settore alimentare a più diretto contatto con cibi crudi.