Villa Clerici, la splendida dimora sul Naviglio Grande alle porte di Milano

Affacciata sulle rive del Naviglio Grande, a poca distanza da Milano, la splendida Villa Clerici è un gioiello dimenticato da tutti: scopriamo la sua storia

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

A pochi chilometri da Milano, affacciata sulle sponde del Naviglio Grande, sorge Villa Clerici: si tratta di un’antica dimora seicentesca che ormai da anni versa in stato d’abbandono, dimenticata dal mondo assieme al suo meraviglioso parco. Eppure, nonostante l’inclemenza del tempo, è ancora possibile scorgere la sua maestosità nei piccoli dettagli che la caratterizzano. Andiamo alla scoperta di questa splendida architettura.

Villa Clerici, a due passi da Milano

Dove si trova Villa Clerici? Siamo nei pressi di Milano, alle porte di una minuscola frazione chiamata Castelletto di Cuggiono. Il suo nome deriva proprio dall’antica dimora, che i suoi proprietari, in origine, chiamavano Castelletto. Il luogo è davvero magico: tutt’intorno, spicca la natura incontaminata del Parco del Ticino, attraverso il quale scorre il fiume omonimo. E, proprio ai piedi della villa, ecco le scintillanti acque del Naviglio Grande. Il canale artificiale, che nasce a Tornavento, si dirige poi placidamente proprio verso il capoluogo lombardo, fornendo importanti risorse idriche ai numerosi paesi che incontra lungo il suo cammino.

Questa è l’incantevole cornice in cui si staglia Villa Clerici, un’imponente architettura su cui ormai la natura ha preso il sopravvento. La sua posizione, sulla cima di una collinetta da cui guarda al Naviglio, è davvero fantastica. Probabilmente qui si trovavano già in precedenza alcuni antichi insediamenti d’epoca romana, costruiti per scopi militari, dei quali tuttavia oggi non resta traccia. Essendo una proprietà privata, purtroppo non è possibile visitare la villa. Ma possiamo immergerci nella sua storia, per scoprire qualche curiosità in più su questo gioiello architettonico.

La storia di Villa Clerici

Sulla collina che affaccia sul Naviglio Grande, un tempo sorgeva la residenza della famiglia Crivelli. Fu dall’impianto originario di questa dimora che, nella seconda metà del ‘600, il marchese Giorgio II Clerici fece costruire la splendida villa che ancora oggi possiamo ammirare. L’uomo, appartenente ad una ricca famiglia di banchieri di origine comasca, possedette per lungo tempo il feudo di Cuggiono e ricevette il terreno (inclusa la costruzione già esistente) dagli Omodei, che gli erano debitrici di una grande somma. Nacque così una meravigliosa dimora di campagna commissionata all’architetto Gerolamo Quadrio, che realizzò un vero capolavoro.

Solo diversi decenni dopo, Anton Giorgio Clerici si dedicò alla parte esterna della proprietà, dando vita ad un grandioso giardino settecentesco con terrazze digradanti sino al Naviglio. Sempre lui fece costruire una scalinata monumentale che, dalla residenza, conduce allo scenografico imbarcadero. In questo periodo storico, Villa Clerici raggiunse il suo massimo splendore: sale riccamente decorate si affacciavano su un parco rigoglioso, con viali curati e belle statue tra le piante esotiche. La casa rimase nelle mani della famiglia Clerici sino alla seconda metà dell’800, quando fu costretta a cederla a causa di alcune difficoltà economiche.

Inizialmente l’edificio avrebbe dovuto accogliere un manicomio, ma venne acquistata dall’ingegnere Cornelli e, poco dopo, dalla famiglia Simontacchi. La villa accolse allora un grande stabilimento tessile: gli interni vennero pesantemente modificati, con la demolizione di pareti per ampliare gli spazi, così da renderli più adatti ad un’attività industriale. Il giardino, invece, cadde in stato di abbandono e tutte le sue meravigliose piante vennero lasciate a loro stesse. Prive di cura, presero il sopravvento perdendo la loro compostezza e avvolgendo la dimora con le loro fronde incolte. Nel 1950, finalmente Villa Clerici venne venduta alla famiglia Pacchi che, per la prima volta, aprì i suoi battenti al pubblico (sebbene solo in rare occasioni).

Purtroppo l’idillio non durò molto. Se negli anni ’60 il Parco del Ticino donò alcune essenze arboree alla proprietà, così da piantumare il giardino, appena un decennio dopo la residenza passò nelle mani della sovrintendenza dei beni culturali, senza tuttavia trarne alcun giovamento. La villa rimase abbandonata a se stessa, così come lo splendido parco che tornò a crescere in maniera selvaggia, addirittura danneggiando parzialmente il giardino stesso. Nel 2012 Villa Clerici venne acquistata da Mario Mantovani, ex senatore italiano, e tornò ad essere completamente privata. Ma ancora nessuno ha deciso di riportarla al suo originario splendore.

Villa Clerici: com’è oggi la splendida dimora

Villa Clerici
Fonte: iStock
Villa Clerici

Inserita tra i Luoghi del Cuore del FAI (Fondo Ambiente Italiano), Villa Clerici è ancora oggi in stato di totale abbandono. Una perdita preziosissima per il nostro patrimonio architettonico, vista la magnificenza che un tempo caratterizzava questa dimora. Alcune tracce di quella maestosità rimangono nelle linee austere e decise con cui l’edificio venne costruito: il palazzo appartenne infatti ad una ricca famiglia milanese, che tuttavia non poteva competere con altre casate ben più nobili (e fornite di pecunia). Per questo, tutti i suoi sforzi vennero mirati a realizzare un capolavoro che potesse rendere la famiglia ancora più prestigiosa.

Villa Clerici è davvero particolare: la sua pianta ad H le permette di ampliare il numero di affacci sullo splendido parco che la circonda (anche se ormai è in declino, completamente incolto). Ci sono ben 365 finestre, una per ogni giorno dell’anno, e 12 balconi – che rappresentano invece i mesi. Spiccano, inoltre, le due torri con piccionaia che si ergono ai lati della dimora. Tra le sue sale, che sono state intaccate dagli ampliamenti dovuti ai proprietari della filanda, sono custoditi alcuni pregiati affreschi come quelli realizzati dagli allievi della scuola di Giovanni Battista Tiepolo.

E il giardino? Progettato su cinque piani terrazzati, era impreziosito da splendide statue e piante secolari che facevano ombra alla casa. Al centro, un’imponente scalinata barocca conduceva all’imbarcadero sul Naviglio Grande. Veniva impiegato dai nobili che, al posto di attraversare il borgo, potevano così accedere a Villa Clerici dal canale. Purtroppo, anche la scalinata venne danneggiata nel periodo in cui la dimora ospitava la filanda: venne in parte smontata per fare spazio ad una vasca dedicata al candeggio dei tessuti, disturbando l’armonia di un complesso imponente e meraviglioso.