I sorprendenti Giardini di Versailles, tra giochi d’acqua, boschetti e il villaggio della Regina

Geometrici e armonici in ogni parte, i Giardini di Versailles sono il modello perfetto dei Giardini alla Francese: storia, curiosità e fontane

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Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Pubblicato: 23 Maggio 2025 09:21

Tra tutti i giardini di cui ci possiamo innamorare, di certo quelli di Versailles hanno un posto speciale nel nostro cuore: Jardins du château de Versailles si trovano a ovest del Palazzo e coprono per 2.000 acri di terreno. Il contesto paesaggistico? Si rifà allo stile del Giardino Formale Francese, che è stato perfezionato proprio da André Le Nôtre. I Giardini di Versailles sono il sogno intimo di chiunque sia appassionato di giardinaggio, di natura, di bellezza: scopriamo la storia, le meraviglie, i giochi d’acqua e di prospettiva, i boschetti che trasmettono un profondo senso di pace e un’estetica che sfiora la perfezione.

La storia dei Giardini di Versailles

Passeggiando per la Reggia di Versailles e ammirando i giardini dalla finestra centrale della Galleria degli Specchi si nota subito un dettaglio: la cosiddetta “Grande Prospettiva”. Sì, perché i Giardini di Versailles sono il frutto di ricerca, di studio, di dettagli. Soprattutto, rispondono ai canoni del Giardino alla Francese, pensato per stupire. Ma facciamo un passo indietro per comprendere la perfezione dietro ciò che possiamo ammirare oggi.

La Reggia di Versailles e i suoi giardini
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La Reggia di Versailles e i suoi giardini

Nel 1661, Luigi XIV affidò ad André Le Nôtre, “Re dei Giardinieri e Giardiniere del Re”, il lavoro di creazione e ristrutturazione dei Giardini di Versailles. Per Luigi XIV, non erano un luogo meno importante rispetto alla Reggia: ricercava la stessa magnificenza. E chi meglio di Le Nôtre, che aveva collaborato con Jean-Baptiste Colbert, anche se Luigi XIV non ha mai delegato nulla, anzi, ogni minuzia veniva approvata ed esaminata dal Re in persona?

Ad oggi, la creazione dei Giardini di Versailles viene definita un’impresa monumentale. La terra fu smossa, livellata, lavorata, per creare il parterre, l’Orangerie, per scavare le fontane, il Canale. Un immenso progetto che aveva l’obiettivo di dimostrare il potere assoluto del Re. Un complesso di parchi, giardini, boschetti, fontane e grotte, realizzati tra il 1661 e il 1700. Possiamo definire Versailles come il modello perfetto del Giardino alla Francese, con statue in marmo, vasche animate dai giochi d’acqua. L’impostazione è geometrica, simmetrica, e la prospettiva è affascinante: ammirandola, possiamo avere la sensazione dell’infinito, del dominio di questo luogo sul mondo circostante.

Merita di certo un approfondimento anche l’Orangerie: è una vera e propria architettura del verde, pensata per stupire tanto quanto il Palazzo. Qui l’equilibrio tra botanica, architettura e arte è evidente, tanto che erano un vero e proprio vanto per il Re. Piante esotiche, coltivazioni che provenivano da ovunque, anche dal Portogallo, dalla Spagna e dall’Italia, tra alberi di agrumi, melograni, oleandri, limoni.

I principi del Giardino alla Francese

Tutto ruota attorno all’asse centrale, da cui si sviluppano sentieri, aiuole e siepi con simmetria impeccabile. Nulla è lasciato al caso: ogni prospettiva è studiata per guidare lo sguardo, con un effetto di profondità e ordine quasi ipnotico. Le forme geometriche — rettangoli, cerchi, tracciati lineari — dominano lo spazio e danno struttura al verde.

Fontane, statue e giochi d’acqua sono parte integrante della scenografia. Il Canal Grande, lungo più di un chilometro, è un esempio perfetto di come l’acqua servisse a riflettere la magnificenza del palazzo, quasi a prolungarne la presenza. E proprio come previsto dai principi del Giardino alla Francese, anche la natura si piega all’arte del rigore. Ecco perché Versailles ne è il modello assoluto: potente, teatrale, ma incredibilmente armonico.

Le fontane

Camminando per i Giardini di Versailles, ci imbattiamo in statue e fontane, e giochi d’acqua che ci lasciano senza parole. Sono in perfetto equilibrio con la natura e rappresentano la massima espressione del potere di Luigi XIV: iniziamo dalle Fontane delle Quattro Stagioni, create nel 1670: la celebrazione del ciclo della natura, che non si ferma. L’elemento acquatico ricopre un’importanza decisiva dei Giardini alla Francese. A Versailles, tra zampilli d’acqua e superfici specchiate che riflettono il cielo (come nel Parterre d’Acqua o nel Canal Grande), ci si perde alla scoperta delle fontane.

Le fontane dei Giardini di Versailles
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Le fontane dei Giardini di Versailles

Ai quattro incroci dei viali principali si trovano ben quattro fontane: la Fontana della Primavera o Fontana Flora e la Fontana dell’Estate o Fontana di Cerere sono a nord, invece la Fontana dell’Autunno o Fontana di Bacco e la Fontana dell’Inverno o Fontana di Saturno a sud. Percorrendo il Parterre di Latona fino alla fine, oltre che all’ingresso di Via Reale, abbiamo la possibilità di ammirare tutte e quattro le fontane. Ma abbiamo appena iniziato a parlare dei giochi d’acqua che possiamo ammirare qui: ci sono le Fontane della Lotta degli Animali, la Fontana del Drago, la Fontana di Nettuno o ancora la magnifica Fontana di Latona, che è ispirata a Le Metamorfosi di Ovidio. Non dimentichiamo la Fontana di Apollo, il Bagno delle Ninfe e la Piscina a Specchio, dove Le Nôtre, in modo ingegnoso, scelse di sfruttare il dislivello del terreno per collocare la Fontana dell’Isola Reale.

I boschetti di Versailles

La simmetria perfetta dei Giardini di Versailles
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La simmetria perfetta dei Giardini di Versailles

André Le Nôtre, a Versailles, ha creato dei “luoghi” naturali di intrattenimento, come appunto i boschetti: spazi riservati al piacere, alla musica, alla conversazione. Ogni boschetto aveva un tema, un’atmosfera, una funzione. Un labirinto verde fatto di sorprese, le piante venivano potate con precisione quasi architettonica, e gli spazi studiati per generare meraviglia, ombra e frescura. Purtroppo non tutti i boschetti sono arrivati ai giorni nostri, come il Boschetto del Labirinto, disegnato e progettato da Charles Perrault, che è stato poi sostituito dal Boschetto della Regina. All’epoca del Regno del Re Sole, erano ben 15 i boschetti visitabili. Purtroppo, però, la manutenzione dei boschetti era piuttosto dispendiosa. Sì, persino per il Re.

Il Villaggio della Regina

Non dimentichiamo, poi, che all’ombra della Reggia di Versailles si trova il cosiddetto Villaggio della Regina, voluto fortemente da Maria Antonietta: un modo per “sfuggire” alle incombenze di Corte e per ritrovare se stessi a contatto con la natura. Un vero e proprio angolo bucolico dove la Regina smetteva di essere la Regina, sì, e si trasformava… in una contadina. Il suo volere era quello di condurre, o comunque “provarci”, una sorta di vita spensierata di campana, con campi da coltivare e animali da seguire.