Casa Galimberti, il fascino del Liberty trionfa a Milano

Andiamo alla scoperta di Casa Galimberti, splendido edificio riccamente decorato che rappresenta una delle architetture Liberty più originali di Milano

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Quando non è in giro o al pc, riempie di coccole i suoi amati gatti.

Impossibile passarle davanti e non rimanere affascinati dai suoi decori incredibili: è Casa Galimberti, una delle architetture più rappresentative del Liberty nel cuore di Milano. Realizzata poco più di un secolo fa, ospita negozi e abitazioni, ed è un vero gioiello per via delle sue facciate impreziosite da ceramiche elegantemente dipinte e da ferro battuto. Andiamo alla scoperta della sua storia.

Dove si trova Casa Galimberti

Milano è una città dai mille volti, dove è facile imbattersi in architetture eleganti e raffinate, ma a volte persino un po’ bizzarre. Casa Galimberti non è certo un palazzo che può passare inosservato: si trova in via Malpighi 3, a due passi da Porta Venezia e da una delle più importanti strade milanesi dello shopping, corso Buenos Aires. L’edificio ha una forma particolare, con le sue due facciate che non combaciano in perpendicolare. Sotto di esso, inoltre, scorre la Roggia Gerenzana, un piccolo canale ormai quasi interamente coperto che porta acque pulite dal Naviglio della Martesana a Rogoredo, tagliando in due la città da nord a sud.

Casa Galimberti, a Milano
Fonte: iStock | Ph. clodio
Casa Galimberti, a Milano

La storia di Casa Galimberti

Casa Galimberti nacque poco più di un secolo fa, nei primissimi anni del ‘900: fu costruita per volere dei fratelli Galimberti, che in quello stesso periodo fecero realizzare anche Casa Campanini – un altro gioiello Liberty. L’intera area era all’epoca occupata dalla Società Anonima degli Omnibus (SAO), che alla fine dell’800 vinse l’appalto per gestire il trasporto pubblico di Milano attraverso l’uso di tram a cavallo. Con l’arrivo del nuovo secolo, il Comune indisse un nuovo bando che vide prevalere la tecnologia, sotto forma di tram elettrici forniti da un’altra compagnia.

La SAO fu così costretta a dismettere le sue rimesse, che in quel periodo ospitavano ben 280 cavalli: solo 3 scuderie rimasero in piedi e sono ancora visibili (ospitano dei negozi), mentre le restanti vennero demolite e il terreno venne messo in vendita. I fratelli Galimberti ne acquistarono una porzione, e affidarono il progetto del loro nuovo palazzo all’architetto Giovanni Battista Bossi, che si occupò in toto della realizzazione di quello che è oggi uno dei capolavori del Liberty milanese. Costruito su 5 piani, l’edificio venne suddiviso in modo che al piano terra ospitasse delle attività commerciali, mentre il resto divenne ad uso residenziale. In particolare, ogni piano venne trasformato in un appartamento.

Nel 1965, Casa Galimberti venne sottoposta a vincolo monumentale, per via della sua incredibile importanza architettonica. Naturalmente, con il trascorrere del tempo le decorazioni iniziarono a perdere il loro fascino: alla fine degli anni ’90, dunque, venne avviata un’importante ristrutturazione dell’androne d’ingresso e del vano scala. Mentre nel 2018 fu il turno delle facciate, le cui maioliche decorative vennero sottoposte a restauro conservativo: alcune di esse, infatti, stavano iniziando a staccarsi. Nel giro di pochi mesi, il palazzo venne riportato al suo splendore originario, e possiamo ammirarlo ancora oggi.

Casa Galimberti, a Milano
Fonte: iStock | Ph. Alessandro Perazzoli
Casa Galimberti, a Milano

Casa Galimberti, il capolavoro del Liberty

Le due facciate di Casa Galimberti sono uno degli esempi più spettacolari del Liberty milanese: sono quasi interamente ricoperte con ceramiche decorative realizzate dalla Società Ceramica Lombarda, per un totale di ben 170 metri quadri. I disegni, progettati sempre dall’architetto Bossi, vi furono impressi mediante la tecnica della pittura a fuoco. Si tratta di un metodo piuttosto impegnativo, perché consiste nel dipingere le immagini su maioliche già cotte e verniciate, quindi richiede un’ulteriore cottura. A realizzare le decorazioni furono Pio Pinzauti e Fernando Brambilla (il primo si concentrò sulle immagini ornamentali, mentre il secondo sulle figure.

Vediamo nel dettaglio le decorazioni di Casa Galimberti, di gusto così spiccatamente Liberty che non possono che lasciarci a bocca aperta. Lungo via Malpighi, le sei finestre del primo piano sono adornate con nove formose figure femminili e tre figure maschili; lungo via Sirtori, invece, accanto alle tre finestre si possono ammirare cinque immagini femminili e un solo uomo, raffigurato all’estrema sinistra del palazzo. Nei piani superiori di entrambe le facciate, le maioliche decorate proseguono con motivi ornamentali e rigogliosi disegni floreali.

Particolarmente interessanti sono anche i balconi, le cui balaustre sono realizzate con fatture molto diverse tra loro. Al primo piano sono caratterizzate da cemento decorato, mentre al secondo piano sono solo gli angoli a rimanere in cemento, lasciando spazio al ferro battuto nella parte centrale e in quelle laterali. Infine, al terzo piano i balconi sono realizzati interamente in ferro battuto: del cemento non vi è più traccia, dando quindi un senso di leggerezza che contribuisce al fascino di questo palazzo in stile Liberty.

Casa Galimberti, a Milano
Fonte: iStock | Ph. clodio
Casa Galimberti, a Milano

Gli altri esempi del Liberty a Milano

Lo stile Liberty prese piede a Milano nei primi anni del ‘900, trovando immediatamente terreno fertile: ne restano così numerosissime testimonianze da un capo all’altro della città, proprio come Casa Galimberti. Quali sono altri edifici iconici da visitare? Abbiamo già citato Casa Campanini, voluta sempre dai fratelli Galimberti e realizzata dall’architetto Alfredo Campanini. Dettagli spettacolari sono le cariatidi che si stagliano all’ingresso e il cancello in ferro battuto, che presenta splendidi motivi floreali. Al suo interno, invece, spiccano vetri policromi, affreschi e ceramiche originali.

Un altro esempio eccellente del Liberty milanese è Palazzo Castiglioni, progettato dall’architetto Giuseppe Sommaruga – oggi è sede dell’Unione Commercianti di Milano. L’edificio si snoda su tre piani: il basamento è realizzato con bugnato grezzo, che richiama le forme naturali della roccia, mentre il resto della facciata è decorato con fregi in stucco dal sapore settecentesco. In viale Piave si può ammirare invece il Kursaal Diana, eretto tra il 1907 e il 1908 sul progetto dell’architetto Achille Manfredini: fu uno dei principali hotel di Milano, e ancora oggi è adibito a tale uso (vi si trova il Diana Majestic, della catena Sheraton).

Negli stessi anni, l’architetto Alberto Migliorini progettò la Palazzina Liberty, costruita all’interno del Parco Vittorio Formentano: caratterizzata da splendide vetrate e da una facciata in stile Art Nouveau, internamente presenta piastrelle in ceramica riccamente decorate. Dopo un primo periodo in cui venne occupata da un caffè-ristorante, ebbe sempre funzione di luogo d’incontro culturale e musicale, ospitando anche l’Orchestra da Camera Milano Classica e la Casa della Poesia. Oggi è intitolata a Dario Fo e Franca Rame.