Dipendenza da sport: cause, sintomi e come uscirne

Come uscire dalla dipendenza da sport in modo autonomo e benefico, entrando nella dimensione del piacere e uscendo da quella dell’obbligo

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

6 segni che si dipende dallo sport

Come riconoscere se stiamo sviluppando o abbiamo sviluppato una dipendenza da sport? In che modo arrestare prima che il meccanismo vada troppo avanti? Esistono criteri per accorgersi del fatto che si sta sviluppando un’ossessione verso lo sport? Vediamo quali segni ci mostrano un’eccessiva “monomania” verso il movimento fisico compiuto con cadenza regolare e disciplina ferrea:

Parli solo delle tue prestazioni

…e diventano spesso monologhi. Se ti accorgi che il tuo argomento principe ha a che fare con tempi, minutaggio, frequenza cardiaca, battiti al minuto, appoggio del piede, nutrizione specifica e piano dietetico, durata dell’allenamento, carcihi etc (anche a seconda dello sport praticato) ecco che qualcosa non va. Non che non si debba parlare dei propri progetti e delle proprie iniziative che riguardano lo sport, specie se lo stai prendendo davvero seriamente. Possono essere tanti i casi: che ti sia appassionata/o al crossfit, che tu senta una grossa spinta per la corsa o che tu stia preparando una maratona, in qualsiasi caso, dovresti accorgerti se ti ritrovi a parlare sempre degli stessi argomenti e porre rimedio. Alcuni amici potrebbero non farti notare per delicatezza che stai sfiorando l’ossessione e la monotonia, ma dovresti essere tu stesso/a a rendertene conto.

Non ti rallegri per altro

Se le occasioni felici si riducono solo al momento in cui ti alleni, ti stai perdendo molto della vita. Sicuramente, se ti impegni, trai soddisfazione da tutto quello che raggiungi, ma ricorda che le cose interessanti avvengono anche quando non indossiamo le scarpe da ginnastica, anzi, dovremmo sempre trovare il tempo per coltivare i sentimenti, le simpatie, il fluire degli incontri. Non puoi metterti in gioco solo sul versante sportivo o agonistico; ci vuole sempre il giusto bilanciamento e una buona congiunzione tra carriera, amore, denaro, amicizie.

Trascuri amicizie e/o relazione sentimentale

Ti ritrovi a non avere tempo per ascoltare un amico o un’amica che ha bisogno di te. La tua o il tuo partner non fa che ripeterti che avrebbe bisogno di parlarti, passare del tempo insieme, ritagliarvi uno spazio. Ma a te sembra di non poterti fermare e di non poter assolutamente cambiare il punto di vista o accoglierne un altro. Oltre agli obiettivi inerenti allo sport, dovresti tenere sempre d’occhio i traguardi sul versante relazionale. Come sta andando la tua relazione? Quanto tempo dedichi ai familiari e alle amicizie? Ricorda che il tempo non torna e l’energia che metti nello sport dovrebbe andare anche verso altri ambiti della vita, che sono fondamentali.

Analizzi qualsiasi dolore o fastidio fisico

Anche quando non vi allenate vi ritrovate a dare attenzione – a volte anche eccessiva – a qualsiasi manifestazione provenga dal corpo. In altre parole, arriva un qualsiasi segnale e voi lo interpretate come una bandiera rossa, un enorme campanello d’allarme o comunque qualcosa che non vi lascia la mente. Va a finire che non ascoltate gli altri, non date spazio, non fornite alcun sostegno agli altri, anche quando ne hanno bisogno. Siete sempre distratti/e in quanto la vostra unica attenzione persistente sta nella preoccupazione del dolore. In questo modo, la vita diventa costantemente ostacolata e difficilmente si cambia la prospettiva e l’esterno viene percepito come qualcosa che ci fa perdere tempo e non ci risolve il problema. Alcuni sfiorano l’esagerazione, vedono uno specialista dopo l’altro e anche quando le diagnostiche sono neutre e non evidenziano alcun problema, la mente cosciente non si calma. Questa condizione va controllata, tanto quanto il dialogo interiore. Se non ha avuto luogo un trauma improvviso, se non si sta parlando di qualcosa di realmente serio, dovete rimettervi in asse e restare fedeli alla pace della vostra mente.

La fiducia in te si limita alla prestazione

Un grande campanello d’allarme si verifica quando piano piano confiniamo la stima che abbiamo in noi stessi su un piano solamente legato alla prestazione sportiva. Quando questo accade siamo in grande pericolo di falsare il senso vero e proprio dell’autostima che non dipende solo dai traguardi ma che si lega a un senso radicale di valore in se stessi/e. Collegare in modo indissolubile il risultato sportivo alla base di fiducia in se stessi/e risulta un errore basilare che potrebbe condurre verso direzioni non ottimiste, non produttive e assolutamente instabili.

Sonno e fame vengono intaccati

Si mangia meno, si dorme poco. Oppure ci si preoccupa costantemente di cosa e come mangiare e di quali ore e quante dobbiamo riposare. In ogni caso la vita smette di fluire con il suo corso naturale e si resta incastrati nel calcolo di calorie, indici di stress e dati legati al muscolo cardiaco e al respiro. Quando il ritmo del sonno-veglia e la sensazione di essere sazi o affamati subiscono grandi variazioni e importanti cambiamenti si deve tornare a se stessi e rendersi conto di avere un problema.

Cause e come uscirne

La mancanza di fiducia in se stessi/e potrebbe proprio essere alla base dell’esagerazione verso il versante della prestazione sportiva. Questa condizione non aiuta in nessun modo e anzi rischia di condurre verso una mancanza ulteriore di stima in se stessi/e. Scatta un controllo eccessivo e una vera e propria ossessione per il gesto atletico, il costante miglioramento, il paragone con i risultati del giorno precedente. La mente quindi si organizza solo intorno alle prestazioni.

A volte accade che si sviluppa questa ossessione quando ci si avvicina allo sport per recuperare se stessi/e da una delusione di qualsiasi tipo (amorosa, lavorativa, etc). Ci si rifugia nello sport in modo eccessivo anche dopo grandi cambiamenti – consciamente o no – quali possono essere la fine di un rapporto lavorativo, una separazione, un divorzio o simili. Il primo passo resta sempre rendersi conto di cosa e come lo stiamo affrontando, parlarne con un’amicizia fidata e magari decidere di intraprendere un percorso terapeutico di sostegno psicologico.