Dieta Lemme: cos’è, esempio di menu e controindicazioni

La dieta Lemme promette un dimagrimento di 10 kg in meno di un mese. Sarà vero?

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Biagio Flavietti

Farmacista e nutrizionista

Farmacista e nutrizionista, gestisce dal 2017 una pagina di divulgazione scientifica. Appassionato di scrittura ed editoria, lavora come Web Content Editor per alcune realtà del settore farmaceutico e nutrizionale.

Controversa e molto discussa, la dieta del dottor Alberico Lemme promette di far perdere 10 chili in soli 20-30 giorni di protocollo alimentare. Ma quale sarebbe questo protocollo alimentare? Cerchiamo di capire i concetti cardine che si trovano alla base delle diete di Lemme e del suo “pensiero filosofico”, come a lui piace chiamarlo.

A rendere famosa la dieta di Lemme è stato Flavio Briatore, che ha perso peso seguendo i consigli dietetici del dottor Alberico Lemme, e in seguito le sue ospitate a Domenica Live e Pomeriggio Cinque hanno fatto il resto. Tra le sue missione c’è stata anche il protocollo dietetico per far dimagrire Cristiano Malgioglio e le numerose liti mediatiche con le sue acerrime nemiche “Le ciccione”. Un termine di cui il dottore ha abusato nel tempo e durante le riprese delle sue numerose ospitate Tv, ma che rientra anche nel titolo del suo libro divulgativo “L’uomo che sussurrava ai CICCIONI i segreti di filosofia alimentare“.

Chi è il Dottor Lemme?

Alberico Lemme nasce l’11 febbraio del 1958  a Desio e intraprende una carriera universitaria che lo porterà a conseguire la laurea in Farmacia e nel 2000 fondare Filosofia alimentare, una vera e propria casa editrice. Definita come “nuova filosofia alimentare”, la dieta Lemme rifiuta il calcolo delle calorie e promette un dimagrimento ottenuto conoscendo bene i principi biochimici alla base degli alimenti, che vengono riportati anche all’interno dei suoi scritti di divulgazione. Secondo l’esperto infatti ogni cibo, una volta ingerito, provoca una reazione all’interno dell’organismo che, se sfruttata nel modo giusto, può portare a perdere peso, ma senza dover badare al conteggio delle calorie.

La dieta Lemme

Quindi in cosa consiste la dieta Lemme? Quali sono i principi alla base di questo protocollo di dimagrimento? Tutte le diete, o quasi tutte, partono da alcune valutazione antropometriche e di composizione corporea del paziente, che permettono di stabilire il suo fabbisogno energetico e da qui capire come costruire il suo piano alimentare. Si tratta di una vera e propria lavorazione matematica e culinaria, che permette ai nutrizionisti di calcolare precisamente le calorie necessarie per le funzioni basali del corpo, ma cercando allo stesso tempo di creare un leggero o meno leggero deficit calorico. Deficit che si rendere necessario per favorire la perdita di peso, mediante lo sfruttamento delle riserve di grasso accumulate all’interno degli adipociti (cellule di grasso) e non solo.

Il dottor Lemme, invece, non tiene conto delle calorie e quindi secondo la nutrizione tradizionale è come se “procedesse alla cieca”. Ma senza voler esprimere giudizi affrettati, è bene capire su cosa si basa questo protocollo dietetico mirato alla perdita di peso.

In realtà anche all’interno del suo manuale divulgativo, il dottore non dà alcuna indicazione dietetica specifica su come seguire la sua dieta, ma piuttosto si concentra sulla demonizzazione di alcuni principi e sullo smontare quelle che per lui sono false credenze o cardini sulla quale di fonda la dietologia moderna. Illustreremo tre delle principali discussioni presenti all’interno del libro e all’interno del pensiero filosofico nutrizionale di Lemme:

  1. Il concetto secondo il quale le calorie non contano all’interno di una dieta.
  2. La teoria che lega il sale all’aumento di peso (in termini di grasso corporeo).
  3. Per finire l’attività sportiva come fattore predisponente all’sovrappeso.

Le calorie non contano

Uno degli aspetti peculiari della dieta Lemme, che spingono molti ad avvicinarsi a tale regime,  è che non è previsto alcun calcolo delle calorie dei cibi e, soprattutto, nessuna limitazione nelle quantità. Piuttosto bisogna fare attenzione agli abbinamenti e infatti è vietatissimo l’abbinamento carboidrati-proteine ed è posta particolare attenzione al timing dei pasti. Attenzione, infatti, agli orari in cui vengono consumati i pasti della giornata. Esistono orari specifici in cui è possibile mangiare:

  • La colazione deve essere consumata entro e non oltre le 9,30 del mattino;
  • lo spuntino tra le ore 10 e le 11;
  • il pranzo, invece, tra le ore 12 e le 14;
  • la merenda tra le 16 e le 17;
  • la cena, infine, tra le ore 19 e le 21.

Basta infatti non contare le calorie, non abbinare carboidrati e proteine e rispettare orari tutto sommato accettabili.

Il sale fa ingrassare

Il dottor Lemme consiglia ai suoi pazienti di evitare alcuni alimenti, come il sale, che aumenta il rischio di ipertensione e fin qui la comunità scientifica non può che appoggiare questa affermazione, ma poi arrivano alcune affermazioni che hanno fondamenta poco stabili. Secondo il dottor Lemme, il sale introdotto in grandi quantità all’interno della dieta, avrebbe ripercussioni sul funzionamento della pompa sodio-potassio e su alcuni meccanismi di simporto che riguardano l’assorbimento intestinale degli zuccheri.

In parole povere, troppo sale farebbe assorbire più zuccheri e quindi aumenterebbe la glicemia, ma anche il rilascio di insulina, ormone che aumenta il grasso corporeo, e quindi si ingrasserebbe. Come già illustrato, inoltre, è vietato abbinare le proteine con i carboidrati, anche nella stessa giornata e non solo nello stesso pasto.

Lo sport che fa ingrassare

La maggior parte dei regimi dietetici consiglia di abbinare al proprio regime alimentare anche l’attività fisica da svolgere quotidianamente. Corsa al parco, sessioni di palestra infinite, corsi di zumba o salsa, per Lemme è tutto superfluo o almeno non correlato al dimagrimento del corpo. Leggermente diverso il discorso per le persone atletiche che già svolgono attività fisica costante. La sua dieta è ricca di proteine e quindi basta seguirla per perdere peso e rimanere tonici, ma è anche utile per combattere la cellulite che si accumula a livello di glutei e cosce, soprattutto nelle donne. Anche qui, pare che la dieta di Lemme possa risolvere ogni problema con il minimo sforzo (anche fisico).

Cosa si mangia nella dieta Lemme?

Prima di tutto la carne e il pesce, conditi esclusivamente con spezie, aromi e olio, ma sempre senza alcun granello di sale (nemmeno nelle acque di cottura). Il consumo di frutta e verdura invece è limitato. Proprio questo punto ha scatenato accese polemiche in quanto il dottor Lemme sostiene nel suo libro che assumendo anche piccole quantità di carote, vino, dolci, aceto, pomodori o latte, l’organismo reagisce, provocando un aumento di peso di almeno mezzo chilo.

Ad esempio per Lemme il pomodoro stimola la produzione dell’insulina, un ormone che porta alla produzione del grasso corporeo. Secondo molti questi principi renderebbero la dieta decisamente pericolosa e a tratti insalubre. Il basso consumo di frutta e verdura infatti comporterebbe con il tempo una carenza di vitamine e minerali, mettendo a rischio anche l’equilibrio del microbiota intestinale, l’insieme di batteri che si trovano nel nostro tratto digerente e che sono fondamentali per la salute non solo dell’intestino, ma dell’intero organismo umano.

Le fasi della dieta Lemme

La dieta Lemme è composta da due fasi:

  • La prima fase dura 20 giorni e permette di dimagrire 10 kg.
  • La seconda fase dura 3 mesi e consente di consolidare i risultati raggiunti fino a quel momento. In questa fase è possibile assumere alcuni alimenti che all’inizio del programma erano vietati, per abituare gradualmente l’organismo al reintegro di tutti i nutrienti presenti nella normale alimentazione.

Una giornata tipo della dieta Lemme (senza carboidrati)

Colazione Braciola di maiale (da 50 g a 10 kg)  +  1 caffè amaro
Spuntino 1 limone
Pranzo Petto di pollo (da 50 g a 10 kg)
Merenda te amaro
Cena Pesce spada (da 50 g a 10 kg)

Una giornata tipo della dieta Lemme (con carboidrati)

Colazione Pasta senza sale con olio e peperoncino (da 50 g a 10 kg)  +  1 caffè amaro
Spuntino 1 limone
Pranzo Petto di tacchino (da 50 g a 10 kg)
Merenda te amaro
Cena tonno (da 50 g a 10 kg)

Controindicazioni della dieta Lemme

Questa dieta che non pare rispettare alcun criterio di equilibrio, soprattutto nel calcolo delle calorie da assegnare ai vari macronutrienti giornalieri (carboidrati, grassi e proteine), può avere un aspetto abbastanza pericoloso proprio per il calo vertiginoso del peso che si ottiene in un arco di tempo davvero breve, come pubblicizzano i tanti testimonial vip. La perdita di peso deve sempre essere graduale per rimanere nel campo della salute e del benessere. Le linee guida riferiscono che è possibile (ma anche fisiologico) per la salute del corpo umano, che si perdano, al massimo, 4 kg in un mese, non di più. Una perdita che , quindi, si attesta su circa 800 g – 1 Kg a settimana. Una perdita di peso superiore provoca infatti la perdita del grasso ma anche della massa muscolare e dei tessuti nobili e questo è un danno serio per l’organismo umano ma anche per lo stesso metabolismo. Proprio la massa metabolicamente attiva (rappresentata dai muscoli scheletrici) fa aumentare il metabolismo, permettendo al corpo di bruciare calorie anche quando è a riposo.

Questa dieta, che è assolutamente iperproteica, non rientra all’interno di un regime definito come “chetogenico”. Si caratterizza per un forte squilibrio tra gli alimenti, che porta ad un sovraccarico di lavoro per il fegato e per i reni. Sicuramente non potrà essere seguita da chi soffre di pressione bassa, dalle donne in gravidanza o in allattamento perché l’assenza totale di sale e zucchero fa male all’organismo. Una dieta che se si vuole essere magnanimi si può seguire per qualche giorno, ma che a lungo andare risulta veramente squilibrata a livello di macronutrienti, ma anche di micronutrienti (come vitamine, minerali e altri oligoelementi).  Lo scarso consumo di frutta previsto può infatti provocare gravi carenze di vitamine e minerali.

Inoltre la dieta risulta anche molto monotona, proponendo alimenti in modo ripetuto e senza una parvenza di cucina o si scelta culinaria. Si tratta, quindi, di un regime alimentare difficile da seguire per lungo tempo.

Una buona dieta deve essere imposta sempre all’interno di paletti ben saldi rappresentati dalla salute e dal benessere dell’individuo e, inoltre, deve risultare sostenibile a lungo andare. Perché mangiare bene deve essere uno stile di vita al quale aderire, bisogna apprendere gli abbinamenti da poter fare e come nutrirsi. La dieta nel senso vero della parola dovrebbe essere considerata solo nei primi mesi, dopo di chè si deve trasformare in un sapere mangiare correttamente. Uno sorta di educazione alimentare che si fa insieme ad un professionista dell’alimentazione, come può esserlo un nutrizionista, un dietologo o un dietista.

Dunque, prima di intraprendere la dieta Lemme, è bene consultare il proprio medico o ancora meglio un altro nutrizionista.

Fonti bigliografiche

  • Project Diet, di Daniele Esposito

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