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Tumori del seno
Ottobre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, la neoplasia più diffusa fra le donne, ma anche una delle malattie oncologiche con le più elevate possibilità di guarigione. Proprio nei tumori del seno l’oncologia ha infatti segnato alcuni fra i successi più straordinari degli scorsi decenni: nel nostro Paese possiamo contare su dati di sopravvivenza fra i migliori al mondo (88% delle donne in vita a 5 anni dalla diagnosi), grazie anche a terapie sempre più efficaci e mirate e alla diagnosi precoce.
Tuttavia, ancora oggi in Italia migliaia di persone convivono con una malattia particolarmente difficile da curare. Sono infatti circa 37.000 le donne che vivono con una diagnosi di tumore al seno metastatico, una condizione estremamente complessa, sul piano clinico ed emotivo, per le pazienti e per le loro famiglie. Nel 15-20% dei casi, poi, il tumore al seno si presenta in una forma particolarmente complessa da trattare, il cosiddetto tumore al seno triplo negativo, così chiamato perché non possiede tre importanti bersagli terapeutici: il recettore degli estrogeni, quello dei progestinici e l’iperespressione di HER2. Circa 10.000 donne ogni anno scoprono di avere un tumore triplo negativo.
Queste malattie possono e devono essere curate anche quando l’obiettivo non può essere la guarigione.
La dieta durante le terapie oncologiche
Le terapie, soprattutto la chemioterapia, da un lato possono comportare effetti collaterali che rendono meno piacevole alimentarsi; da un altro possono alterare il sapore dei cibi, privando del gusto della buona tavola. Calo dell’appetito, diarrea, stipsi e vomito sono alcuni degli effetti collaterali a cui è possibile andare in contro. Per aiutare i pazienti a mitigare i sintomi, gli esperti della Fondazione Umberto Veronesi hanno pubblicato il volume “Speciale alimentazione durante le terapie oncologiche”, scaricabile gratuitamente dal sito della Fondazione.
Le indicazioni alimentari – si legge nell’opuscolo – hanno lo scopo di aiutare a prevenire la nausea e a combattere gli effetti collaterali della terapia, rappresentati soprattutto da infiammazioni della mucosa (ad esempio, mucositi della bocca) e vomito.
Prima di queste, ecco due suggerimenti generali che i medici e i nutrizionisti raccomandano a tutti i pazienti in terapia.
- Masticare molto bene e lentamente.
- Non preoccuparsi se dopo la terapia si avverte nausea e non si ha fame: l’appetito tornerà nel giro di pochi giorni. Per un breve periodo è possibile diminuire le quantità degli alimenti introdotti.
Gli alimenti da preferire
- Cereali in chicco integrali ben cotti o pasta di semola di grano duro, meglio se integrale. Nel caso i farmaci provochino un’intolleranza al glutine, è bene sostituire il grano, l’orzo, la segale, il farro con il riso integrale ben cotto e il miglio.
- Creme di legumi o legumi ben cotti, scegliendo quelli decorticati o utilizzando il passaverdure.
- Pesce, meglio se azzurro, per l’elevato contenuto di grassi omega-3 ad azione anti-infiammatoria.
- Verdure di stagione.
- Pane di semola di grano duro.
Gli alimenti da limitare fortemente
- Carni rosse e carni lavorate (salumi, insaccati).
- Formaggi a elevato contenuto di grassi.
- Latte vaccino (in particolare nelle enteriti da radio e chemioterapia. Per gli altri casi da valutare con il proprio oncologo).
- Zuccheri e cibi a base di farine raffinate o altri amidi ad alto indice glicemico, quali patate e mais. Gli zuccheri semplici fanno alzare la glicemia e stimolano la produzione di insulina e di altri fattori di crescita che, a loro volta, costituiscono un fattore di rischio che “istruisce” le cellule tumorali a dividersi.
- Fibre di cereali, specie se indurite dalla cottura al forno (pane integrale e pizza, alimenti grezzi), perché possono produrre irritazioni meccaniche.
Non sono infrequenti effetti collaterali sgradevoli e importanti nel corso delle terapie oncologiche: alterazioni del gusto, infiammazioni, forti nausee e vomito o problemi intestinali gravi (stipsi o diarrea) che possono rendere davvero complicato nutrirsi. Gli esperti della Fondazione Veronesi forniscono alcuni accorgimenti che possono dare una mano a superare i momenti di difficoltà legati al cibo durante le terapie:
Calo dell’appetito o alterazioni del gusto
Consumare acqua lontano dai pasti, bere poco a tavola e sostituire l’acqua con tisane ai semi di finocchio, di anice stellato o tè (meglio se verde). Può essere indicato masticare bene e lentamente il cibo per facilitare la digestione. Si può provare anche a utilizzare posate di plastica (anziché di metallo) e barattoli di vetro per conservare i cibi per ridurre la percezione del gusto metallico.
Infiammazione delle mucose
In caso di uno stato infiammatorio sia del cavo orale sia dell’intestino, sono da preferire: cereali integrali e legumi (lenticchie rosse e legumi interi) sotto forma di crema, riso integrale, verdura verde, pesce azzurro, frutta secca non salata, soia, olio extravergine di oliva. Vanno evitati invece carni rosse e conservate, uova, fritti, snack salati, pomodori crudi, formaggi grassi, dolciumi cioccolato, pizza e farine raffinate, prodotti integrali cotti al forno, cibi speziati o duri, bevande zuccherate, bevande contenenti caffeina, agrumi, alcolici.
Diarrea
Se sopravviene questo disturbo è bene mangiare poco e spesso. È consigliato bere lentamente acqua minerale naturale, tisane e tè deteinati (ad esempio il Bancha) senza aggiunta di dolcificanti e mantenuti a temperatura ambiente. Fra gli alimenti, sono da considerare quelli che contengono sodio e/o potassio, per esempio banane e albicocche, anche essiccate, patate, carote, zucca, pesce azzurro, carni bianche, yogurt naturale, anche di soia.
Stipsi
La stipsi può essere causata dai farmaci chemioterapici e antidolorifici o da insufficiente attività fisica. In presenza di questa condizione, si consiglia di bere molto, preferibilmente lontano dai pasti, acqua e bevande quali tè, succhi di frutta, meglio se alla prugna. Un buon rimedio è rappresentato dall’acqua di cottura delle prugne e da una bevanda a base di mela e agar-agar, che si prepara in modo molto semplice: basta sciogliere in mezzo bicchiere di succo di mela non zuccherato un cucchiaio raso di agar-agar a scaglie; mettere sul fuoco fino al primo bollore, lasciare raffreddare e bere tutte le sere prima di andare a dormire. Abituarsi a una dieta ricca di fibre, cibi integrali con pane integrale a lievitazione naturale o con i semi di lino, riso integrale o altri cereali (sempre integrali) accompagnati da verdure. I cibi andrebbero sempre masticati a lungo per favorire la digestione. È bene anche muoversi e fare attività fisica, anche moderata, quotidianamente, perché il movimento mette in moto la peristalsi intestinale.
Nausea e vomito
Frazionare i pasti in 5-6 spuntini affinché lo stomaco non resti mai vuoto, masticare lentamente il cibo che deve essere a temperatura ambiente. Scegliere soprattutto cibi salati e asciutti (ad esempio gallette di riso integrale già salate, aggiungendo olio extravergine di oliva e/o patè di olive). Evitare fritti o cibi caratterizzati da un forte odore, cereali cotti al forno, cibi e bevande dolci (è noto che il dolce aumenta la sensazione di nausea) e proteine animali. Non assumere grandi quantità di liquidi durante i pasti: bere invece a piccoli sorsi una tisana di zenzero.