Fertilità maschile: con questi alimenti si migliorano gli spermatozoi

Una ricerca italiana ha dimostrato che mangiare ogni giorno 300 grammi di vegetali per 2 mesi migliora la fertilità maschile. Ecco quali scegliere

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Pubblicato: 30 Ottobre 2019 08:30Aggiornato: 26 Gennaio 2023 16:51

Se hai in programma un bebè e i risultati dello spermiogramma non sono ottimali, si possono “aumentare” i valori dell’esame con la dieta e uno stile di vita attivo.

Una ricerca italiana, la prima in questo campo, presentata in occasione del congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia (SIA) nel 2019, ha dimostrato che 800-1000 milligrammi al giorno di antiossidanti vegetali contenuti in 300 grammi di frutta e verdura possono raddoppiare in 2 mesi la motilità degli spermatozoi e quasi dimezzarne la frammentazione del DNA. Lo studio è stato condotto su 30 pazienti tra 25 e 40 anni non fumatori con infertilità idiopatica, una delle cause di infertilità maschile in maggiore aumento e responsabile anche della gran parte dei casi. 

Il ruolo degli antiossidanti

Nei pazienti con infertilità idiopatica, le cause alla base del problema non sono note, ma – secondo gli esperti – sembra ormai certo un ruolo dello stress ossidativo, che comprometterebbe la qualità degli spermatozoi. Non a caso, “Una carenza dietetica di antiossidanti – spiega il prof. Alessandro Palmieri, presidente SIA (Società Italiana di Andrologia) e docente all’Università Federico II di Napoli –  è stata dimostrata strettamente correlata al danno ossidativo sugli spermatozoi e alla frammentazione del DNA spermatico. Questo, aggiunto a stili di vita non corretti e altri fattori di rischio come età, inquinamento ambientale, fumo o alcol, può contribuire a ridurre significativamente la fertilità maschile”.

“Studi precedenti – continua l’esperto – hanno tuttavia dimostrato che integratori a base di vitamina C, vitamina E, beta-carotene, folati e zinco possono sopperire alle carenze nutrizionali e a stili di vita non corretti aiutando a migliorare i parametri seminali”. 

Lo studio italiano

L’effetto benefico degli antiossidanti sulla qualità degli spermatozoi potrebbe dunque migliorare sensibilmente la fertilità maschile grazie al ripristino dell’equilibrio ossidativo e al mantenimento dei radicali liberi a un livello fisiologico appropriato nel microambiente del testicolo.

Per questo la coordinatrice del nuovo studio italiano, Giuseppina Peluso, Responsabile Laboratorio di Semiologia-PMA Azienda Ospedaliera di Cosenza, ha proposto ai pazienti una dieta naturalmente ricca di sostanze antiossidanti come carnitina, coenzima Q10, vitamine del gruppo B, L-arginina, zinco acido folico e vitamina C, associandola a un corretto stile di vita per poi valutare, dopo due mesi di intervento, se vi fossero stati miglioramenti sulla qualità del liquido seminale.

“I partecipanti – racconta la dott.ssa Peluso – erano mediamente in sovrappeso e abbiamo perciò proposto una dieta ipocalorica con un apporto medio di 1500 calorie al giorno, composta per il 25% da proteine e con carboidrati a basso indice glicemico; i prodotti vegetali introdotti nella dieta contenevano soprattutto vitamina C, E, beta-carotene, folati e zinco, per un introito quotidiano fra 800 e 1000 milligrammi di antiossidanti da circa 300 grammi di frutta e vegetali. Dopo due mesi abbiamo osservato che la motilità degli spermatozoi in generale è aumentata dal 10 al 25%, e soprattutto che dopo la dieta è raddoppiata, passando dal 7 al 15%, la motilità progressiva: gli spermatozoi hanno cioè movimenti attivi in cui percorrono una traiettoria rettilinea, non solo movimenti qualsiasi di testa o coda senza una progressione nello spazio. Inoltre, abbiamo verificato un miglioramento significativo in termini di frammentazione del DNA, indice di buona qualità degli spermatozoi: l’indice di frammentazione, che è pari al 7% nei controlli sani ed era del 20% prima della dieta, con l’alimentazione antiossidante è sceso al 12%”. 

La dieta per la fertilità maschile

“La dieta giusta per la fertilità – suggerisce il prof. Palmieri – è ricca di vitamina C da pomodori, peperoni, agrumi e fragole: si è visto, infatti, che questa vitamina è risultata efficace in alcuni casi di infertilità da agglutinazione degli spermatozoi. In tavola, poi, non deve mancare la vitamina B6 di frutta secca e legumi, perché ha effetti positivi anche sull’infertilità idiopatica femminile e accresce perciò le probabilità di concepimento. Infine, sì allo zinco di frutta secca, legumi e semi, perché importante per la compattazione della cromatina del DNA durante la spermatogenesi, contribuendo così a evitare le frammentazioni del DNA che portano a spermatozoi di scarsa qualità”.

Attenzione anche all’esercizio fisico. La sedentarietà – ricordano gli andrologi della SIA –  rappresenta una minaccia per la salute sessuale maschile. Al contrario, una regolare attività motoria migliora la qualità dello sperma e anche quella dell’erezione.