A che ora è meglio allenarsi: consigli e suggerimenti

In quale orario sarebbe meglio allenarsi e con quali benefici? Vediamo insieme come trarre al massimo il beneficio da un allenamento mirato, svolto nei momenti giusti

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Pubblicato: 19 Maggio 2016 15:27Aggiornato: 16 Giugno 2022 11:20

Consigli per allenarsi all’orario giusto

Chi tende ad allenarsi solo quando riesce, chi studia un piano specifico, chi ha la convinzione che in certi orari faccia male e chi, per assoluta pigrizia, al mattino evita proprio. L’orario in cui scegliere di allenarsi rappresenta qualcosa di molto, molto personale. Dare un consiglio generico sarebbe controproducente e il migliore consiglio rimane questo: ascoltarsi. Accade che a volte siamo costretti nei soliti ritmi e diamo per scontato che quella, per esclusione sia l’ora migliore per noi per allenarci.

Invece sarebbe meglio prendersi una fase di stacco da tutto e conoscersi daccapo, iniziare di nuovo, prendersi spazio per capire veramente quando sentiamo che ci fa bene allenarci e portare a casa la sensazione migliore possibile. Certo, se l’orario di lavoro vincola, non si possono stravolgere completamente i piani, ma nei giorni in cui non si lavora si riesce a trarre beneficio dall’allenamento che sentiamo giusto per noi.

Biotipi e ritmo circadiano

La scienza che studia i ritmi biologici in base alle fasi temporali prende il nome di cronobiologia e va a riguardare sfere come il ritmo sonno-veglia, i momenti di dispendio calorico, l’equilibrio ormonale del singolo. La scienza studia nello specifico e nel dettaglio i rapporti tra metabolismo cellulare e metabolismo molecolare in base alle scansioni di tempo. In sintesi, per dirlo con altre parole, chi studia la cronobiologia si concentra sulla concezione per cui piante ed esseri umani rispondono a precisi ritmi e sono dotati di una sorta di “orologio interno” che si basa anche moltissimo sul rapporto tra fasi del giorno e la reazione del metabolismo energetico sia alla luce che al buio. Questa specie di orologio interno andrebbe a modulare anche il funzionamento di determinati organi e riguarderebbe in modo importante anche il modo in cui si bruciano grassi e si regolano i livelli di zucchero nel sangue.

Dagli anni ’50 fino ad oggi sono stati effettuati veramente tanti esperimenti che si sono incentrati sull’osservazione di questi meccanismo. I processi cellulari che avvengono nel nostro corpo – ciascuno con specifico ritmo, intervallo e tempistiche – sono regolati a stretto giro da una serie di proteine; sono queste che vanno a formare il cosiddetto “orologio molecolare”.
L’interazione fra queste proteine determina un ciclo di attivazione ed inattivazione di geni, chiamati: geni controllati da Clock (Clock controlled genes o CCG).

Secondo i principi di questa scienza noi conosciamo determinati ritmi circadiani, ovvero quelli che riguardano ritmi compresi in una durata di almeno 24 ore. Sono quelli maggiormente menzionati per quel che riguarda la perdita di peso e il biotipo. Ne esistono anche molti altri che hanno una grande influenza sulla fisiologia del corpo umano: si tratta dei ritmi ultradiani (periodo più breve) e i ritmi infradiani (ritmi più lunghi). Un esempio classico del primo caso sono le onde cerebrali che si possono rintracciare e registrare attraverso un elettroencefalogramma. Queste vengono distinte in varie categorie (Alpha, Beta Gamma etc.) in base alla loro frequenza derivata dalla somma dell’attività elettrica che viene svolta a livello dei neuroni. Un proprio ritmo hanno anche gli ormoni; la maggior parte degli ormoni nel nostro organismo sono prodotti e rilasciati in maniera pulsatile, non vengono rilasciati in modo costante nel tempo. Seguono particolari ritmi e finestre di tempo e sono attivati in modi specifici a livello dei neurotrasmettitori. La ritmicità della secrezione ormonale ha enorme importanza in quanto va interessare tutta la fisiologia del corpo.

Evitare di allenarsi tardi: 3 ragioni per smettere

Essenzialmente, devi conoscere chi sei ed evitare di procrastinare, spostare in avanti, troppo avanti, l’allenamento, in quanto questo potrebbe non giovare su diversi fronti. Se ti alleni tardi o comunque dopo le 20 della sera:

  1. Rischi di intaccare il tuo ritmo sonno-veglia
  2. Attivi troppo il corpo quando dovresti solo riposare
  3. Passi tutto il giorno con uno stile troppo sedentario

Se smettete di allenarvi alla sera, potrete avere molti benefici a livello del sistema nervoso e quindi anche muscolo-scheletrico. Sicuramente potete modulare e rendere l’allenamento non troppo intenso. Potete fare dell’allungamento muscolare, semplice stretching guidato e assecondato dal respiro; questo vi permette anche di risvegliarvi con maggiore energia, maggiore spinta vitale. Potete fare un bel pediluvio dopo qualche esercizio per mobilizzare la caviglia e far lavorare bene i piedi.

Chi sceglie di allenarsi alla sera e dopo il lavoro spesso incorre nel rischio di mangiare troppo per gratificarsi; come se allenarsi giustificasse strafogarsi dopo. Niente di veramente, talmente sbagliato. Mangiare di tutto solo per il fatto che ci siamo allenati/e corrisponde a un errore indecifrabile, il nostro corpo assume cibo in eccesso e la digestione si rallenta; andare a dormire subito dopo poi rappresenta un errore che si somma agli altri. Allora, meglio fare un allenamento blando e rilassato, che allunga i muscoli e, mentre rilassa, scioglie.