Chi la segue da tempo è pronto a giurarci: non riuscirebbe più a tornare indietro. In effetti, la dieta ayurvedica insegna non solo a ritrovare il benessere rispettando i ritmi della natura, ma anche a mangiare meglio, scoprendo quali sono i cibi più indicati per il proprio organismo. “Infatti, la disciplina ayurvedica – spiega Loredana Maggialetti, esperta in metodologie ayurvediche, nel suo ultimo libro dal titolo “Ayurveda. L’antica scienza del vivere bene” (Tecniche nuove) – consente l’autoconoscenza e, considerando eziologia, sintomatologia e trattamento delle varie malattie, si pone come obiettivo quello di prevenire le stesse, curando e mantenendo la salute al fine di promuovere la longevità”.
I princìpi dell’alimentazione ayurvedica non si esprimono in termini di calorie, carboidrati, proteine o grassi, ma di tessuti del corpo, livelli idrici e salini, proprietà dei cibi, energia vitale, gusti e assimilazione. In questo modo si integrano armoniosamente salute, benessere ed equilibrio tra mente, corpo e spirito.
Si tratta di una dieta prevalentemente vegana, ma adattabile alla cultura dei territori e ai bisogni fisiologici dell’organismo. Viene infatti personalizzata in relazione alla stagione, al soggetto o alla costituzione del soggetto, che può essere Vata, Pitta o Kapha (chiamati Dosha) in base alle sue caratteristiche. Dal loro equilibrio dipende il nostro stato di salute, ma bisogna anche considerare che normalmente uno dei tre dosha è dominante e sapere di quale si tratta è fondamentale per iniziare a seguire un’alimentazione più in linea con la nostra costituzione e le esigenze del nostro corpo e della nostra mente.
Qual è il tuo tipo?
Nel libro di Loredana Maggialetti viene indicato un test per scoprire a quale costituzione si appartiene, in base alla propria struttura fisica, la forma della testa o di altre parti del corpo, la sudorazione, la resistenza alla fatica ecc. Una volta individuata, è possibile seguire dei consigli personalizzati. Per fare un esempio, se hai una costituzione di tipo pitta sei sicuramente una persona calorosa e nelle stagioni fredde soffri meno rispetto agli altri. Le persone kapha, invece, in autunno tendono ad accumulare più liquidi e possono incorrere più facilmente nella comparsa di muchi, catarri e problemi respiratori o articolatori. Il tipo vata, infine, è il soggetto che è più incline a seccare: possono presentarsi tosse secca, rigidità alle articolazioni e intestino più irritabile. Per non accumulare chili di troppo, ognuno di questi biotipi dovrebbe privilegiare certi alimenti e ridurne altri.
Esistono, tuttavia, 25 consigli ayurvedici che sono adatti a tutti e che possiamo subito mettere in pratica:
- Ricercare cibi biologici prodotti nel rispetto degli uomini, degli animali, di tutte le creature e dell’ambiente.
- Preferire alimenti di qualità, freschi, prodotti nel territorio in cui si risiede e di stagione.
- Evitare cibi industriali e ricchi di conservanti.
- Il cibo deve essere adeguato all’età di chi lo assume o all’eventuale stato di squilibrio presente.
- Considerare la professione svolta per un giusto apporto di quantità e nutrienti.
- Assumere alimenti solo se si ha fame e il pasto precedente è stato digerito.
- Non mangiare all’alba o al tramonto.
- Non assumere cibo per emotività.
- Non cominciare la giornata consumando tè o caffè: provocano stitichezza, inibizione dell’attività ormonale, nervosismo e stress.
- Consumare cibi preparati al momento.
- Consumare una quantità adeguata di alimenti evitando gli eccessi; a fine pasto non si dovrebbe restare né troppo sazi, né troppo affamati.
- Consumare prima gli alimenti di consistenza liquida, successivamente quelli solidi.
- Assumere la frutta singolarmente, lontano dai pasti, tranne alcune eccezioni come per le banane, il mango, l’avocado, perché proteici, o i datteri, le mele e le pere cotte.
- Assaporare le pietanze con gusto, masticando lentamente.
- Assumere i pasti da seduti, in ambienti tranquilli, in stato di quiete, serenità, gioia, calma interiore e gratitudine.
- Non ridere esageratamente, urlare o discutere quando si mangia.
- Consumare i pasti indicativamente alla stessa ora.
- Non lavorare, leggere, guardare TV, PC o cellulare quando si mangia.
- Non effettuare attività fisica o lavorativa subito dopo aver effettuato un pasto; non guidare, esporsi a fonti di calore o dormire. È necessario attendere circa un’ora.
- Non cenare in ora tarda ed effettuare, subito dopo, una breve passeggiata digestiva.
- Consumare i pasti in un contesto ricco di igiene e con utensili puliti.
- L’assunzione di acqua fredda indebolisce il potere digestivo e ostacola la digestione; l’acqua a temperatura ambiente o calda favorisce l’attività dell’apparato digerente e la perdita di peso.
- Occorre idratarsi fino a un’ora prima dei pasti e da un’ora dopo l’assunzione di cibo.
- Non si dovrebbe bere subito dopo aver mangiato o durante i pasti, eccezionalmente per pochissime quantità, per non aggravare il Dosha Kapha, diluire i succhi gastrici adibiti alla digestione e non favorire l’aumento di peso.
- Effettuare periodi di digiuno seguiti da un professionista o medico esperto per consentire all’organismo di riposare, depurarsi, disintossicarsi e ritrovare il giusto equilibrio metabolico.