Che fine ha fatto Toto Schillaci

Totò Schillaci è stato il calciatore delle “Notti magiche” di Italia ’90. Campione e grandissimo attaccante: la carriera e la vita privata

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Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo.

Totò Schillaci è il simbolo delle “Notti magiche” di Italia ’90 con i suoi occhi spiritati e le braccia alzate al cielo. Ha rappresentato il sogno di tutti gli italiani di poter festeggiare la vittoria della Nazionale azzurra. In quel mondiale si arrivò terzi, ma il piccolo calciatore si aggiudicò i titoli di capocannoniere e di miglior giocatore della competizione. Arrivò anche secondo nella classifica del Pallone d’oro, per lui il Mondiale 1990 è stato davvero pieni di “Notti Magiche”. Dagli inizi al Messina ai successi con la Juve, poi il passaggio all’Inter, il declino e il ritiro. Nel mezzo storie d’amore, matrimoni e partecipazioni a programmi Tv. La carriera e cosa fa ora Totò Schillaci.

Gli esordi al Messina

Salvatore Schillaci, detto Totò, nasce il 1° dicembre del 1964 a Palermo in Sicilia e inizia a giocare nell’AMAT, squadra di quartiere che rappresenta l’omonima azienda municipalizzata della città. Il club rosanero prova ad acquistare sia lui che Carmelo Mancuso offrendo per entrambi 28 milioni di lire, ma i dirigenti dell’AMAT ne chiedono 35 milioni e così sfuma la possibilità di passate alla prima squadra della città. Nel 1982 Totò viene quindi ingaggiato dal Messina in serie C2. Nella stagione 1985-86 contribuisce con 11 reti alla promozione del club in serie B. In totale con la formazione giallorossa resta 7 anni. A contribuire a mettere in risalto le doti del giovane attaccante è l’allenatore Franco Scoglio con cui Totò instaura un ottimo rapporto. Nella stagione seguente segna ben 13 reti. Poi sulla panchina del Messina arriva Zdenėk Zeman. Sotto la guida del tecnico boemo, Schillaci segna 23 gol ed è capocannoniere del campionato cadetto. Dopo quest’ultima Schillaci lascia la Sicilia con un pacchetto composto da 256 gare giocate coi peloritani, delle quali 37 in Coppa Italia e i record di secondo giocatore più presente per il Messina in campionato e secondo cannoniere assoluto nella storia del club giallorosso.

Il successo con la Juventus

Nel 1989 viene acquistato per 6 miliardi di lire dalla Juventus e già dalla prima stagione diventa titolare realizzando 15 gol in 30 partite di campionato. Il risultato gli vale il soprannome di Totò-Gol. Lo stesso anno contribuisce in maniera decisiva alle vittoria del club bianconeto in Coppa Italia e in Coppa Uefa. Queste ottime performance convincono il ct Azeglio Vicini a convocarlo per il campionato del mondo del 1990 che si gioca proprio in Italia. L’11 novembre del 1990, al termine di Bologna-Juventus, Schillaci minaccia il giocatore rossoblù Fabio Poli che  durante la partita lo aveva provocato. Al momento di uscire dal campo, Totò gli dice: “Ti faccio sparare”. Il gesto, genera una serie di polemiche, e in seguito Schillaci ricorderà: “Avrei dovuto contare fino a dieci. Ma lui mi aveva provocato con uno sputo e io non ci ho visto più. Ho sbagliato, ma mi hanno massacrato come fossi stato un killer”. Negli anni alla Juve il piccolo siciliano instaura invece una bella amicizia con Roberto Baggio con cui condivideva la stanza. Alla fine della stagione 1991-1992 però, con l’arrivo di Gianluca Vialli in bianconero, Schillaci trova sempre meno spazio e lascia il club torinese. A detta dell’attaccante la scelta è facilitata anche dalla dirigenza juventina che non prende bene la separazione del giocatore dalla prima moglie.

L’Inter e Jubilo Iwata

Passa quindi all’Inter per 8,5 miliardi di lire e in due stagioni segna 11 gol in 30 partite e partecipa al vittorioso cammino nella coppa Uefa dei nerazzurri, pur se lascia il club nell’aprile del 1994 poche settimane prima dell’attesa finale. Si trasferisce quindi in Giappone allo Júbilo Iwata dove diventa il primo calciatore italiano a militare nel campionato giapponese. Gli viene fornito un interprete, un autista personale 24 ore su 24 e una bella casa. Al suo esordio con il club giapponese, Schillaci segna il primo gol. Qualche settimana dopo viene squalificato per due giornate per aver insultato l’arbitro che dirige il match tra Júbilo Iwata e JEF United. Nel 1997 vince con la sua squadra la J. League, ma subisce anche un serio infortunio che lo relega definitivamente lontano dai campi di gioco, fino al ritiro ufficializzato nel 1999. Con la maglia del Júbilo Iwata segna 56 gol in 78 partite. In carriera ha totalizzato complessivamente 120 presenze e 37 reti in Serie A e 105 presenze e 39 reti in Serie B.

Il sogno della Nazionale Italia ’90

Il Mondiale 1990 di Schillaci inizia dalla panchina come riserva di Carnevale. Nella seconda metà del secondo tempo dell’incontro di apertura contro l’Austria il match è ancora 0-0. Totò entra in campo e dopo quattro minuti segna di testa il gol decisivo che permette agli azzurri di vincere la partita. A eccezione della seguente gara contro gli Stati Uniti, Schillaci diventa titolare dell’attacco italiano, insieme a Roberto Baggio e segna in tutte le successive gare giocate dagli azzurri. Diventa il simbolo di Italia ’90 e l’eroe della Nazionale. Riguardo al suo stile di gioco, l’allenatore del Messina Franco Scoglio lo ha descritto come un attaccante molto rapido con una “voglia di fare gol che non ho mai visto in nessuno”.

Gli anni fuori dal calcio giocato

Dal 2000 gestisce a Palermo il centro sportivo per ragazzi “Louis Ribolla” ed è proprietario dell’U.S. Palermo, squadra delle categorie dilettantistiche siciliane. Ha seguito da direttore tecnico la nascita del progetto dell’Asante, club palermitano di Terza Categoria legato a una Onlus e composto interamente da atleti. Alle amministrative del 2001 si è candidato come consigliere comunale a Palermo per il partito di Forza Italia. Eletto, si è dimesso dopo un paio d’anni. Nel 2004 partecipa al reality “L’isola dei famosi” e nel 2008 prende parte al film “Amori bugie e calcetto” insieme ad altri ex calciatori. È spesso ospite a “Quelli che il calcio” e nel 2011 interpreta il ruolo di un boss mafioso in una puntata di “Squadra antimafia – Palermo oggi”. L’anno dopo fa un cameo in un episodio della serie “Benvenuti a tavola – Nord vs Sud”. Con Andrea Mercurio, nel 2016, pubblica l’autobiografia “Il gol è tutto”. Nel 2019 s’improvvisa rapper e partecipa al singolo “Gli anni degli anni” dei 78 Bit. Nel 2021 prende parte come concorrente al programma televisivo “Back to School”, nel 2023 arriva in semifinale, in coppia con la moglie Barbara, nel reality “Pechino Express”.

Vita privata e curiosità

Totò Schillaci ha sposato Rita Bonaccorso nel 1987 e con lei ha avuto due figli: Mattia e Jessica. La storia però entra in crisi dopo i Mondiali, quando Totò si trasferisce a Torino e marito e moglie si tradiscono a vicenda. Nel 1995 la coppia si lascia e l’attaccante vive due storie travagliate con Prisca, una donna conosciuta a Chiasso da cui ha avuto un’altra figlia, Nicole, e con la showgirl e modella Simona Mattioli. Nel 2011 ritrova la serenità con Barbara Lombardo che che aveva conosciuto agli inizi degli anni Duemila. Si sposano nel 2012 e da allora non si sono più lasciati. Schillaci ha subito due operazioni per un tumore al colon retto. Ai tempi della Juve tirò una testata a Roberto Baggio perché l’amico stava scherzando un po’ troppo con lui. “Io ero seduto e stavo leggendo il giornale, lui con la gamba continuava a colpire il giornale. Io gli dicevo ”basta, finiscila”. Una, due, tre volte… Alla quarta mi sono alzato – ha raccontato – e a un certo punto di ho mollato una testata. Trapattoni si presentò con i guantoni e scherzando disse: La prossima volta usate questi”. Schillaci è l’idolo di Aldo Baglio, comico palermitano del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Nel film “Tre uomini e una gamba” in una scena nord contro sud Totò viene definito “el gran visir de tücc i terun”, “il gran visir di tutti i terroni”, citazione che resiste ancora oggi.