Roberto Baggio: il divin codino dal cuore immenso

Un uomo straordinario che non è stato solo un idolo calcistico, ma che ha saputo, con i fatti e le parole, diventare un esempio per tutti noi

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Non è necessario essere per forza delle tifose sfegatate di calcio per conoscere lui, Roberto Baggio. Il campione soprannominato Raffaello per l’eleganza che ha sempre contraddistinto il suo stile di gioco, lo stesso conosciuto come Divin Codino per la sua caratteristica acconciatura. E di anni ne sono passati da quando l’ex calciatore correva sui campi di calcio, mandava a segno i suoi tiri e portava le squadre in cui giocava alla vittoria, eppure nessuno lo ha mai dimenticato. Non lo abbiamo fatto soprattutto per l’uomo immenso che si nasconde dietro il campione.

Roberto Baggio, biografia di un campione

Classe 1967, segno zodiacale Acquario. Roberto Baggio è considerato uno dei più grandi giocatori della storia del calcio italiana e mondiale. La sua presenza in squadra ha portato alla vittoria di due scudetti, una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Ha inoltre partecipato alla Nazionale per tre Mondiali.

Nato a Caldogno il 18 febbraio, è il sesto di otto fratelli. Ma il suo destino sembra già segnato. È suo padre, Florindo Baggio, in qualche modo a indicarglielo scegliendo per il suo bambino il nome Roberto, in onore del calciatore Boninsegna. Sin da piccolo, quindi, insegue la palla e sogna di correre sui grandi campi delle squadre di club italiane. Inizia a palleggiare lasciandosi ispirare dal suo idolo, il calciatore brasiliano Zico.

Crescendo non smetterà di provarci, e dopo un’esperienza con la squadra locale del suo paese, prima ancora di conseguire il diploma va in ritiro con il L.R. Vicenza a quei tempi in serie C1. Esordisce, poi, in Serie A il 21 settembre 1986 con la fiorentina. Tutto il resto è storia.

Roberto Baggio, la vita oltre il calcio

La vita oltre il calcio di Roberto Baggio è stata molto intensa e intrisa di significato. Dal matrimonio con Andreina nel 1989 dal quali sono nati tre figli, al suo avvicinamento totale al buddismo avvenuto nel 1988 che lo ha portato, nell’ottobre del 2014, ad aprire a Corsico il più grande centro culturale buddista d’Europa.

E in tutto questo gran da fare non ha mai smesso di dedicarsi agli altri. Oltre a essere ambasciatore FAO e a trovarsi sempre in prima fila per numerose e diverse iniziative di beneficenza, nel novembre del 2010 l’ex calciatore ha ricevuto il premio Peace Summit Award, un riconoscimento che viene dato alle personalità pubbliche che più si impegnano verso i bisognosi.

Un uomo straordinario che non è stato solo un idolo calcistico, ma che ha trasformato la sua vita in un esempio da seguire. Con i fatti e le parole, infatti, ci ha dimostrato che possiamo essere i supereroi della nostra vita, la versione migliori di noi stessi.

Un’esistenza, la sua, che sa trasformarsi in una lezione di vita per i giovani e le future generazioni, lo stesso insegnamento che è passato dalle parole che l’ex calciatore ha condiviso con tutti sul palco dell’Ariston in occasione di Sanremo 2013 che oggi condividiamo con voi:

Vorrei invitare i giovani a riflettere su queste parole. La prima è passione. Non c’è vita senza passione e questa la potete cercare solo dentro di voi. Non date retta a chi vi vuole influenzare. La passione si può anche trasmettere. Guardatevi dentro e lì la troverete.

La seconda è gioia. Quello che rende una vita riuscita è gioire di quello che si fa. Ricordo la gioia nel volto stanco di mio padre e nel sorriso di mia madre nel metterci tutti e dieci, la sera, intorno ad una tavola apparecchiata. È proprio dalla gioia che nasce quella sensazione di completezza di chi sta vivendo pienamente la propria vita.

La terza è coraggio. È fondamentale essere coraggiosi e imparare a vivere credendo in voi stessi. Avere problemi o sbagliare è semplicemente una cosa naturale, è necessario non farsi sconfiggere. La cosa più importante è sentirsi soddisfatti sapendo di aver dato tutto, di aver fatto del proprio meglio, a modo vostro e secondo le vostre capacità. Guardate al futuro e avanzate.

La quarta è successo. Se seguite gioia e passione, allora si può parlare anche del successo, di questa parola che sembra essere rimasta l’unico valore nella nostra società. Ma cosa vuol dire avere successo? Per me vuol dire realizzare nella vita ciò che si è, nel modo migliore. E questo vale sia per il calciatore, il falegname, l’agricoltore o il fornaio.

La quinta è sacrificio. Ho subito da giovane incidenti alle ginocchia che mi hanno creato problemi e dolori per tutta la carriera. Sono riuscito a convivere e convivo con quei dolori grazie al sacrificio che, vi assicuro, non è una brutta parola. Il sacrificio è l’essenza della vita, la porta per capirne il significato.

La giovinezza è il tempo della costruzione, per questo dovete allenarvi bene adesso. Da ciò dipenderà il vostro futuro. Per questo gli anni che state vivendo sono così importanti. Non credete a ciò che arriva senza sacrificio. Non fidatevi, è un’illusione. Lo sforzo e il duro lavoro costruiscono un ponte tra i sogni la realtà.