Salvatore Cascio, il bimbo di Nuovo Cinema Paradiso: “Sono quasi cieco”

Salvatore Cascio, il bimbo di "Nuovo Cinema Paradiso", rivela la sua battaglia contro la malattia: "Sono quasi cieco"

Per tutti è sempre rimasto il bimbo simbolo di Nuovo Cinema Paradiso, ma oggi Salvatore Cascio ha 41 anni e lotta contro una malattia che lo sta rendendo cieco. L’attore, divenuto famosissimo quando era solo un bambino, ha svelato di essersi allontanato dalle scene dopo aver raggiunto la fama a causa di un problema di salute.

Cascio soffre infatti di retinite pigmentosa, una patologia che provoca la degenerazione genetica della retina e lo sta portando verso la cecità. “Questa patologia comporta la perdita quasi totale della vista, ci vedo pochissimo – ha rivelato l’attore a La Stampa – . Non ne ho parlato mai, se non a chi conoscevo bene, per quella naturale riservatezza che interviene quando si deve parlare delle proprie cose, soprattutto quando sono negative. E anche perché ero sprofondato in un periodo buio, anche interiormente. È la prima volta che lo racconto pubblicamente – ha confessato -. Mi ero chiuso in me stesso. Pazzesco. Grazie a Dio ci sono delle speranze nelle conquiste future della medicina. Spero sempre nella scienza, bisogna credere nella scienza. Grazie a Dio ho tanta fede. Ma ho vissuto anni difficili”.

Nuovo Cinema Paradiso è senza dubbio una delle pellicole più famose di Giuseppe Tornatore. Nel film Cascio interpretava il protagonista, Totò, da bambino. Con il suo volto pieno di meraviglia e uno sguardo che bucava lo schermo, nonostante la giovane età era riuscito a conquistare il pubblico. Un grande successo e una gioia cancellate dalla malattia. Dopo aver recitato in Nuovo Cinema Paradiso, Salvatore Cascio era apparso in altri otto film, partecipando anche come ospite al Maurizio Costanzo Show. In seguito si era allontanato dalle scene per combattere contro la retinite pigmentosa.

“Ero nel clou della mia carriera – ha ricordato l’attore -, ho dovuto rinunciare. Ho avuto la fortuna di parlare con persone come Andrea Bocelli, Alex Zanardi, Bebe Vio, Annalisa Minetti. Mi hanno trasmesso la loro forza di volontà grandissima e le risorse per dare voce a tutto ciò che ho vissuto. Anche Leonardo Pieraccioni è un amico vero, mi è stato sempre vicino. Voglio offrire uno sprone a chi vive prove particolarmente dure. Scrivo perché ora sono rinato. Ho superato quel che mi portavo dentro. Bisogna accettare i problemi, accettare la disabilità, che non è una condanna ma una condizione”