Domenica In, Michele Bravi a cuore aperto con Mara: “Ho incontrato un angelo”

Il cantante ha parlato del suo momento di buio dopo l'incidente che lo ha visto coinvolto e della persona che lo ha aiutato a rialzarsi

Pubblicato: 24 Gennaio 2021 20:43

Foto di Nicoletta Fersini

Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

A volte le difficoltà della vita sembrano più grandi di noi, così forti che non riusciamo a pensare di poterle mai superare, di poter andare avanti. E Michele Bravi è uno di quelli che davvero ha creduto di non potercela fare, che quello che gli era successo fosse troppo per potersi rialzare.

Ma nel momento più buio ha trovato un appiglio, una persona che lo ha aiutato a trovare la strada. È di questa persona che il cantante ha parlato durante la sua toccante intervista a Domenica In, durante la quale si è aperto come mai prima, riguardo al momento terribile che ha attraversato, dopo l’incidente stradale che lo ha visto coinvolto in cui è morta una donna.

A Mara Venier Michele ha cercato di spiegare quello che ha provato, per quanto certe sensazioni siano impossibili da comprendere se non si vivono. “Immagina che a un certo punto il mondo si spenga, non ci sia più una luce e che il posto in cui eri abbia cambiato il suo orientamento. E quella sensazione è estremamente claustrofobica, non sai chi sei, non sai cosa fare”, ha spiegato. “Ho avuto la fortuna di avere una persona che mi ha aiutato a trovare la geografia del mio buio. Credevo che la mia storia fosse tanto particolare e difficilmente comprensibile. In realtà questa persona è stata il mio angelo. Ho capito che il linguaggio del dolore è sempre lo stesso, una lingua che ci accomuna e in questi casi tutti abbiamo avuto un angelo che ci ha indicato la via, ci ha permesso di ritrovare la strada giusta. Quella persona mi è servita per capire dove fossi, come orientarmi”.

Le parole di Michele Bravi escono da sole, dal profondo del cuore, quasi fosse una sorta di autoterapia condivisa.

“Questo disco nasce con una promessa, che io ho fatto a quella persona lì. L’ultima sera prima che se ne andasse dall’altra parte del mondo eravamo sul mio letto e io ho avuto un mio momento un po’ dissociativo, avevo appena avuto una crisi enorme e la cosa che lui faceva sempre era prendermi la testa fra le mani e aspettare che io tornassi lì – ha raccontato – E mi ha raccontato la sua storia, lo strappo della sua vita, che era molto più grande del mio. Era enorme. Siamo stati tanto in silenzio, ci siamo guardati tanto e abbiamo pianto tanto. Lui mi ha chiesto di promettere che quella cosa che lui ha fatto con me io la facessi con più persone possibili. La musica era in un angolo lontanissimo, avevo appena iniziato a parlare, figuriamoci se pensavo minimamente di poter ricominciare a cantare”.

E invece quella promessa l’ha mantenuta, ma nel modo a lui più congeniale, attraverso la sua voce, con un album dal titolo emblematico La geografia del buio. Oggi questa persona non è più accanto a lui, ma il loro legame è ancora molto forte, anche se ha raccontato che non si vedono da oltre due anni. Un angelo davvero, di quelli che arrivano, ti aiutano a risollevarti e poi volano via, dandoti gli strumenti per ricostruire la tua vita, pezzo per pezzo. “Quando si parla di dolore involontariamente si dicono cose pericolosissime ‘passerà, si ricomincerà’ – prosegue – Per uscire dal buio bisogna passarci attraverso. Questo disco non parla di come uscire dal buio, ma di come si convive con esso”.