Giornalista e content creator, si nutre da sempre di cultura e spettacolo. Scrive, legge e fugge al mare, quando ha bisogno di riconciliarsi col mondo.
Siamo abituate a vedere Chiara Ferragni nella sua versione migliore: sorridente, felice, alla moda. Donna lavoratrice, mamma di due bambini – Leone e Vittoria – moglie di Fedez. Sono tutte etichette che, tuttavia, parlano solo in parte della fondatrice di The Blonde Salad: dietro la Ferragni e la sua maschera social, c’è tanto di più. Chiara ha usato il suo profilo su Instagram per confessarsi su un aspetto molto delicato, verso cui c’è ancora tanta ignoranza in merito: l’ansia, gli attacchi di panico, le sedute dallo psicologo. Due mostri invisibili che possono rovinare l’esistenza di chiunque.
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Quante di noi hanno delle insicurezze? E quante volte avete pensato che magari la Ferragni non ne avesse? La comunicazione social è a doppio taglio: si mostra il bello della vita, ciò per cui vale la pena vivere. Ma c'è tanto altro, e a parlarne a cuore aperto è stata proprio Chiara. "Sono fiera del percorso fatto, perché ho affrontato una ad una le mie insicurezze e ne ho sconfitte alcune. Con altre, invece, ho imparato a convivere pacificamente". Tutto questo è stato possibile con l'intervento di uno psicologo che ha saputo guidarla. "Sono molto felice della persona che sono diventata e che sto diventando".
La Ferragni ha ammesso di pensare spesso alla ragazzina che era, sebbene si sentisse sola e persino diversa dagli altri. "Sarebbe molto fiera della Chiara 34enne di ora". Nonostante tutto, guarda con orgoglio e felicità al suo passato: oggi si dice la mamma felice di due bambini, con un "amore pazzerello" al suo fianco. Le insicurezze, però, l'hanno spesso costretta a lavorare su se stessa, sul suo futuro. Sul suo approccio alla vita, che da fuori ci appare sempre positivo, ma che alla fine non conosciamo davvero.
Nel corso del 2015, la Ferragni ha sofferto di ansia e di attacchi di panico. Quest'ultimi se ne sono andati, ma l'ansia è ancora presente, come un fantasma invisibile, pronto a farle sentire la paura. "Ne ho sofferto quando mi sentivo sola e lontana dalle persone che veramente amavo", si è riferita a quando abitava a Los Angeles, distante dalla sua terra, dai genitori e dalle amatissime sorelle, Valentina e Francesca. Difficoltà che chiunque potrebbe capire, e che in particolare vengono percepite da chi ha dovuto salutare la sua terra per lavoro.
"Ora, quando mi viene un po' di ansia, cerco di concentrarmi sul lavoro e altre esperienze, e non focalizzarmi sulla stessa sensazione". Un suggerimento importante, che invita ciascuna di noi alla riflessione: per evitare di soccomberle, dobbiamo reagire, far uscire la nostra personalità, il desiderio di farcela e di costruirci un rifugio di positività interiore, un pozzo di forza da cui attingere nelle tempeste.
"Negli ultimi 3 anni, mi sono poi fatta uno dei regali più grandi per capirmi: vedo uno psicologo una volta a settimana, esperienza che consiglio veramente a tutti". Non possiamo che ammirare Chiara per aver avuto il coraggio di condividere la sua storia ed esperienza in merito, sensibilizzando su un tema tanto delicato: andare da uno psicologo non significa essere "pazzi", ma avviare un percorso di conoscenza interiore, per vivere bene, per vivere meglio.