Alessandra Cantini, la scrittrice senza mutande scatena il finimondo

Alessandra Cantini, autrice di “Sacro maschio”, sostenitrice del neo-maschilismo al grido di “sempre senza mutande” infiamma la platea da Chiambretti

Si chiama Alessandra Cantini è una bella ragazza bionda livornese con una laurea breve in scienze politiche e una specializzazione in relazioni internazionali. Parla 5 lingue, ha debuttato al cinema nel film premio Oscar di Virzì La Prima cosa bella, è stata candidata nelle liste di Forza Italia ma ha raggiunto la notorietà quest’anno, dopo aver scritto un libro – Sacro maschio– ispirato al concetto del neo-maschilismo e promosso al grido di “sempre senza mutande”.

Che sia un fenomeno (dice Francesca Barra), una furbacchiona (Iva Zanicchi) o semplicemente priva di cervello (Alda D’Eusanio) tanto per citare alcuni commenti delle opinioniste in studio a #Cr4 La Repubblica delle Donne di Chiambretti, dove Alessandra è stata ospite mercoledì sera 28 novembre 2018, e ha scatenato il finimondo, ancora non si è capito.

Lei, sguardo serafico e occhioni languidi, si presenta in tv senza mutande, e non si vergogna a darne prova in diretta, e con un candore quasi disarmante dice le peggio cose senza preoccuparsi delle conseguenze.

In un momento  si è appena affievolito l’eco del  #metoo ma le manifestazioni femministe sono in primo piano, con tanto di corteo nazionale a Roma sabato 24 novembre e relativa campagna mediatica #nonunadimeno, la domanda nasce spontanea: c’era davvero bisogno della Cantini? Una che parla ammiccando alla telecamera, dando la sensazione di recitare un copione studiato ad hoc per provocare e basta. E che con due frasi manda in pappa 30 anni di campagne femministe.

Con dei libri in mano e una vagina una donna può ottenere ciò che vuole

Così scrive Alessandra nel suo libro. D’altronde prima ancora aveva aperto un blog, The Venusians, ispirato dal principio del neo-maschilismo.  Si legge sul blog: “Il nome del sito deriva dal pianeta della bellezza e della femminilità, e infatti, l’idea è quella di dare valore alla donna in quanto tale, come complementare all’uomo; la difesa dell’uomo è volta ad esaltarne la mascolinità ed il ruolo che gli spettano per Natura, e questo è un compito che spetta alle vere Donne, fiere di avere uomini potenti e ambiziosi in ambito lavorativo e familiare”,

“L’idea che le donne sono più efficaci utilizzando il metodo della pornopolitica è una sfida neo-maschilista che Alessandra intraprende per dissacrare le quote rosa, che sono da lei paragonate ad un grado di invalidità civile”.

C’era davvero bisogno, di Alessandra Cantini?