Sanremo 2021, Al Bano escluso: frecciatina ad Amadeus

Al Bano parla della sua esclusione dal Festival di Sanremo, non condividendo la scelta di Amadeus di non includerlo tra i big in gara

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Redazione

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Al Bano è uno dei più grandi nomi della musica italiana e di certo un esperto di Sanremo. E forse proprio per questo fa rumore la sua esclusione dalla kermesse di quest’anno, specie dopo il suo grande ritorno del 2020, quando è tornato sul palco dell’Ariston per duettare con Romina Power in veste di superospiti.

Stavolta, però, il cantante di Cellino San Marco è stato escluso come artista in gara, non rientrando nella lista dei big che si esibirà dal 2 al 6 marzo, e sembra non aver ancora digerito la cosa, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate in una recente intervista al settimanale Oggi.

Il brano “si ntitola Il Cellulare, l’ha scritta Despa, l’autore di Champagne. È un brano rivoluzionario, io voglio sempre spiazzare: nel 1982, nessuno si aspettava che avrei cantato Felicità, Amadeus ha detto che non era adatta a Sanremo. Lo accetto, però dico che il Festival lo conosco, ci sono stato 18 volte”, spiega Al Bano lanciando una frecciata al direttore artistico che ha reputato di non includere la canzone tra quelle in gara.

“Peccato, la canzone è una bomba – prosegue – Amo la frase sui cui gira tutto il testo: ‘L’orgasmo del dolore’. Parla di due che si sono lasciati, si regalano un ultimo momento di intimità, raggiungendo l’apice del piacere e del dolore”. Ma guai a pensare che si tratti di un brano autobiografico. Il cantante pugliese ha sottolineato, infatti, che non è dedicato né all’ex moglie Romina Power né tantomeno alla compagna Loredana Lecciso, bensì “è dedicata a tutte le coppie che hanno vissuto questa magia potentissima del dolore mischiato al piacere”.

Nel corso dell’intervista Al Bano ha avuto modo di tornare anche sul tema dell’organizzazione del Festival, che – come è noto – si terrà dal 2 al 6 marzo in un teatro Ariston senza pubblico. Una scelta che il cantante non condivide e che aveva già criticato poco tempo fa, quando aveva proposto di rimandare la kermesse canora a maggio o giugno.

“Rischia di venire come la Messa che disse, all’inizio della pandemia, Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta: struggente, ma amara”, ha ribadito anche stavolta. All’Adnkronos aveva espresso un concetto simile all’indomani del via libera ufficiale del Comitato Tecnico Scientifico: “Immedesimandomi nei cantanti che si esibiranno sul palco dell’Ariston, dico che un cantante senza pubblico a Sanremo è come se il Papa fosse costretto a dire messa senza fedeli in Vaticano. Lo chiamerei ‘l’altro Sanremo’. Sanremo sappiamo tutti gli italiani come è fatto, il pubblico è parte fondamentale, ma dobbiamo piegarci alle esigenze di questo covid, stiamo soffrendo tutti nel mondo. Dai ristoratori, al turismo. E ne soffre pure Sanremo. Ci sarà senz’altro un pizzico di sofferenza, ma d’altronde non si può fare diversamente”.