Dress to success dicono gli anglosassoni, ovvero “vestiti per il successo”. È la teoria secondo cui con il vestito giusto si può arrivare ovunque. E mai fu più vero che nel caso di Elizabeth Hurley che, da semisconosciuta modella e fidanzata di… si trasformò in una star di fama mondiale. Il merito è del mitico Safety Pin Dress di Versace, che quest’anno compie trent’anni ma non ha mai smesso di evolversi.
Il primo Pin Dress della storia
Facciamo un passo indietro. È il 1978 e, a Londra, è l’era del punk. Dei ribelli, degli anarchici, di coloro che non hanno paura di infrangere le regole, tutte le regole. E a loro si ispirò la futuristica stilista Zara Rhodes nella collezione che prese il nome di Conceptual Chic. A unire i diversi pezzi di tessuto che componevano i propri abiti, l’artista della sartoria utilizzò nient’altro che delle spille da balia dorate. Le stesse utilizzate per trasformare in un decoro intenzionale gli strappi su gonne e t-shirt.
Il Safety Pin Dress che cambiò il red carpet
“Il vestito nero più sexy mai realizzato” così è stato denominato l’ormai mitico Safety Pin Dress indossato dall’allora semisconosciuta Elizabeth Harley nel 1994. L’occasione era la prima londinese di Quattro matrimoni e un funerale, con protagonista Hugh Grant, all’epoca il britannico più famoso e desiderato al mondo. Elizabeth, invece, non era che la sua bella fidanzata. E anche Gianni Versace in Inghilterra era pressoché sconosciuto.
Ma nessuno quella sera guardò l’affascinante Hugh: tutti gli occhi erano per la sua accompagnatrice e per il succinto abito che portava indosso. Era l’abito di un giovane designer lì sconosciuto, l’unico che aveva acconsentito a prestare un capo all’altrettanto ignota ragazza. Una creazione in seta con profondo scollo a cuore, alto spacco, spalline sottili e ampie porzioni di pelle nuda, coperte solo da spille da balia d’oro. Fun fact: le spille non sono che decorative, l’abito è in grado di tenersi assieme da solo.
In anni in cui il massimo dell’audacia era uno spacco al ginocchio, Elizabeth Hurley osò con un capo che definire audace è dire poco. E, il giorno dopo, divenne la modella più richiesta del paese: firmò un contratto da testimonial con Estée Lauder, partecipò alla saga cinematografica di Austin Powers e firmò una sua collezione di moda mare. “È stato allora che abbiamo iniziato a realizzare il potere del red carpet e delle celebrità nel creare argomenti di conversazione” raccontò in seguito Donatella Versace.
La creazione più famosa di Gianni Versace
Il Pin Dress aveva debuttato durante la sfilata primavera-estate 1994 di Gianni Versace, in passerella a indossarlo era la top model Helena Christensen. Versace traeva ispirazione dalle sottoculture, dalle comunità che la società bene rinnegava e disprezzava. Prendeva spunto dalla comunità gay e da quella punk, da cui rubò l’idea delle spille da balie usate come accessorio di stile.
E, dopo il red carpet dell’ormai ex fidanzata di Hugh Grant, le spille divennero uno dei segni distintivi di casa Versace. Vennero riutilizzate dallo stesso Gianni, da Donatella che celebrò i vent’anni del mitico abito con una collezione dedicata nel 2014 e, ancora, da Christopher Kane nella sua collezione di debutto di Versus, il brand dedicato ai giovani della casa di moda.
La citazione più famosa
Sono davvero tanti gli stilisti che hanno replicato e omaggiato il pur inimitabile Pin Dress di Gianni Versace. Tra le citazioni più famose c’è senza dubbio quella – realizzata dalla stessa Donatella Versace – sfoggiata da Anne Hathaway al Met Gala 2023. Nell’edizione che rendeva omaggio al compianto Karl Lagerfeld, genio creativo di casa Chanel, la stilista italiana celebrò due dei più grandi designer della storia della moda. In quell’abito c’erano il bon ton dei pesanti tessuti francesi, contrapposti alla sensualità sfrontata dei tagli e delle spille.