Il segreto di Serena Bortone? La psicanalisi. La conduttrice di Oggi è un altro giorno ha conquistato il pubblico televisivo, portando sul piccolo schermo tante storie emozionanti, ma soprattutto la sua autenticità. Non a caso lo show è stato rinnovato anche per la prossima stagione ed è diventato ormai un appuntamento fisso per i telespettatori della Rai.
Merito di interviste che sanno coinvolgere e della bravura di Serena Bortone che riesce sempre a tirare fuori il meglio dai suoi ospiti. “Io sono una patita di psicoanalisi – ha confessato a FanPage -, ho fatto un mio percorso, ho un’infinità di rapporti interpersonali profondi che sono nati proprio psicoanalizzandosi a vicenda. Cerco di portarla sul lavoro, strutturando le mie interviste con quell’approccio. È interessante per avere delle chiavi di lettura delle persone che intervisto. Provo ad accompagnarle in un percorso, evitando di castigarle e schiacciarle, di essere prevaricante – ha aggiunto -. Chi viene da me deve raccontarsi nel profondo, sta facendo uno sforzo. Io sto lì e un po’ alla volta le persone decidono di aprirsi. A volte termina l’intervista e mi chiedono “ma è già finita?”.
Classe 1970, Serena ha iniziato la sua carriera in tv a Rai Tre, lavorando nelle redazioni di diverse trasmissioni. Nel 1998 ha iniziato la sua esperienza come giornalista politica, lavorando come inviata e autrice. Poi il passaggio alla conduzione con Agorà e il debutto, nel 2020, di Oggi è un altro giorno, un programma cucito sulla sua figura e molto amato dai telespettatori.
Oggi è un altro giorno infatti sarà fra i programmi di punta dei palinsesti autunnali della Rai, presentati in questi giorni. Il programma tornerà in autunno con molte novità, come anticipato proprio dalla Bortone. “Sono una persona che si annoia presto, fa parte del mio modo di essere e il cambiamento è intrinseco alla mia modalità di lavoro – ha svelato -. Ce ne saranno sicuramente, anche considerando i limiti di quest’anno come il non poter avere molti ospiti in studio, la paura delle persone a muoversi. È facile capire che un collegamento è più penalizzante di un’intervista in studio. E quindi mi auguro prima di tutto di poter avere uno studio più ricco di persone. Per il resto sarà l’attualità a dettare la nostra linea”.