Miriam Leone contro il mondo del cinema: “Veniamo giudicate per la maternità”

Da quando è diventata mamma, Miriam Leone combatte i pregiudizi di cui le donne sono vittime sul posto di lavoro, cinema compreso

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

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Si è portati a pensare che per chi è famoso sia tutto più facile. Che le celebrità non debbano barcamenarsi tra casa e lavoro come tutte le altre donne comuni e che, per loro, la maternità non sia un ostacolo così grande. E invece, purtroppo, nessuna categoria, neppure la più privilegiata scampa i pregiudizi legati all’avere un figlio, nessuna è immune dalle difficoltà di riuscire a conciliare carriera e vita privata. Lo racconta, senza peli sulla lingua, Miriam Leone.

Miriam Leone, attrice e mamma

Intervistata da Vanity Fair in occasione dell’uscita di Le cose non dette, il primo film del maestro Muccino per l’attrice siciliana, Miriam Leone afferma che “la maternità voluta o non voluta è un tabù. È ancora un grande tabù perché per tante è una colpa”. Qualcosa di cui si fa fatica a parlare “perché veniamo giudicate”. Per essere mamme, troppo presto troppo tardi troppo presenti troppo assenti, o per non esserlo, per scelta o destino.

Lei, ribadisce Leone, è stata fortunata, “sostenuta da persone illuminate”, ma c’è anche stato chi le ha detto: “Guarda che non sei l’unica che fa la mamma…”. La comprensione, però, non è l’unica cosa che manca in Italia. A Vanity Fair l’attrice lancia un appello che sfiora il sociale: “In un Paese dove le dichiarazioni pro-famiglia abbondano, sarebbe necessaria una politica realmente impegnata al sostegno, che, per chi non può permetterselo privatamente, non c’è”.

“In una società più complessa rispetto al passato, – sottolinea Leone – la responsabilità non può essere esclusivamente di noi genitori: va distribuita, un pezzo alla scuola, un pezzo alla politica…”. Il punto, insomma, è che, come dicevano gli antichi, “per crescere un figlio ci vuole un villaggio”.

Il sostegno del marito Paolo

Conciliare maternità e impegni sul set, scherza Miriam ha il livello di difficoltà di “una contorsionista del Cirque du Soleil che cammina pure su un filo sospeso”. E se ce l’ha fatta è soltanto grazie al sostegno di genitori e suoceri “che dalla Sicilia ci raggiungono ovunque: mia mamma ha preso un’aspettativa dal lavoro per essere qui a Roma mentre sono sul set dell’Uomo giusto di Sergio Rubini, e la ringrazio. I suoceri sono stati a Tangeri per l’intero periodo delle riprese”.

E nel quadro, naturalmente, non manca il papà del piccolo Orlando, il marito Paolo Carullo: “È un papà molto presente, ci dividiamo compiti e responsabilità”. Ed è il minimo, “altrimenti non l’avrei sposato!” afferma, giustamente, l’attrice all’attivo da quasi 15 anni. E se Paolo è un alleato nella lotta contro il patriarcato, il merito è delle due sorelle con cui è cresciuto e delle tante amiche. “E dà sempre l’esempio: mio figlio vede che suo padre tratta con rispetto me e le donne della famiglia” afferma Miriam Leone con una punta di orgoglio.

Miriam Leone e Paolo Carullo, imprenditore siciliano come lei, sono insieme dal 2019. Dopo il primo incontro a una festa di amici comuni non si sono più lasciati, fino alle nozze – in Sicilia naturalmente – arrivate nel 2021. Il 29 dicembre 2023 la famiglia si è allargata: è nato il piccolo Orlando, il primo figlio dell’affiata coppia.

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